Il perdono più forte del tradimento e dell’amore non corrisposto in bilico fra eros e thanatos, il mondo reale e il mondo onirico: questa la modernità di cui si ammanta ancora oggi Giselle, capolavoro del balletto romantico che chiude la stagione di danza 2016/2017 del Teatro dell’Opera di Roma.
Sul palco del Costanzi torna in scena dal 20 al 24 settembre (per un totale di sei recite, con doppia recita sabato 23) la versione di Patricia Ruanne tratta da Coralli-Perrot che aveva debuttato in prima nazionale a Roma nel 2015 diventando il primo spettacolo dell’era Eleonora Abbagnato, chiamata pochi mesi prima a ricoprire il ruolo di Direttrice del Corpo di Ballo e che pochi giorni fa è tornata a danzare a Roma nella Soirée Roland Petit in Le jenne homme et la Mort (con Carmen e L’Arlésienne) nella serata omaggio di grande successo sulla scia del binomio a quanto pare indissolubile fra eros e thanatos.
Anche la Giselle, ultimo titolo della stagione, presenta il “tradizionale” connubio fra amore. e morte, non senza il sacrificio (di Giselle) e la redenzione (di Albrecht): la versione romana arriva come riallestimento che
Patricia Ruanne, già principal dancer e Maître con e al fianco di Rudolf Nureyev, aveva affrontato nel 2000 per il Teatro alla Scala, quando ne era Direttrice.
Le scene i costumi realizzati per Roma da Anna Anni sono tradizionali e bellissimi, ma la particolarità della Giselle della Ruanne, balletto romanico del 1841, è la sua modernità che sta nell’umanità della storia raccontata e della gamma di sentimenti che risveglia nello spettatori. Non solo, La storia di Giselle che muore per l’amore non corrisposto di Albrecht e si trasforma in una Villi, spirito delle fanciulle decedute alla vigilia delle nozze e che gli salva la vita, è da sempre stato un agognato prova del repertorio classico: per la Ruanne diventa l’occasione di dimostrare che il virtuosismo sta nel rendere invisibile la tecnica esaltato da una narrazione semplice che non offuschi o distragga dalle emozioni. Sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera, il direttore Nicolae Moldoveanu a dirigere la musica di Adolphe Adam. Protagonisti del balletto in due atti su libretto di Gautier- Vernoy de Saint-Georges tratto dal De l’Allemagne di Heinrich Heine, saranno i Primi Ballerini, i Solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
“È un inizio in salita, ma bello per la compagnia che è già in forma: debuttare con i nostri ballerini quando prima c’erano solo Guest è molto importante – aveva ricordato con soddisfazione la Abbagnato confermando i progressi del “suo” Corpo di Ballo nel corso degli ultimi mesi.
Il guest però arriva con la presenza di Claudio Coviello, primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano che interpreta il ruolo di Albrecht (il 20 e il 21) che si alterna con il primo ballerino capitolino Claudio Cocino (il 22, il 23 e il 24 settembre) e con il solista Michele Satriano (in scena il 22 alle ore 15). Nel ruolo di Giselle, la prima ballerina Rebecca Bianchi (che ha interpretato il ruolo totalmente opposto di Carmen nella Soirée Petit) e la solista Susanna Salvi (nelle recite del 22 e del 23 settembre). Info su operaroma.it