Primo spettacolo della 24° Edizione de “Il Sacro attraverso l’Ordinario“ o Isao Festival. Il Sottotitolo suona “Alla ricerca della felicità” ed ha quest’anno, come tema portante “Il Paradiso” inteso in una accezione laica, spirituale ma non religiosa. Progettato, ideato e realizzato da Il Mutamento Zona Castalia con Pop Economix e Mulino ad Arte. Sabato 16 Settembre, al Teatro Sociale di Pinerolo Simone Cristicchi ha raccontato a suo modo la storia di David Lazzaretti, conosciuto anche come il Cristo dell’Amiata. Prima dello spettacolo però, che iniziava alle 20,45, c’è stato un aperi-festival alle 18, sponsorizzato dalla Galup, famosa azienda del territorio presente con bevande dolci e fette di panettone, per una presentazione ufficiale da parte del direttore Giordano V. Amato e delle compagnie curatrici. Oltre ad una breve introduzione verbale da parte di Amato e dell’Assessore alla Cultura di Pinerolo, abbiamo assistito a brevi estratti degli spettacoli “A Noi Vivi! Il Paradiso, Blue Revolution e Uova Toste” presenti nel cartellone. Il pubblico non era molto numeroso, e questo ha permesso di usare lo spazio del ridotto del Teatro Sociale, molto ampio in verità, come spazio scenico, con la gente a ridosso degli attori, come fossimo in strada o comunque in un luogo non teatrale e quindi non protetto. Molti applausi prima dell’aperitivo. Un modo decisamente accattivante per invogliare il pubblico ad essere presente nei prossimi spettacoli. La storia che Cristicchi ci ha raccontato parte nel 1834, anno di nascita di Lazzaretti e momento storico ricco di fermenti, non solo nazionalistici. E’ Cristicchi un cantante che non disdegna la recitazione, e qui ha fatto una buona prova d’attore, con un testo per niente facile, ricco di situazioni che rasentavano la maniacità. La regia di Antonio Calenda si vedeva nei particolari, nell’uso degli oggetti in scena, sopratutto un magnifico carro o birroccio che diventavano via via cose diverse ed anche complesse, l’apparente casualità della precisione dove andare a destra e piegarsi corrisponde ad un inizio di una immagine nuova che comparirà davanti ai nostri occhi, estraendo o spostando o limitando. Un buon uso della voce e, ovviamente del cantato, ma mai eccessivo, sempre nel limite dell’azione e coerente con il personaggio interpretato. La narrazione di questo incredibile personaggio ha sopratutto un messaggio di fondo: “La storia di David insegna che tutti abbiamo un destino, un sogno in cui credere e, costi quel che costi, bisogna seguirlo fino in fondo”. E quel costi quel che costi, nel suo caso è stato davvero avventuroso e travagliato. Il pubblico, numeroso anche se non folto ha seguito con attenzione questo spettacolo, forse un pò lungo e con una illuminazione eccessivamente concentrata sull’attore, cercava e sottolineava con applausi i momenti più leggeri e lo stesso Cristicchi cercava di essere, a mio avviso, più lieve di quello che forse il personaggio gli imponeva. Il suo accento toscano, anzi maremmano era perfetto così le varie voci dei personaggi che interpretava erano giusti e mai macchiettistici. La storia finisce nel 1878 quando, durante una processione insieme ai suoi numerosissimi seguaci, viene colpito a morte dagli uomini della forza pubblica, insieme ad altre persone. Rimane questa sensazione di scontro clericale sul vero significato della scelta cristiana, che ben si addice a questo Festival, laddove la ricerca della felicità passa anche attraverso le proprie scelte personali oltre che divine. Applausi convinti alla fine.
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IL SECONDO FIGLIO DI DIO
Vita, morte e miracoli di David Lazzaretti
Regia Antonio Calenda
scritto da Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi
musiche originali Simone Cristicchi e Valter Silviotti
con le voci registrate del Coro Ensemble Magnificat di Caravaggio
scene e costumi di Domenico Franchi
luci di Cesare Agoni