MilanOltre dedica un focus composto da quattro titoli (Bastar Sunday, Corpus Hominis, Estasi e La bellezza ti stupirà) a Enzo Cosimi che, come scrive Francesca Pedroni (il manifesto), «viaggia nell’arte e nella danza contemporanea da più di trentacinque anni, spronando con eroica fantasia la sua vorace ricerca estetica. Danzatore dal piglio pulsante, da decenni è un coreografo saldamente menefreghista delle mode, perché artista mai di facciata, uomo felicemente libero di lasciare scorrere l’intuizione (e così ha precorso i tempi più di una volta), autore acuto nel carpire il quid generazionale di danzatori e non danzatori con i quali lavora».
Enzo Cosimi, coreografo regista tra i più autorevoli della coreografia contemporanea italiana. Coreografo ospite del Teatro Alla Scala di Milano e del Teatro Comunale di Firenze, firma nel tempo con la sua Compagnia produzioni per i più prestigiosi festival e teatri internazionali, collaborando con artisti dell’eccellenza italiana e internazionale, tra i quali Miuccia Prada, Luigi Veronesi, Richie Hawtin, Aldo Tilocca, Louis Bacalov, Aldo Busi, Daniela Dal Cin, Robert Lippok e Fabrizio Plessi con il quale crea Sciame, primo lavoro di video danza italiano. Nel 2006 firma la regia e la coreografia della Cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, protagonista l’étoile Roberto Bolle e 250 interpreti.
Nel marzo 2012 viene riallestito Calore, primo lavoro di Enzo Cosimi all’interno del Progetto RIC.CI. a cura di Marinella Guatterini.
Nella sua carriera, mette a segno con la sua Compagnia più di 40 produzioni, tra cui Sopra di me il diluvio, presentato alla Biennale di Venezia nel 2014 che ottiene il Premio Danza&Danza 2014 come Migliore Produzione Italiana dell’Anno e il Premio Tersicore 2015 a Paola Lattanzi come Migliore interprete contemporaneo.
Nel 2015 debutta Fear party, prima tappa del progetto Sulle passioni dell’anima. Nel 2016 viene presentato, in co-produzione con il Teatro di Roma, la seconda creazione del progetto, Estasi, che indaga il rapporto tra il Desiderio e i suoi aspetti più profondi generati oggi nella società contemporanea.
Parallelamente dal 2015 la Compagnia si dedica a creazioni legate all’ambito sociale e politico, creando nel 2015 La bellezza ti stupirà, coinvolgendo nel lavoro un gruppo di homeless. Lo spettacolo è all’interno del Progetto Ode alla bellezza – 3 creazioni sulla diversità. Nel 2016 è stata presentata la seconda tappa, Corpus Hominis, un’indagine sull’omosessualità in età matura in rapporto alla contemporaneità.
Le creazioni della Compagnia Enzo Cosimi sono state rappresentate negli anni nei maggiori Teatri e Festival italiani, e portate in tournée in Europa, Stati Uniti, Perù, Australia, India, Giappone.
Enzo Cosimi da alcuni anni collabora come coreografo residente alla Scuola Civica Paolo Grassi di Milano.
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11 ottobre | Sala Shakespeare ore 20.30
COMPAGNIA ENZO COSIMI
Bastard Sunday
regia e coreografia Enzo Cosimi
da Pier Paolo Pasolini
interpreti Paola Lattanzi, Pablo Tapia Leyton
video e progetto visivo Enzo Cosimi
musica originale Robert Lippok
luci Gianni Staropoli
produzione Compagnia Enzo Cosimi, Mibact, Teatro Comunale Di Ferrara, Auditorium Parco Della Musica Di Roma, Festival Dissonanze
produzione 2003 – ripresa 2015
durata 50′
Bastard Sunday è stato presentato al Teatro India di Roma nel dicembre 2015, dopo più di dieci anni dal suo debutto.
Ispirato alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini, lo spettacolo amplifica e viviseziona, attraverso un’impalcatura drammaturgica la visione poetica pasoliniana, aprendola ad una complessità inedita.
Interpretato da una figura femminile androgina insieme ad una figura maschile, Bastard Sunday si muove in un paesaggio astratto, sospeso, rarefatto che arriva alla fine a caricarsi di un presagio di speranza.
Bastard sunday si avvale per le musiche della collaborazione del musicista/compositore berlinese Robert Lippok dei To Rococo Rot, artista tra i più interessanti e innovativi della scena musicale elettronica europea.
«Bastard Sunday, pezzo di alta coreografia con Paola Lattanzi, danzatrice di deciso profilo.Un corpo tragico, corpo in bilico tra implosioni spezzate, rotolate, cadute, pose straziate».
