Sabato 7 ottobre h 17 – domenica 8 ottobre h 15 | VASCELLO DEI PICCOLICONCERTO CAPPUCCETTOTeatro delle Marionette degli Accettella
Ideazione, drammaturgia, regia: Alessandro Accettella e Silvia Grande
Con: Alessandro Accettella, Silvia Grande, Maria Giuditta Santori (percussioni), Raffaele Magrone (clarinetto e sassofono), Andrea Moriconi (chitarre)
Musiche originali: Maria Giuditta Santori
Tecnica: Teatro di figura e teatro d’attore e musica dal vivoEtà Consigliata: 3-6-99 anni
Ispirato a “Cappuccetto Rosso, Verde, Giallo, Blu e Bianco” di Bruno Munari
Ma poi … Cappuccetto … come finisce veramente la tua storia? E se … il lupo, invece di mangiare te e la tua nonna … mangiasse il cacciatore? E se … arrivasse in tempo la tua mamma a salvarti? E se … diventassi amica del lupo e organizzassi una grande festa e nel bosco? E se ….? Però … veloce a decidere … Cappuccetto! Perché sta scendendo la notte e presto … non si vedrà più nulla! A far compagnia a Cappuccetto ci sarà la Musica, melodie originali, a volte strane e ribelli che l’avviseranno dei pericoli e l’aiuteranno a tornare sana e salva dalla sua mamma.
Biglietteria: € 10,00 –Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto
Abbonamenti
FREE CLASSIC € 90,00 – 10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza
LOVE € 80,00 4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza
FAMILY € 40,00 programmazione Vascello dei Piccoli 5 ingressi cumulabili
Via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma
Tel. 06.5881021/06.5898031 –
www.teatrovascello.it – promozione@teatrovascello.it
TEATRO VASCELLO DANZA
11-12 ottobre ore 21.00 | DANZA
SCHERZO for piano and stick
di e con Mia Theil Have al movimento scenico e danza
e musiche composte ed eseguite dal vivo di Nikola Kodjabashia al pianoforte
scritto da Peter Oswald
designer Luis F. Carvalho
disegno luci Lyn Cunningham
co-regia Mia Theil Have
regia di Tage Larsen
“SCHERZO for piano and stick” è un drammatico dialogo per pianoforte e bastone. In omaggio alla celebre serie di cartoni animati del 1970 di Osvaldo Cavandoli, La Linea, Mia Theil Have si esibisce con un bastone di legno in questa veloce e minuziosa esecuzione fisica realizzata e punteggiata da brevi poesie di Peter Oswald. Con un altrettanto originale live score di Nikola Kodjabashia, che si muove tra musica contemporanea classica, mondiale e jazz, SCHERZO è lo spostamento di un paesaggio di immagini e di emozioni, un caleidoscopio di trasformazioni immaginative che a loro volta si presentano leggere, folli e sconvolgenti.
TEATRO VASCELLO
Dal 4 all’8 ottobre 2017
dal mercoledì al sabato h 21 domenica h 18
in collaborazione con Le vie dei festival
IL CIELO IN UNA STANZA
Fondazione Teatro di Napoli – 369gradi
Compagnia Punta Corsara
di Armando Pirozzi e Emanuele Valenti
con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella e Peppe Papa
scene Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
luci Giuseppe Di Lorenzo
regia Emanuele Valenti
Il cielo in una stanza, scritta da Gino Paoli e interpretata di Mina nel 1960, è la canzone di un amore che abbatte le pareti di una stanza, il racconto di una storia comune, nata in un luogo intimo, privato, come la propria casa. Se però questa casa crolla, cosa resta del sogno romantico, cosa resta della giovane coppia che l’ha sognato e cosa diventa quel luogo che il crollo ha portato via?
Se quella che ‘non ha più pareti ma alberi infiniti’ è una stanza del 1960, allora sarà parte di un edificio degli anni immediatamente precedenti, quelli anni ’50, magari a Napoli, in cui, proprio attraverso la costruzione e distruzione di case e parti di città, si avviava un processo di trasformazione sociale, secondo un piano regolatore delle esistenze che guardava al futuro e irrimediabilmente stravolgeva le identità conosciute. Partendo da fonti diaristiche e fatti di cronaca, dall’emigrazione in Svizzera alla speculazione edilizia, viste secondo le logiche dell’evocazione più che la cronologia degli eventi, il nostro racconto si struttura come una rivisitazione allucinata della classica commedia Eduardiana in tre atti e comincia proprio da qui: il cielo, con il crollo, è entrato veramente nella stanza, che ora veramente ‘non ha più pareti’. E guardandoci dentro, incontriamo una comunità di personaggi che negli anni ’90 continua a vivere in questa architettura sbilenca, non riuscendo ad allontanarsi da quel che resta del palazzo.
Li incontriamo nel momento in cui vogliono fare i conti con il proprio passato e trovare un modo, costi quel che costi, per archiviarlo e ricominciare a sognare un futuro. Ammesso che questo sogno sia ancora possibile. Ma le posizioni paradossali che, come in una folle sarabanda, si trovano di volta in volta a sostenere o ripudiare, riflettono la confusione in cui turbina ogni loro ideale politico, etico, anche spirituale, e che ricorda molto da vicino il nostro disorientato presente.
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