“Perché dobbiamo aspettare che tutto ci crolli addosso per diventare migliori?”
La notte di Capodanno è il momento in cui ogni persona fa i conti con quello che è stato l’anno appena passato e con quello che ancora deve arrivare: anche i più spensierati non potranno non tirare fugacemente le somme di quella che è la propria vita. Per i più introspettivi, invece, se si trovano davanti un bilancio tristemente negativo, spesso il confronto diventa difficile e critico e alcune persone possono decidere consapevolmente di non festeggiare, di non esorcizzare le proprie paure nel rituale del veglione. Giacomo è una di queste persone: per lui “non c’è nulla da festeggiare”, decide di passare la notte di Capodanno a scrivere, in compagnia della figlia ormai addormentata e delle proprie nevrosi, lasciando la vita fuori dal suo appartamento. Tuttavia sarà proprio la vita a entrare di prepotenza, seppur non invitata: a uno a uno, ognuno con motivazioni diverse, i principali attanti della vita di Giacomo si presentano all’uscio e ognuno ha in qualche modo bisogno di lui. Dal fratello, alla ex, ai genitori… tutti si trovano insieme in un “festeggiamento” improvvisato e ai limiti dell’assurdo. La serata prende una piega inaspettata e davanti alla crisi si delineano i veri caratteri dei personaggi e le verità per troppo tempo nascoste, i “non detti” che accumulati l’uno sull’altro generano incomprensioni, litigi, lotte e infine il deterioramento senza scampo dei rapporti. Sarà proprio nel momento della difficoltà che ciascuno dei personaggi tirerà fuori i suoi segreti peggiori, ma in quel modo sarà anche libero di riflettere su se stesso e attingere alle sue migliori risorse. C’è chi dovrà dire la verità, chi dovrà dichiarare un amore per troppo tempo conservato in silenzio, chi dovrà spiegare le proprie ragioni e il vero motore delle proprie azioni. Lo spettacolo procede con un ritmo incalzante e non mancano i colpi di scena. Fondamentali sono i dialoghi, scaturiti dalla penna di Francesco Brandi, che sono brillanti, ironici e divertentissimi e dai quali lo spettatore non potrà non rimanere esilarato, soprattutto per la loro disarmante umanità. A uno a uno i personaggi spogliano se stessi e tolgono la loro maschera, rendendosi infine conto quanto sia fondamentale la comunicazione, soprattutto quella affettiva e giungendo così a un, seppur dolceamaro, lieto fine, forse un po’ utopico ma molto delicato, con tratti quasi onirici. Oltre a Francesco Brandi, che è anche sulla scena, i bravissimi Miro Landoni, Daniela Piperno e Sara Putignano con la loro recitazione fanno dimenticare che ci troviamo davanti a un gruppo di attori, dandoci l’illusione di assistere a scene di vita quotidiana spiando dal buco della serratura. La regia di Raphael Tobia Vogel è brillante ed efficace, grazie anche alle scene di Francesca Pedrotti e Alice De Bortoli, alle luci di Luigi Biondi, alle musiche di Andrea Farri,all’assistente alla regia Beatrice Cazzaro, al direttore dell’allestimento Lorenzo Giuggioli, al macchinista Riccardo Scanarotti, all’elettricista/fonico Davide Marletta e alla sarta Caterina Airoldi. Uno spettacolo da non perdere.
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di Francesco Brandi
con (in o.a.)
Sebastiano Bottari, Francesco Brandi, Miro Landoni, Daniela Piperno, Sara Putignano
regia Raphael Tobia Vogel
scene Francesca Pedrotti e Alice De Bortoli
luci Luigi Biondi
musiche Andrea Farri
assistente alla regia Beatrice Cazzaro
direttore dell’allestimento Lorenzo Giuggioli
macchinista Riccardo Scanarotti
elettricista/fonico Davide Marletta
sarta Caterina Airoldi
amministratrice di compagnia Caterina Floramo
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
Produzione Teatro Franco Parenti