Francesca Pedroni, Il Manifesto
«Nella sua generosa prova d’interprete lo spettatore ritrova l’essenza dell’uomo Pasolini: essere carne e sangue di una società al crepuscolo».
Monica Perozzi, Spettacoli e Società
«Bastard Sunday è struggente. Lo è in tutto ciò che non dice. Lo è nel corpo dolorosamente penoso di (un’immensa) Lattanzi. Lo è nella sua spossante freddezza. Perché Cosimi non sembra chiederci le ragioni di questo dolore, né pretende di farcene sentire la colpa, ce lo mostra orribile e repellente com’è. E noi non possiamo fare altro che guardarlo, disgustati, disgustati e impotenti».
Giulio Sonno, Paper Street
«Bastard Sunday consuma in un attimo la verità dei gesti, come l’osceno non evoca ma è. Il corpo della straordinaria danzatrice Paola Lattanzi è esposto alle luci fredde del neon, scavato come un disegno di Egon Schiele, smembrato come un dipinto di Bacon, astratto come la tela di Hans Hartung».
Enrico Pau, La Nuova Sardegna
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15 ottobre | Sala Shakespeare ore 20.30
COMPAGNIA ENZO COSIMI
Estasi
regia, coreografia, scene e costumi Enzo Cosimi
interpretazione e collaborazione alla coreografia Paola Lattanzi, Elisabetta Di Terlizzi, Daniele Albanese, Alice Raffaelli, Pablo Tapia Leyton, Giulio Santolini
musica a cura di Enzo Cosimi
luci Gianni Staropoli
immagini Lorenzo Castore
realizzazione tecnica audio e video Niccolò Notario
organizzazione Anita Bartolini
produzione Compagnia Enzo Cosimi, MIBACT
coproduzione Teatro di Roma
in collaborazione con Armunia
con il contributo di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino; Lavanderia a Vapore 3.0/ Piemonte dal Vivo
Il progetto è realizzato con il sostegno per le residenze di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
un ringraziamento speciale a Stefano Vacca e Maura Quartu
La creazione rappresenta la seconda tappa della trilogia “Sulle passioni dell’anima”.
Prima 23 giugno 2016 Teatro India, Roma
durata 70′
Estasi è la seconda tappa della trilogia sulle Passioni dell’anima.
Dopo Fear party, sulla paura collettiva, Estasi indaga il tema del Desiderio. Il lavoro riflette il rapporto tra il desiderio e i suoi aspetti più profondi generati oggi nella società contemporanea. Desiderio, erotismo, estasi mistica, amore, toccano le radici più profonde della vita sino alla freddezza fatale della morte. Un viaggio dentro l’antico tema di eros e thanatos, esplorati con occhio disincantato, carico di humor, che si apre a paesaggi grotteschi e violentemente pop.
«La somma della Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, delle statue cromatiche di Willy Verginer, dei nudi di donna di André Brito e delle anatomie virili di Bruce Weber danno per risultato alcune (solo alcune) coordinate visive e significanti di Estasi, l’ultimo inquieto spettacolo di Enzo Cosimi.
Mentre il pubblico accede in sala, sei performer di varie generazioni, tre figure femminili e tre partner maschili, stazionano immobili sulla scena integralmente nudi, con gli organi sessuali esposti e dipinti, e coi corpi altrettanto tinteggiati come icone da galleria d’arte moderna. Vanno e vengono maschere di plexiglass, camminate stricianti, passi a due, sequenze da musical con lieve memoria della Bausch, reiterate protesi suggerenti in ognuno una maternità pop, mentre di continuo incombe una sonorità bassa dettata da un respiro seriale, o a tratti da un blues. Il piano su cui insistono i movimenti o le pose inerti è un’orografia segnata da cumuli di abiti usati. Il desiderio, che è il tema di fondo scelto da Cosimi, sguscia pieno di senso da sagome che si cercano, si toccano o per lo più si sfuggono, magari al ritmo di una cover dell’altro ieri di Birkin-Gainsbourg. Al microfono, come motto morale o epocale, viene cadenzato a staffetta il pasoliniano “Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità che insegnano a non splendere”. L’estasi del titolo, in mezzo ai fermo-immagine di Lorenzo Castore, è suggerita da un amore per la luna, da pose alla Rodin, da marce liberatorie coi panni in testa, da parentele con certe follie rese altrove umane da Platel, finché la mezza dozzina dei protagonisti assume posture urlanti ed estreme, e poi da stele laocoonteo sformato, gonfiato, quasi macabro, letargico, spento. E’ arrivata la fine, per i plastici, mutanti, esemplari Paola Lattanzi, Elisabetta di Terlizzi, Alice Raffaelli, Daniele Albanese, Pablo Tapia Leyton, Giulio Santolini». Rodolfo di Giammarco, La Repubblica
«Uno spettacolo sul desiderio, le sue tensioni, utopie, sconfitte, rinascite.
