Questa rubrica non vuol rappresentare una panoramica di quanto esce sugli schermi nl mese, né una selezione del meglio, ma semplicemente l’indicazione di opere che presentano motivi d’interesse.
Vorrebbe inoltre essere d’aiuto a chi volendo recarsi al cinema cerca un film adatto ai suoi gusti o allo stato d’animo del momento: non sempre infatti si ha voglia di problematiche sociali o esistenziali, c’è anche il momento in cui andare al cinema significa, giustamente, fuggire dal quotidiano per distendere la mente con due risate (ridere è un diritto) o fuggire nel sogno identificandosi con gli ‘eroi’ dello schermo o farsi catturare dall’enigma di un thriller.
La grandezza del cinema è di essere un diamante con mille facce: si può sempre trovare quella adatta al momento che si sta vivendo.
L’importante è andare al cinema e non guardare il film sullo schermo di casa: vedere un film è un rito e come tutti i riti ha bisogno di un tempio.
Quello che la rubrica si propone, nei limiti del possibile, è evitare l’inutile imbecillità, la volgarità fine a se stessa e l’idiozia: ce ne sono già troppe nella vita quotidiana fuori dal cinema.
Poiché però sbagliare è umano, si chiede scusa in anticipo per eventuali errori.
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A CIAMBRA
Genere: drammatico
Regia: Jonas Carpignano
Cast: Pio Amato, Koudous Seihon, Iolanda Amato, Damiano Amato
Origine: Italia
Anno: 2017
In sala dal 31 agosto 2017
Il film: A Ciambra è una piccola comunità rom vicina a Gioia Tauro e Pio Amato è un ragazzino rom che tra un furto e l’altro cerca di crescere più in fretta possibile: a quattordici anni beve, fuma ed è tra i pochi in grado di muoversi tra le varie realtà del luogo (italiani, immigrati africani e la comunità rom) in un ambiente in cui si percepisce la presenza della ‘ndrangheta. È la zona Rosarno salita alle cronache qualche anno fa per la reazione della comunità africana alle continue provocazioni da parte di elementi locali e allo sfruttamento subito per lavorare nei campi, soprattutto alla raccolta degli agrumi. Carpignano – trentatreenne regista di nascita e formazione newyorkese, ma di origine italiana e che vive prevalentemente in Italia – conosce molto bene la zona avendovi girato i suoi due lungometraggi e un corto (A chjana) propedeutico a Mediterranea, il film d’esordio. Le due opere hanno una struttura similare: Mediterranea è incentrato su un immigrato clandestino (dal Burkina Faso) accompagnato nella sua odissea attraverso la Libia e il mare e poi in quella del suo inserimento nella realtà italiana, mentre A Ciambra ha in Pio il personaggio centrale. Il ragazzo disincantato, sfrontato e ribelle alle regole e alla legalità, ma anche con aspetti infantili ha due punti di riferimento: un immigrato africano (Pio ha fatto amicizia con quella comunità che l’ha accolto con affetto) e la famiglia, in particolare il fratello Cosimo al quale è molto legato e che segue ovunque, cercando di imparare come sopravvivere nelle strade della sua città. Quando Cosimo scompare, le cose per Pio si complicano e il ragazzo dovrà dimostrare di essere capace di assumere il ruolo del fratello e di essere pronto a diventare un uomo. Adottando una forma tra fiction e documentario, Carpignano osserva e ascolta senza giudicare e non fa un eroe di Pio mantenendo un distacco obiettivo dalle vicende narrate e realizzando un originale e intenso racconto di formazione oltre a un quadro potente per la verità che emerge da ogni fotogramma. A Ciambra ha vinto al 70° Festival di Cannes (ha partecipato alla Quinzaine des Réalisateurs) il Label Cinemas Award come Miglior film europeo.
