La prima esecuzione a Roma di uno dei massimi capolavori del Novecento musicale: è con il Re Ruggero di Karol Szymanowski che Sir Antonio Pappano apre la stagione sinfonica 2017/2018 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia il 5 ottobre (alle 19,30 con diretta su Rai Radio Tre, repliche sabato 7 ore 18, lunedì 9 ore 20.30),
Ancora un’opera proposta in forma di concerto dopo il Fidelio della scorsa stagione che guarda al Novecento musicale, realizzata in co-produzione con il RomaEuropa Festival e che si impreziosisce della suggestiva regia in presa diretta e le proiezioni video performative affidate a MASBEDO, alias Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, duo di videoartisti milanesi di spicco della scena internazionale sulla drammaturgia visiva di Mariano Furlani.
“L’inaugurazione di una stagione non è solo un’apertura, ma è anche una dichiarazione di intenti programmatica – ribadisce Michele Dall’Ongaro, Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – perché c’è tutto un Novecento delle ricerca musicale da riscoprire”.
Proprio come il raro Re Ruggero, un’opera sostanzialmente anti-narrativa che indaga fra i tormenti interiori del Re normanno Ruggero II d’Altavilla diviso fra i valori cristiani di un mondo arcaico e polveroso e il culto pagano nella Sicilia dell’Anno Mille per raccontare una vicenda che guarda alle Baccanti di Euripide e narrare la mai sopita dicotomia fra l’apollineo e il dionisiaco. Una riscoperta musicale messa a punto proprio da Antonio Pappano che ha già diretto la seconda opera di Szymanowski nel 2015 al Covent Garden in forma scenica e che porterà l’allestimento romano al Scala nel gennaio del 2021.
“È importante riscoprire un’opera come Re Ruggero: sono stato sempre affascinato dalla figura di re Ruggero e dalla musica sensuale, attraente e cinematografica di Szymanowski che racconta la dicotomia del re sospeso fra eros e religione, Dioniso e il cristianesimo – spiega Pappano – Ma non c’è solo la bellezza e la sontuosità della partitura, ma tutta la ricchezza della musica con influenze di Strauss e Liszt. L’opera segna un importante passaggio nell’universo di Szymanowski dalla musica austro germanica a una musica più mediterranea”.
A Roma Re Ruggero sarà proposta in forma di concerto viene proposta nella totale continuità musicale di novanta minuti per “favorire la concentrazione del pubblico” spiega Pappano, a ricreare una sorta di flusso musicale, ma si percepiscono nei tre atti, tre fasi diverse, una prima parte inquietante e lirica, una seconda struggente a suggerire l’abisso psicologico in cui crolla Ruggero, una terza che indica desolazione quanto il re scopre sé stesso e le sue certezze finiscono per essere spazzate via.
“Re Ruggero ha tutto apparentemente: il potere, la ricchezza, la stabilità, il rispetto del popolo, ma la società intorno a lui è polverosa stantia – continua il direttore musicale – ma l’arrivo del Pastore che predica un approccio alternativo alla tradizione e predica la libertà individuale cambia tutto. Ruggero si rende conto che non ha nulla e tutto tutto crolla intorno a lui”.
E se l’opera, più una sorta di oratorio caratterizzato però dalla scrittura sinfonica e primitiva, ma sostanzialmente anti narrativa, tutto è giocato sul recitativo e fisso orchestrale a suggerire l’attesa e il senso di pericolo: a controbilanciare la mancanza di azione concreta, il progetto multimediale dei MASBEDO impegnati a ricreare direttamente sul palco, live, a livello visivo l’emotività, il vissuto psicologico e interiore di Ruggero attraverso video affascinanti che amplificano il percorso della coscienza del re.
“Entusiasti di poter mischiare il pubblico di nicchia diverso di RomaEuropa e di Santa Cecilia”, i MASBEDO, partiti da una “costruzione del mito dell’autore” propongono una suggestiva messinscena performativa rigorosamente live.
“Siamo partiti dal sincretismo e dalla commistione di idee per creare un nuovo ibrido – spiegano i due video artisti – Vogliamo essere la mente di Ruggero raccontandone la psiche e l’inconscio: nell’opera non ci sono romanticherie, non accade nulla se nn nella mente di Ruggero, coperta da un velo di bellezza. L’arrivo del Pastore porta il desiderio scivoloso e salvifico che cambia tutto e fa crollare le certezze del re”.
Ma con finale ottimista: nonostante Re Ruggero sia ispirato alle Baccanti di Euripide, a un certo punto se e distacca perché Szymanowski cambia il terzo atto cercando di trovare una soluzione fra l’apollineo e il dionisiaco di Nietzsche.
Impegnati al completo per l’inaugurazione, l’Orchestra, il Coro diretto da Ciro Visco, le Voci Bianche di Santa Cecilia: accanto a loro, Lukasz Golinski nel ruolo di Re Ruggero II di Sicilia, Lauren Fagan nel ruolo di Roxana, sua moglie, Edgaras Montvidas è il Pastore, Marco Spotti è l’Arcivescovo, Helena Rasker è la Badessa, Kurt Azesberger interpreta il ruolo di Edrisi.
A impreziosire l’inaugurazione della stagione sinfonica, A più voci, l’installazione sonora con Olofoni, speciali sistemi di diffusione del suono a forma di parabola, ideata dal compositore Michelangelo Lupone che propone un ascolto diffuso e avvolgente attraverso un principio d’irradiazione riflessa, ma gli appuntamenti non finiscono qui. Domenica 8 ottobre (ore 18 in Sala Sinopoli) si apre anche la Stagione di Musica da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Haydn 2032 con la Kammerorchester Basel diretta da Giovanni Antonini per un nuovo nuovo appuntamento del progetto dell’integrale delle sinfonie di Haydn. Biglietti da 19 a 52 Euro, info su www.santacecilia.it.