Nella magica cornice partenopea, negli affascinanti e storici spazi del Teatro Sancarluccio, debutta il nuovo spettacolo de La Falegnameria dell’Attore, in co produzione con Viaggi e Miraggi – Teatro del Torrino di Roma, dal titolo “06.05.38” che ha l’obiettivo di emozionare il grande pubblico attraverso un viaggio artistico sospeso tra storia e vita reale. Liberamente ispirato al celebre film di E.Scola “Una giornata particolare”, ecco la trasposizione teatrale di Luca Pizzurro che rende giustizia al racconto di drammatica delicatezza, ponenddo l’accento sull’individualità dei protagonisti e sul loro destino.
Interpretato da Gigliola de Feo, attrice già allieva a Roma e poi assistente di Giulio Scarpati, con Andrea Fiorillo, attore e regista formatosi sulle tavole dello storico Teatro Sancarluccio di Napoli, lo spettacolo parte dal presupposto che cambiando la prospettiva da cui si guarda, si può godere la sorpresa di un panorama sociale profondamente mutato.
Ad arricchire lo spettacolo, le coreografie di Luana Iaquaniello che rappresenta il secondo tassello di questo spettacolo dedicato alle passioni dell’anima e agli aspetti più profondi che genera nella società contemporanea.
Racconta Gigliola de Feo, interprete della pièce: “06/05/38 è uno spettacolo forte, che costringe sia noi attori che lo interpretiamo, sia il pubblico che assiste, a confrontarsi con la Storia, quella con la S maiuscola, e con le storie di solitudine, di emarginazione e di deriva sociale che sono protagoniste del racconto. Il mio personaggio, Antonietta, è un pugno nello stomaco, anche per quanto riguarda la costruzione artistica che, con la regia, cerco di farne. Una donna ruvida, ma non per sua scelta. Quasi un animale selvatico, non sa scrivere e a malapena sa leggere, indottrinata di cultura fascista secondo schemi ben precisi, si dibatte tra la tentazione di una vita diversa e la sua stessa vita, ai margini di tutto. Ma troveràà la forza di provare a sperare in un futuro altro, grazie al riscatto della conoscenza: questo suo percorso interiore, questa evoluzione/rivoluzione di Antonietta, così come disegnata dalla scrittura e dalla regia di Luca Pizzurro, è per me una prova d’attrice di grande intensità emotiva ed artistica.”
“Lavorare su questo testo per me è come gridare allo spettatore che non bisogna smettere di fare della nostra vita un’esperienza meravigliosa – racconta Andrea Fiorillo, co interprete dello spettacolo – in un mondo dove il diverso fa ancora troppa paura, ha bisogno di bellezza, e le parole di Scola nel riadattamento del nostro regista Pizzurro, danno alla mia compagna di viaggio, Gigliola de Feo, ed a me, la chance di raccontare che “non bisogna adeguarsi alla mentalitàà degli altri, quando è sbagliata.”
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Note di regia
“Abbiamo deciso di mettere in scena 06.05.38, superando timori e scrupoli verso il capolavoro cinematografico originale, perché a ben guardarla la sceneggiatura di Scola e Maccari nasconde uno spettacolo teatrale di vita perfetto. Un ambiente intimo e perso, due grandi protagonisti, due storie umane che si incontrano in uno spazio comune in cui sono “obbligati” a restare, prigionieri delle convinzioni sociali. Fuori il mondo, la Storia, di cui ci arriva l’eco dalla radio. Un grande evento che fa da sfondo a due piccole storie personali, in una giornata che sarà particolare per tutti: per Gabriele, per Antonietta, per la sua famiglia che si reca alla parata, per gli Italiani che festeggiano l’incontro tra Mussolini e Hitler, senza sapere quanto fatale sarà per i destini del Paese.”
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SINOSSI – 06.05.38
6 maggio del 1938, giorno della visita di Hitler a Roma. In un comprensorio popolare, Antonietta, moglie di un usciere e madre di sei figli, prepara la colazione, sveglia la famiglia, aiuta nei preparativi per la parata. Una volta sola, inavvertitamente, apre la gabbietta del merlo che va a posarsi sul davanzale di un appartamento difronte al suo. Bussa alla porta, ad aprirle è Gabriele, ex annunciatore dell’EIAR che sta preparando la valigia in attesa di andare al confino perché omosessuale. Antonietta, donna ignorante e plagiata dall’affascinante figura di Mussolini, rispecchia in pieno il ruolo di donna del “regime” dedita alla famiglia, succube del marito e “mezzo di produzione” per la macchina bellica. È rapita dal fascino discreto di Gabriele e, inconsapevolmente, tenta di conquistarlo mentre lui è costretto a confessare la sua omosessualità causa anche del suo licenziamento. Mentre la radio continua a trasmettere la radiocronaca dell’incontro tra Hitler e Mussolini, Antonietta e Gabriele si rispecchieranno l’una nell’altro condividendo la solitudine delle loro anime. Gabriele regala ad Antonietta un libro (I tre moschettieri) che rappresenta il simbolo di una speranza ovvero che le donne possano affrancarsi dalla loro condizione di “schiave” in cui erano state relegate dal regime fascista, attraverso la conoscenza e la cultura.
La Falegnameria dell’Attore, va segnalato, è anche una scuola di recitazione teatrale e cinematografica fondata a Napoli quattro anni fa proprio da de Feo e Fiorillo, che ne condividono la direzione artistica. La scuola fin da subito ha ospitato lezioni speciali di attori, registi e casting director di fama nazionale e internazionale (da Giulio Scarpati a Lella Costa, da Alberto Rossi a Valeria Miranda, a Luca Pizzurro…) a testimonianza della realtà vivace e della volontà di sperimentazione costante che rappresenta.