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AMITYVILLE – IL RISVEGLIO
Genere: horror
Regia: Franck Khalfoun
Cast: Bella Thorne, Cameron Monaghan, Jennifer Jason Leigh, Thomas Mann, Jennifer Morrison, Kurtwood Smith, Mckenna Grace, Taylor Spreitler
Origine: Usa
Anno: 2017
In sala dal 23 agosto 2017
Il film: la giovane Belle (Bella Thorne astro nascente della cinematografia americana) si trasferisce con la madre single (Jennifer Jason Leigh), la sorella e il fratello in coma che necessita di continue cure mediche a Long Island. Simpatica la località, bella la casa, ma oggetto di fenomeni paranormali e in passato teatro di efferati omicidi. Quando il film capostipite apparve nel 1979, il tema della casa stregata era originale. Da allora sono dodici i film ambientati nel famoso 112 di Ocean Avenue di Long Island i quali in un modo o nell’altro hanno ingrossato il filone con alterna fortuna. Amityville – il risveglio non aggiunge nulla di nuovo al collaudato repertorio del genere salvo qualche effetto, frutto del progresso tecnologico e la pur brava Jennifer Jason Leigh che peraltro resta condizionata da una lugubre atmosfera di routine. Stuart Rosemberg, regista del primo e più celebre film della saga (Amityville Horror) si ispirò al romanzo Orrore ad Amityville di Jay Anson basato su un fatto di cronaca nera realmente accaduto: il massacro compiuto da Ronald DeFeo Jr dei sei membri della propria famiglia.
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ANGOSCIA
Genere: horror
Regia: Sonny Mallhi
Cast: Ryan Simpkins, Annika Marks, Karina Logue Cliff Chamberlain, Amberley Gridley
Origine: Usa
Anno: 2015
In sala dal 3 agosto 2017
Il film: al suo primo lungometraggio Sonny Mallhi realizza un’opera originale cercando di ‘spaventare’ lo spettatore (se c’è ancora qualcuno che si spaventa vedendo un film, vaccinati come si è dall’orrore quotidiano visivamente raccontato dai telegiornali…) senza ricorrere a facili e abusati effetti speciali, a personaggi truculenti o a esseri mostruosi venuti dallo spazio. Il regista cerca di creare angoscia puntando su un’atmosfera resa sempre più dark da invenzioni che originano paura proprio per la loro normalità o quasi. Il film è ambientato nella provincia americana dimessa e angosciante di per sé come molta provincia in tutto il mondo e la protagonista è Tess (una sorprendente Ryan Simpkins), una ragazza affetta da depressione e disturbi dissociativi dell’identità. Tess vive con la madre (il padre è in Iraq a combattere) con la quale ha un rapporto problematico (non dissimile da quello di molte altre ragazzine della sua età) e le sue patologie si aggravano quando le due donne si trasferiscono in una cittadina in cui tempo prima una sua coetanea è morta investita da un’auto sotto gli occhi della madre. Con il procedere del film si evidenzia una crescente misteriosa connessione tra le due ragazzine con Tess che progressivamente si identifica o viene posseduta dalla coetanea morta. Mallhi ha realizzato un’opera che si potrebbe quasi definire minimalista, colta (le citazioni di classici del genere sono molte, in primis quella dell’Esorcista) e che cerca di coinvolgere il pubblico con lo stile di un thriller di classe più che con un rumoroso assemblaggio di effetti speciali.
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ANNABELLE 2 CREATION
Genere: horror
Regia: David F. Sandberg
Cast: Stephanie Sigman, Talitha Bateman, Lulu Wilson, Philippa Anne Coulthard, Grace Fulton, Lou Lou Safran, Samara Lee, Tayler Buck, Anthony La Paglia, Miranda Otto, Alicia Vela-Bailey
Origine: Usa
Anno: 2017
In sala dal 3 agosto 2017
Il film: prequel del fortunato Annabelle (apparso sugli schermi nel 2014 ha incassato circa 257 milioni di dollari), il film affidato a David F Sandberg (giovane regista danese autore di un corto di tre minuti che aveva spopolato su You Tube) racconta di un gruppo di ragazze accompagnate da una suora e accolte – dopo la chiusura del vicino orfanatrofio – nella bella e grande villa dei Mullins. Samuel ed Esther Mullins hanno una fabbrica di bambole e non si sono mai ripresi dalla tragica e misteriosa morte della loro amatissima figlia Beatrice per la quale avevano realizzato una bambola (Annabelle) che hanno conservato come una reliquia non sapendo che sono stati proprio i misteriosi istinti assassini di Annabelle a causare la tragedia. Ben presto il gruppo delle giovani ospiti diviene il bersaglio degli istinti demoniaci della bambola.
