R.O.F. 2017
La serata delle voci
Con due titani come Nicola Alaimo e Carlo Lepore si torna al gusto dell’ascolto.
Per Torvaldo e Dorliska, dramma semiserio di Cesare Sterbini, musicato da Gioachino Rossini, si torna nel luogo d’elezione del R.O.F., il teatro Rossini, che il regista Mario Martone trasforma idealmente nel castello del Duca d’Ordow, come già fece nel 2006. L’allestimento è infatti quello di undici anni fa con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Cesare Accetta. Un allestimento originale, in quanto tutto il teatro, spettatori compresi, è idealmente l’interno del palazzo, mentre in palcoscenico c’è il grande cancello di ferro d’accesso che divide il palazzo da un folto bosco scosceso, spesso in penombra. Gli ingressi e le uscite avvengono ai lati del palcoscenico, dai due palchi laterali di primo ordine tramite scale di ferro calate e ritirate, dalla platea (troppe uscite dalla platea) e ovviamente dalla cancellata. Molto originale la gabbia di ferro che esce temporaneamente dalla passerella per mostrare Torvaldo prigioniero.
Mi ha fatto piacere rivedere l’allestimento che aveva avuto già il suo bel successo al suo esordio. Ma soprattutto mi sono finalmente gustata il Rossini vocale che amo particolarmente per la sua genialità e per la sua difficoltà, grazie a due consolidati specialisti. Il baritono Nicola Alaimo, imponente e dominante nelle vesti del Duca d’Ordow, esibisce una vocalità ampia, robusta e di bel colore, una precisa tecnica d’emissione e di dosaggio del fiato sia nella forza del canto scandito e cadenzato, sia nella dolcezza del canto morbido; grandi applausi per l’aria del duca “Cedi…Indietro. Ah qual voce” e per il duetto molto mosso Duca – Giorgio “Ah non posso! …invan lo spero!” nel quale si fronteggiano i due titani: Alaimo e Lepore.
Il basso Carlo Lepore ha voce poderosa e bellissima, canta in maschera e copre con rotondità e pienezza del suono tutta la gamma, dai gravi corposi agli alti strepitosi, interpreta con padronanza scenica e gestuale e sapiente mimica facciale il ruolo del servitore Giorgio, pur avendo un braccio ingessato (che io erroneamente credevo facesse parte del personaggio), bravissimo nel sillabato fitto scandito in ogni parola, è una vera icona dei ruoli di carattere, ai quali dona una dignità particolare per non farli cadere nel burlesco.
Accanto ai due noti artisti fa la sua bella figura il soprano Salome Jicia che affronta il recitativo e cavatina d’ingresso di Dorliska “Dove son?…Tutto è vano” con belle sonorità, squillo robusto, buoni gravi, fluidità nel canto d’agilità, sostenuta da un’orchestra misteriosa e vibrante. Il soprano rivela spessore in tutti i registri, gravi corretti, acuti sterminati e possenti, sicura nella coloratura e capace di dolcezza del canto (difficilissima aria “Ferma, costante, immobile”, ricca di coccodè), ha voce vibrante (non col vibrato…attenzione).
Nel ruolo di Torvaldo fa il suo esordio il tenore russo Dmitry Korchak, che esibisce un bel colore chiaro dal suono robusto, una buona padronanza della coloratura, ma poca fermezza negli slanci e uno strano modo di alleggerire (recitativo e cavatina del primo atto “Tutto è silenzio…Fra un istante a te vicino”), rivela fluidità nel canto d’agilità nell’aria del secondo atto “Dille, che solo a lei”, che canta sul forte in modo irruento. Dovrebbe imparare a modulare la voce.
Raffaella Lupinacci presta a Carlotta, ancella del duca e sorella di Giorgio, una voce calda di mezzosoprano, bella in acuto e sicura nell’emissione. Nell’aria “Una voce lusinghiera” i suoni sono densi, ampi in tessitura acuta, ma chiusi nel registro grave.
Corretto Filippo Fontana (baritono o tenore?) nella parte di Ormondo, capo delle guardie del conte, che ha una lunga aria “Sopra quell’albero” verso la fine del primo atto.
Il coro Mezio Agostini del Teatro della Fortuna di Fano, ben preparato dalla precisa Mirka Rosciani (anche pianista e direttore d’orchestra), dà il suo prezioso apporto vocale ai concertati e alle pagine d’insieme e scenico muovendosi nella penombra della foresta.
L’Orchestra Sinfonica G. Rossini, agilissima nei tempi veloci e capace di piegarsi alle dinamiche della partitura, è guidata dal preparato giovane direttore Francesco Lanzillotta.
Insomma una bella serata.
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Teatro Rossini – 12, 15, 18 e 21 agosto, ore 20.00
TORVALDO E DORLISKA
Dramma semiserio di Cesare Sterbini, musica di Gioachino Rossini
Regia Mario Martone
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Aiuto regista Daniela Schiavone
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Interpreti:
Duca d’Ordow Nicola Alaimo
Dorliska Salome Jicia
Torvaldo Dmitry Korchak
Giorgio Carlo Lepore
Carlotta Raffaella Lupinacci
Ormondo Filippo Fontana
Orchestra Sinfonica G. Rossini
Direttore Francesco Lanzillotta
Coro del Teatro della Fortuna Mezio Agostini
Maestro del Coro Mirca Rosciani
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Produzione 2006
Credito: Studio Amati Bacciardi