Il bianco della scena è latteo, leggermente ovattato. Sullo sfondo, a tratti, appaiono gigantografie degli interpreti, attimi catturati (foto di Lorenzo Castore) che fermano un moto verso l’estasi o la sensazione di una meta non raggiunta. Immagini in blu, in rosso, in bianco e nero, corpi nudi, potenti nel racconto. I sei collaborano alla coreografia e lo si sente. Tra loro c’è Paola Lattanzi, danzatrice feticcio di Cosimi da tantissimi anni, artista iconica per il fremito pungente, mai compiaciuto di sé, che la anima. Chi se la dimentica nel furibondo Bastard Sunday o nell’assolo manifesto del 2014 Sopra di me il diluvio, sempre di Cosimi.
In Estasi c’è anche Elisabetta Di Terlizzi (la ricordiamo già in Hallo Kitty!), avvolgente nel suo darsi totalmente agli altri con la voce, con il corpo, e Alice Raffaelli, la più giovane, che da quando Cosimi l’ha voluta nel riallestimento di Calore alcuni anni fa, incarna quella disponibilità senza freni al cambiamento che sentiamo vibrare nell’adolescenza. Con le tre, danzano, rapinosi, eccessivi, Daniele Albanese, Pablo Tapia Leyton e Giulio Santolini. I vestiti stracci servono per riabbigliarsi a pezzi, per mutare le forme del corpo ficcandosi nelle calze o sotto il reggiseno stoffe che esaltano le linee deformandole.
Cosimi attraversa l’estasi con il ritmo orgasmatico, quasi umoristico, dei movimenti di gruppo, con le pose plastiche delle coppie, con un viaggio di moti che però sa sospendersi in un chiarore poetico. La musica (curata come regia, coreografia, scene e costumi da Cosimi), a tratti bassissima eppure incisiva, entra nella pelle dei danzatori che cantano sottovoce stralci da Feelin’ Good, famoso pezzo del 1965 di Anthony Newley e Leslie Bricusse, lasciando nell’aria quel it’s a new day… o che camminano su je t’aime moi non plus di Birkin Gainsbourg.
L’estasi è trasformismo, attesa, unione, danza che esplode in un’energia non estetizzante, ma impulsiva, ma anche pause dagli espliciti rimandi al sesso con i sei che uno dopo l’altro vanno al microfono per dirci sulla scorta di Pasolini «non lasciarti tentare dai campioni di infelicità. Ti insegnano a non splendere. E invece tu splendi».
Ma come raggiungere lo splendore? Possibile o pura utopia? Seduti riversi in una luce aranciata, i sei alla fine dello spettacolo ci guardano mentre risuonano le note del Lascia ch’io pianga di Haendel. Potrebbe terminare così questa riflessione sull’estasi, ma sarebbe in parte consolatoria per la catarsi che la musica ispira. E invece è di nuovo silenzio. Gli abiti che sono stati gettati in aria durante lo spettacolo riformano un mucchio al centro. Su di essi sale in piedi Alice, tragica Venere degli stracci in omaggio a Pistoletto: è tenuta in equilibrio dagli altri che ancora una volta la deformano con la violenza degli abiti smessi, infilati sotto calze e maglietta. Apre le braccia in una immagine quasi cristologica. E l’estasi si abbraccia alla morte lasciando negli occhi una laica, eppur mistica visione».
Francesca Pedroni, il manifesto
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21/22 ottobre| NonostanteMarras ore 21.00
COMPAGNIA ENZO COSIMI
La Bellezza ti Stupirà
regia, video, coreografia Enzo Cosimi
costumi Antonio Marras
violoncello Flavia Passigli
luci Matteo Crespi
con la partecipazione di 20 cittadini senza fissa dimora
organizzazione Anita Bartolini
produzione Compagnia Enzo Cosimi, MIBACT, Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015
durata 45′
La creazione, di natura coreografica/performativa e installativa, nasce da un’indagine e riflessione sui temi della marginalità sociale, sulla figura dell’homeless e sulla sua regale solitudine nella società contemporanea. Il lavoro, sviluppatosi attraverso studi precedenti, è realizzato in collaborazione con Associazioni di persone senza fissa dimora, un mondo sotterraneo, abitato da figure borderline che scelgono o si trovano a vivere drammaticamente ai bordi della società odierna. L’esperienza di vita degli homeless rappresenta il fulcro drammaturgico del lavoro, ispirato dall’opera di Joseph Beuys.