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ATOMICA BIONDA
Genere: action thriller
Regia: David Leitch
Cast: Charlize Theron, James McAvoy, John Goodman, Til Schweiger, Eddie Marsan, Sofia Boutella, Toby Jones
Origine: Usa/Gran Bretagna/Germania
Anno: 2017
In sala dal 17 agosto 2017
Il film: film – tratto da una graphic novel edita da Oni Press, “The Coldest City,” scritta da Antony Johnston e illustrata da Sam Hart – racconta le avventure dell’agente speciale dell’M16 Lorraine Broughton (un James Bond in gonnella interpretato dalla bella, atletica e convincente Charlize Theron) che si aggira per Berlino su vertiginosi tacchi a spillo riempiendo di botte energumeni (ovviamente più voluminosi di lei) nonostante gli abiti da top model come fa rilevare lei stessa in una battuta del film (“se sapevo mettevo i pantaloni”). Nella città simbolo della Germania (il film è ambientato quando ancora esisteva il muro), Lorraine deve recuperare una lista in cui sono indicate le identità di tutte le spie al lavoro in quell’area, lista che già aveva causato la morte di un collega del Servizio. Il regista fa rivivere l’atmosfera di una Berlino che per lo status particolare e la posizione di confine tra due mondi in contrasto (quello occidentale e quello comunista) era ideale per i doppiogiochisti per cui era quasi impossibile intuire da che parte realmente stessero gli interlocutori. Su questa incertezza Leitch costruisce una tensione sottile ma continua. Atomica Bionda è un mix ben bilanciato di seduzione, spy story e ironia e ovviamente fa perno sulla Charlize che passa con estrema semplicità dall’eleganza di una top model a essere una letale (per chi si pone sulla sua strada) macchina da guerra pronta a usare armi, mani e piedi (ha girato senza controfigura tutte le scene di lotta) per annientare gli avversari. Godibile anche per i non appassionati del genere.
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CATTIVISSIMO ME 3
Genere: animazione
Regia: Pierre Koffin e Kyle Balda e codiretto da Eric Guillom
Voci di: Steve Karell, Kristen Wiig, Troy Parker doppiati in italiano da Max Giusti, Arisa e Paolo Ruffini
Origine: Usa
Anno: 2017
In sala dal 24 agosto 2017
Il film: anche nell’animazione vige il principio del sequel quando il riscontro del box office è positivo (Cattivissimo me ha incassato 540 milioni di dollari al suo esordio nel 2010 e Cattivissimo me 2 ha raggiunto i 970): eccoci quindi al terzo capitolo (in attesa del quarto) delle avventure di Gru, Lucy, Margo, Edith e Agnes. Il nostro antieroe Gru è in piena crisi: è stato licenziato dalla Lega Anti-Cattivi non essendo riuscito a catturare un pericolosissimo nemico come Balthazar Bratt e ha scoperto di avere un fratello gemello (Dru) che vorrebbe seguire le sue orme di cattivissimo (Gru – come è noto – da genio del male si è convertito al bene per amore delle sue tre figlie adottive e si è anche sposato con Lucy creando una famiglia). Oltre ai problemi tra i due fratelli, fisicamente identici, ma profondamente diversi per molti altri aspetti Cattivissimo me 3 presenta altre sorprese, in primis Balthazar Bratt che si muove come una rock star degli anni ’80 (ognuno può identificarlo con un mito di quel decennio) provocando notevole divertimento, ma – nello stile della saga che presenta sempre diversi piani di lettura – anche alcune serie riflessioni sugli effetti della fama e sulla consistenza dello star system. Splendida la colonna sonora originale e molto accattivante curata da Pharrell.
