Tre Premi Oscar italiani e l’eccellenza degli archi di Santa Cecilia diretti da Luigi Piovano insieme per Cinema per Archi, il primo cd nato dalla collaborazione fra l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’editore discografico indipendente Outhere per la propria etichetta Arcana.
Nino Rota (Oscar per Il Padrino – Parte II), Ennio Morricone (Oscar alla carriera nel 1999 e per The Hateful eight nel 2016), Nicola Piovani (Oscar per La vita è bella nel 1999): saranno 14 delle loro più celebri composizioni per il cinema accostate ad opere orchestrali forse meno note al grande pubblico, le tracce contenute in Cinema per Archi – Morricone, Piovani, Rota, il primo cd che vede la collaborazione fra gli Archi di Santa Cecilia diretti da Luigi Piovano che eseguono le musiche dei tre Premi Oscar e che sancisce la prima collaborazione fra Santa Cecilia e l’editore discografico indipendente Outhere per la propria etichetta Arcana.
“Non è un cd come tutti gli altri – esordisce il Presidente dell’Accademia Michele Dall’Ongaro in occasione della presentazione del cd – Rispetto a qualche decennio fa i tempi sono cambiati: i nostri italiani vantano archi di primo piano e l’Orchestra per Archi di Santa Cecilia fa parlare di sé da oltre 5 anni. Morricone e Piovani sono due musicisti assolutamente diversi, ma sono accomunati, entrambi romani, da molti dettagli come ad esempio la disciplina della musica”
Luigi Piovano, al terzo cd con gli archi di Santa Cecilia, e qui nella duplice veste di violoncello solista (ruolo che ricopre anche nell’Orchestra romana) e di direttore spiega che “molte cose sono cambiate, ma nella sostanza non è cambiato nulla: al terzo progetto vogliamo rendere merito alla musica italiana. È meraviglioso che qualcuno che crede nei talenti investa nella musica”.
“È il momento delle confessioni – esordisce il Maestro Morricone – io non volevo partecipare a questo disco perché non avevo pezzi a disposizione da proporre, ma alla fine ho ceduto con arrangiamenti per archi delle Arcate per archi. Meditazione in re maggiore maggiore per violoncello e archi e la versione per archi e violoncello del Mosè”.
Nel cd anche il celeberrimo Gabriel’s Oboe dal Mission di Roland Joffè con l’incantevole oboe di Paolo Pollastri e la Musica per 11 violini, “un pezzo scritto nel 1958 come una sfida nei confronti della musica contemporanea di allora”.
Gli arrangiamenti, spesso in prima esecuzione assoluta, pensati e dedicati agli archi di Santa Cecilia mettono insieme tracce che alternano la musica composta per il cinema e la musica d’ascolto per il pubblico ponendo l’annosa questione di come il compositore affronti i due tipi di composizione.
“Ho sempre voluto differenziare la musica dal cinema dalla musica assoluta per il pubblico, ma poi nel corso degli anni le cose sono cambiate e ho capito che le due musiche si potevano avvicinare – prosegue Morricone, da sempre strenuo sostenitore della dicotomia fra i due tipi di composizione – ma c’è difficoltà nel trasformare la musica assoluta in musica da cinema. Io non ho mai disprezzato il cinema, ho vissuto con il cinema, ma si tratta di una situazione in cui il compositore è costretto ad accettare continui compromessi perché il regista ha le sue esigenze con il pubblico”.
Nessuna differenza, se non nella tipologia della scrittura e della fruizione, fra i due tipi di musica per Nicola Piovani che chiude Cinema per archi: nel cd Il canto dei neutrini, per violoncello e orchestra, del 2012, con una prima registrazione assoluta e dedicato agli archi di Santa Cecilia, una “musica ispirata alla bellezza della natura, ma se fino agli inizi del Novecento esistevano molte composizioni dedicate alla bellezza della natura visibile, nel secondo Novecento, la scienza mostra tutta la bellezza della natura invisibile”.
Oltre alle suggestioni di carattere quasi scientifico, il cd contiene anche Buongiorno Principessa, per violoncello e archi e il tema per archi de La vita è bella di Benigni.
“Ho patito tutti diversi concerti di musica contemporanea – continua Piovani smentendo un ipotetico addio al cinema – ma ho la fortuna di poter vivere in un periodo in cui tutti i linguaggi musicali sono tollerati e ho scelto la mia strada per cui la mia musica da cinema somiglia all’altra musica melodica. Ciò che esiste è la diversa modalità di approccio di lavoro e la diversa densità della musica. I brani per il cinema devono avere il massimo dell’immediatezza e devono legarsi immediatamente all’immagine perché c’è un obbligo di comunicazione immediata. Nella musica “assoluta” esiste invece un obbligo di complessità da dedicate interamente all’ascolto”.
Apre il cd la musica di Nino Rota, scomparso nel 1979, e indissolubilmente legato (almeno nel cinema) a Federico Fellini con la struttura di musica da cinema molto simile alla musica sinfonica.
“Rota poteva diventare il nostro Shostakovich, ma senza la sua cattiveria – ricorda Dall’Ongaro – ma non trovando porte aperte nel mondo della musica classica, ha trovato la sua strada nel cinema, ma per lui non c’è alcuna differenza fra i due tipi di musica”.
Cinema per archi si apre proprio con Rota, compositore estremamente prolifico e il suo Concerto per archi (del 1964) articolato in quattro movimenti e prosegue con alcuni delle celeberrime colonne sonore scritte per Fellini, La strada e Amarcord e Romeo e Giulietta di Zeffirelli.
“Non facciamo business musicale, ma proponiamo beni culturali: la qualità per noi resta un’esigenza assoluta e siamo orgogliosi di avere l’opportunità di provare a collaborare con grandi musicisti” ricorda Charles Adriaenssen, presidente di Outhere.
L’immagine del disco è di Mario Giacomelli, tra i più importanti fotografi italiani del Novecento con Presa di coscienza (1990), ma ad anticipare o ad accompagnare il disco, l’esclusiva intervista doppia a Ennio Morricone e Nicola Piovani curata dal musicologo Giovanni D’Alò fra aneddoti e spunti diversi per gustare fino in fondo lo spirito del cd.