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DUNKIRK
Genere: bellico
Regia: Christopher Nolan
Cast: Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Aneurin Barnard, James D’Arcy, Barry Keoghan, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy, Charley Palmer Rothwell, Elliott Tiffensor, Brian Vernel, Kevin Guthfie
Origine: Usa/Gran Bretagna/Francia
Anno: 2017
In sala dal 31 agosto 2017
Il film: nella sua decima opera Nolan si misura con il genere bellico, scommessa non facile dovendo sfuggire sia alla retorica dell’eroismo, sia al rischio di realizzare un succedersi di combattimenti più o meno spettacolari, ma privi di partecipazione emotiva. Scommessa che Nolan vince ‘alla grande’ avendo realizzato un film capace di immergere lo spettatore nell’atmosfera della battaglia facendogli provare le stesse sensazioni di paura e di speranza di quei soldati in rotta schiacciati tra il mare e le truppe hitleriane. Dunkirk racconta una delle pagine più importanti e decisive della seconda guerra mondiale, un episodio in cui una sconfitta è divenuta premessa di vittoria. Le vicende si svolgono sulla spiaggia francese di Dunkerque dal 26 maggio al 3 giugno 1940, i giorni necessari per cercare di salvare sulle coste britanniche circa 400.000 uomini tra soldati dell’Impero britannico, Francesi, Belgi e Canadesi sotto l’incalzare delle vittoriose divisioni tedesche, delle incursioni della Luftwaffe (aereonautica militare tedesca) e quelle dei siluri lanciati dai sottomarini. L’evacuazione (che se non fosse riuscita avrebbe costretto la Gran Bretagna alla resa perché su quella spiaggia c’era quasi tutto il suo esercito) – in codice operazione Dynamo – riuscì anche grazie all’eroica partecipazione di centinaia di civili che affiancarono i militari con pescherecci e piccole imbarcazioni mettendo a rischio la propria vita in un’epica lotta contro il tempo e ai piloti della Raf che con i loro Spitfire volarono senza sosta sulla Manica affrontando l’aeronautica tedesca (riuscirono a raggiungere la costa inglese oltre 338.000 uomini). Nolan riesce a costruire un film estremamente spettacolare e coinvolgente creando grande suspense attraverso i dettagli, le immagini privilegiate rispetto alle parole e una struttura complessa ma perfettamente funzionante. Dunkirk si sviluppa, infatti, su tre scenari narrativi (quelli della battaglia di Dunkerque) per i quali Nolan prevede temporalità diverse: una settimana per le azioni a terra, un giorno per quelle in mare e un’ora per quelle in cielo perché tali erano i tempi reali (per esempio gli Spitfire avevano un’ora di autonomia). Nolan alterna frammenti delle tre linee narrative e riesce a non far mai perdere allo spettatore il filo del racconto. L’effetto è di dargli la sensazione non di vedere un film, ma di trovarsi sulla spiaggia di Dunkerque guardando ciò che succede intorno a lui. Effetto accresciuto dalle soluzioni tecniche adottate: Nolan ha utilizzato prevalentemente camere Imax ottenendo un impressionante realismo anche per come le ha utilizzate e ha girato negli stessi luoghi della Normandia dove gli eventi sono avvenuti recuperando i mezzi di allora e – volendo evitare le immagini create a computer – facendo saltare in aria navi e aerei. Dunkirk è però più di un film spettacolare che in un’epoca contrassegnata da egoismo esalta la solidarietà come antidoto alle paure e alle chiusure nazionali e ha messo in luce l’orgoglio (che a distanza di oltre 70 anni dagli eventi pareva essere sopito) di popoli che erano su quella spiaggia a combattere per la libertà di tutti (anche la nostra attuale) e che non si sono sentiti sufficientemente rappresentati nel film.
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EASY – UN VIAGGIO FACILE FACILE
Genere: commedia
Regia: Andrea Magnani
Cast: Nicola Nocella, Barbara Bouchet, Libero De Rienzo
Origine: Ucraina/Italia
Anno: 2017
In sala dal 31 agosto 2017
Il film: Isidoro, detto Easy, ha 35 anni, molti chili di troppo ed è un super depresso: abita con la madre, non lavora e trascorre il tempo davanti alla Playstation vivendo in modo virtuale quelle corse automobilistiche che lui precoce campione di go-cart ha misteriosamente e repentinamente abbandonato quando stava scalando i gradini del successo. Le sue giornate sono tutte eguali, statiche e spese a ingozzarsi di psicofarmaci e di dolci e a meditare in modo teorico sull’inutilità della sua vita e al suicidio. Un giorno il fratello apparentemente uomo di successo e certamente piccolo trafficone al limite della legalità gli chiede di riportare a casa in Ucraina lo sfortunato operaio Taras, morto per un incidente sul lavoro. Nulla di complicato perché – come gli spiega il fratello – la strada fino al confine (dove dovrà consegnare la bara) è tutta dritta. Isidoro non senza molte titubanze per quest’improvvisa rottura del proprio tran tran parte alla guida del carro funebre munito di un traduttore automatico, di un navigatore e di un loden perché in Ucraina fa freddo. Gli imprevisti, però, sono dietro l’angolo e Isidoro si troverà a girare per i Carpazi (splendidi paesaggi fotografati in modo eccezionale) con la bara al seguito per consegnarla ai parenti di Taras in un viaggio che – tra incontri di varia umanità e difficoltà da superare – diverrà terapeutico. Se il tema è un po’ macabro, l’opera prima di Andrea Magnani è comunque originale, poetica, intelligente e divertente, la regia ha idee chiare e alcune invenzioni notevoli e bravo Nocella nel rendere l’evoluzione dell’abulico Isidoro costretto – fuori dalla protettiva nicchia domestica – a prendere decisioni. Easy, infatti, affronta sorridendo un tema tremendamente serio: nella vita succede di prendere strade sbagliate, di avere incontri surreali o di subire contrattempi, ma occorre avere la forza e il coraggio di affrontare incertezze e paure (a volte solo psicologiche) per raggiungere l’obiettivo assegnato o per darsi uno scopo. Isidoro sul suo cammino incontra diversi confini reali e metaforici e comunque trova in sé la forza di passarli, ogni essere umano deve trovare il coraggio di superare quello tra vegetare e vivere.
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LA STORIA DELL’AMORE
Genere: drammatico
Regia: Radu Mihaileanu
Cast: Derek Jacobi, Sophie Nélisse, Gemma Arterton, Elliott Gould
Origine: Francia
Anno: 2016
In sala dal 31 agosto 2017
Il film: Radu Mihaileanu – regista polacco che vive a Parigi affermatosi con l’interessante Train de vie e apprezzato per l’ironia dolce amara che ne contraddistingue le opere – con La storia dell’amore tenta un‘impresa quasi impossibile: parlare in modo definitivo dell’amore. Impresa riuscita, forse, solo a pochi grandissimi poeti, ma che nel film di Mihaileanu si arena sulle sabbie di vicende e atmosfere tipiche dei ‘romanzi rosa’. Del resto gli ingredienti ci sono tutti: il grande amore giovanile, le avverse vicende che causano la separazione, gli equivoci, le invidie… La vicenda – tratta da un best seller della scrittrice americana Nicole Kraus – si dipana nell’arco di circa settant’anni da un paesino della Polonia negli anni Trenta alla New York dei giorni nostri ripercorrendo la storia d’amore tra Léo, che riesce a sopravvivere a ogni difficoltà e delusione conservando un carattere fondamentalmente, allegro e Alma, la donna più amata del mondo. Ama e Leo, entrambi ebrei, al momento dell’occupazione nazista della Polonia subiscono scelte diverse: Alma fugge a New York, Leo resta in Polonia e scrive un libro sul loro amore inviandone ogni giorno una pagina all’amata fino a quando le situazioni non si complicano. Molti anni dopo Leo è un anziano single che vive a Manhattan tra ricordi e rimpianti che venano di malinconia l’antica allegria. Quasi come contrappunto Mihaileanu racconta di un’altra Alma, adolescente newyorchese, della sua sete di un amore assoluto e di sua madre incaricata da un ‘misterioso’ committente di tradurre in inglese il ricomparso manoscritto di Leo. Nell’incrociarsi delle relazioni sentimentali di giovani e anziani tra Polonia e New York il regista compone un prisma in cui ogni faccia è una declinazione dell’amore, ma resta assai lontano dall’obbiettivo che si era assegnato.
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LA TORRE NERA
Genere: fantasy
Regia: Nikolaj Arcel
Cast: Idris Elba, Matthew McConaughey, Katheryn Winnick, Jackie Earle Haley, Abbey Lee, Nicholas Hamilton, Claudia Kim, Fran Kranz, José Zúniga
Origine: Usa
Anno: 2017
In sala dal 10 agosto 2017
Il film: il film è ispirato dalla saga (otto romanzi) scritta dalla straordinaria e prolifica penna di Stephen King, anzi come ha dichiarato il regista si pone come un sequel dell’intera opera di cui rispetta molti degli elementi tradizionali e dei personaggi principali. Questo nuovo capitolo della lotta tra Bene e Male è narrato attraverso gli occhi di un ragazzino newyorkese (Jake) tormentato da incubi finché uno di questi sogni gli mostra l’ubicazione di un varco spazio-temporale che gli permette di raggiungere l’Universo Parallelo in cui può incontrare Roland Deschain, il protagonista delle sue visioni. Roland è l’ultimo dei Pistoleri, un ordine cavalleresco cui spetta il compito di proteggere il mondo dal male, e su di lui grava il peso di salvare l’intero Universo dalle brame di potere di Uomo in Nero – un diabolico stregone grande esperto di magia nera, vero genio del male – che già in passato ha distrutto intere civiltà. Entrambi vogliono raggiungere la leggendaria Torre Nera, un obelisco alto quasi 200 metri che è il punto d’incontro e di controllo dello spazio-tempo e alla cui sussistenza è legata la sopravvivenza del nostro mondo. Con un andamento che coniuga western e fantascienza il film narra gli incontri e le avventure del Pistolero nel tentativo di evitare che l’universo finisca nel caos. Un fantasy ricco di effetti speciali e con qualche ottima invenzione che – come i romanzi di King – è godibile da tutti (purché ci si abbandoni alle immagini che scorrono sullo schermo senza cercare ‘il pelo nell’uovo’) e non solo dagli adolescenti.
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SECRET SHARE
Genere: avventura
Regia: Peter Fudakovski
Cast: Jack Laskey, Zhu Zhu, Leon Dal, Hsia-Ching-Ting
Origine: Regno Unito/Polonia/Cina/Thailandia
Anno: 2014
In sala dal 21 agosto 2017
Il film: Secret Share – presentato in prima nazionale per celebrare il 150° anniversario della nascita di Joseph Conrad lo scrittore che tante generazioni ha fatto sognare – è tratto dal racconto Il compagno segreto del grande autore polacco (poi naturalizzato britannico) vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. Fudakovski è riuscito a ricreare l’atmosfera di sottile tensione e rarefatto mistero degli scritti di Conrad portando sullo schermo questa vicenda che ha per protagonisti, oltre al mare, uomini e donne con i loro piccoli e grandi segreti e inquietudini. Il film racconta di un giovane capitano polacco, al suo primo incarico importante, che nel mar della Cina si trova a gestire una situazione complessa: l’equipaggio interamente cinese si è ammutinato sospettando che il capitano voglia affondare l’imbarcazione per truffare l’assicurazione e lo ha abbandonato a bordo. Il giovane sta, quindi, affrontando da solo la notte quando tra le onde vede una donna cinese in difficoltà e seguendo il codice del mare si prodiga per salvarla. Salita a bordo la naufraga gli chiede di essere salvata prima che arrivino i suoi inseguitori…
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TARANTA ON THE ROAD
Genere: commedia
Regia: Salvatore Allocca
Cast: Nabiha Akkari, Helmi Dridi, Alessio Vassallo, Giandomenico Cupaiuolo, Emmanuele Aita, Bianca Nappi, Annarita Del Piano
Origine: Italia
Anno: 2017
In sala dal 24 agosto 2017
Il film: All’indomani della Primavera Araba (2011), Amira e Tarek, due migranti tunisini senza niente in comune, raggiungono una costa del Sud Italia. Non si conoscono, ma per caso si ritrovano entrambi a chiedere aiuto a una scalcinata band di musicisti di pizzica salentina alla ricerca del successo tra sagre e matrimoni. Creduti una coppia in attesa di un figlio, Amira e Tarek sono presi sotto la protezione della band che decide di aiutarli a raggiungere la Francia dove Giovanni, Luca e Matteo (i tre componenti) ritengono siano diretti per realizzare il loro comune progetto di vita. In realtà Amira è una giovane donna vivace in fuga da una famiglia integralista e che spera di trovare in Francia (fa affidamento su un’amica a Parigi) la propria indipendenza, mentre Tarek vuole lasciarsi alle spalle il passato e iniziare una nuova vita a Londra dove forse lo attende un lavoro. Il rischio di essere catturati dalla polizia e rispediti in Tunisia convince i due emigranti a stare al gioco che il caso ha loro offerto. Lo spaesamento e l’incertezza per il proprio futuro dei due giovani è forse minore di quello dei componenti della band che non vedono un futuro nell’attività musicale, ma non hanno il coraggio di cercare altri sbocchi alla propria vita. Pur con alcuni limiti e difetti (temi come l’immigrazione, la diversa predisposizione al concetto di libertà individuale tra Amira e Tarek, cioè tra uomo e donna e l’omosessualità sono solo accennati) il film ha due pregi notevoli: non vuole essere piacione e soprattutto è privo di banalità e volgarità. In sintesi è un film simpatico, intelligente e divertente.
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UN PROFILO PER DUE
Genere: commedia
Regia: Stéphan Robelin
Cast: Pierre Richard, Yaniss Lespert, Fanny Valette
Origine: Francia
Anno: 2017
In sala dal 31 agosto 2017
Il film: L’ottantenne Pierre (splendida per umanità l’interpretazione di Pierre Richard, icona del cinema francese) vive da solo dopo la morte dell’amatissima moglie, divenendo sempre più melanconico, scontroso e geloso della propria autonomia che deve difendere dall’affetto invadente e pesantemente noioso della figlia. Sperando di movimentare in qualche modo la vita del padre racchiusa tra i ricordi del passato e la televisione e di stimolarne la curiosità, la figlia gli regala un computer e gli invia un giovane ‘esperto’ (Alex, un ottimo Yaniss Lespert) per insegnargli i segreti dell’online. In realtà il trentenne Alex è lo squattrinato nuovo fidanzato della figlia, un bravo ragazzo piuttosto goffo che vuol diventare uno scrittore, ma non trova nessuno che apprezzi la sua opera. Con le lezioni d’informatica la figlia vuol far guadagnare qualcosa al ragazzo a spese del padre che non deve assolutamente sapere del legame di Alex con la nipote. Grazie agli insegnamenti del giovane, Pierre impara a navigare e presto s’imbatte in un sito di appuntamenti online. Utilizzando l’identità di Alex, Pierre conosce un’affascinante giovane donna, e se ne innamora ritrovando il gusto per la vita. Anche la giovane rimane affascinata dallo spirito romantico dei suoi messaggi e gli chiede un appuntamento. Intrigato da quest’avventura che vive con apparente ironico distacco, Pierre – che ha mentito sull’età e sulla sua attività – riesce a convincere un reticente Alex ad andare all’incontro al suo posto… Il film mantiene un ritmo brillante ricco d’invenzioni e situazioni divertenti, ma profondamente umane e mai scontate, fino a quando si muove sul binario del gioco degli equivoci e della brillante idea di un Cyrano al contrario. Perde invece qualche colpo quando si scopre la verità e tutti i nodi vengono al pettine, pur restando sempre un’opera di classe, pienamente godibile e illuminata dalla simpatia e dalla bravura di Richard oltre che dalla capacità del regista di tratteggiare con sapiente misura la personalità degli altri protagonisti e di ironizzare con garbata ironia sulle incognite delle relazioni sui social network. Pierre ci insegna, infine, che si può amare a qualsiasi età e che anche da vecchi per essere vivi e non vegetare in attesa della morte occorre avere uno scopo e degli interessi.