Il progetto è ideato da Enzo Cosimi e, nella sua versione Milanese, è realizzato in collaborazione con Progetto Arca Onlus, fondazione che assiste le persone senza fissa dimora e prevede la collaborazione dello stilista Antonio Marras per la creazione dei costumi.
Una sfilata visionaria che si avvale di video ritratti di homeless nei loro luoghi di vita, figure borderline che abitano un mondo sotterraneo e che scelgono o si trovano a vivere ai margini della società. La loro esperienza di vita rappresenta il fulcro drammaturgico del lavoro, ispirato dall’opera di Joseph Beuys e che diventano un tableau vivant, un unico piano sequenza che prende le sembianze di un racconto fiabesco immerso in un’inquietudine sospesa e rarefatta.
In questo modo, la sensibilità contemporanea “sporca” l’aurea intoccabile del Principe – homeless, attraverso uno sguardo allo stesso tempo estetico e socio-politico, realizzando una coreografia politica, scevra da comune retorica.
«La scommessa era difficile – almeno quanto La bellezza ti stupirà, l’impegnativo titolo di una visionaria performance – ma è stata mantenuta. Il coreografo Enzo Cosimi ha sottratto dale strade di Cagliari un gruppo di venti homeless: li ha insiediati per dieci girni nell’antico teatro Civico di Castello; ha impartito loro ordini semplici, ascoltando I loro casi ed estri, guardando le loro movenze; seguendo, non senza tensioni, I voli pindarici di menti spesso ottenebrate da alcol e droga.
E poi? Li ha trasformati in principi e principesse del nostro tempo.
Il radicale cambiamento avviene non appena, con estrema calma, ognuno si avvicina al palco, e raccoglie da un mucchio di stracci il proprio abito-costume. Lo indossa e si posiziona in una propria “stazione”, a meno che non debba cantare (…) oppure non debba accennare alcuni passi di danza, – le braccia libere e armoniose -, prima di intonare una nenia enfatica nella sua lingua.
Una sofferente performance senza lacrime. Cosimi, l’eccellente coreografo di Welcome to my World, del premiato Sopra di me il diluvio e di Fear party, ultimo tassello di una trilogia apocalittica, – ha il dono di scansare ogni retorica. Smaccatamente debitore, qui, all’Arte Povera di Michelangelo Pistoletto e alla sua Venere degli stracci, non ha neppure provato a muovere gli homeless come danzatori. Ha però regalato loro il segreto del movimento minimale e dela presenza scenic: un quid che dall’emarginazione vera e non truffaldina, dalla solitudine assoluta lascia trapelare il tratto di un’inaspettata regalità».
Marinella Guatterini, il Sole 24ore
«Un «defilè onirico», dai contorni netti di una luce pubblicitaria, sparata bianco fulgido, con sprazzi di rosso acceso. Ricorda Cherry Blossom Picture di Gilbert & George, senza la violenza implicita della serie di opere dei due artisti inglesi, con l’intento di abbattere il confine tra arte e vita.
Attraverso la banalità del gesto di indossare degli abiti, eseguito con una sottolineatura del movimento che trasponel’abitudinarietà rendendola sacrale, i volti acquistano una bellezza patinata, che contrasta apertamente con le tracce esistenziali – ferite, cicatrici, tatuaggi, protesi, bastoni ortopedici. É in atto una metamorfosi, veicolata da una sapiente regia, che parte da uno dei grandi dati irrisolti (e dei tabù) della società contemporanea, ossia i cittadini “senza nome”, senza casa, senza lavoro, che vivono come ombre pur essendo pubblicamente visibili.
Dopo la sfilata visionaria, il gruppo, posto alle spalle degli spettatori, intona un inno tribale, fatto di pochi e semplici fonemi, intonandolo in un crescendo, al termine del quale la performer Flavia Passigli entra in scena, portando con sé un violoncello.
Durante l’evento scenico, sono proiettate le immagini prese dalla strada degli homeless incontrati durante le varie tappe del progetto, comprendente numerose città italiane. Sono colti sulle panchine, per strada, gli Angeli della desolazione, i dimenticati dalla società. Al termine della performance, restano unicamente i volti in primissimo piano che parlano, attraverso stralci di registrazioni video, delle proprie vite.
Non c’è un finale rassicurante, né una melodia accattivante.
Lo spettatore è parte integrante dell’opera, nel suo partecipare ad un capovolgimento del proprio microcosmo quotidiano; gli si para dinnanzi la bellezza e lo stupisce, per la purezza e l’essenzialità con cui si mostra. Non sono in vendita quegli abiti, non sono dei modelli a sfilare, non ci sono marche. È un miracolo che sconvolge il contesto della rappresentazione spettacolare, come un rito contemporaneo, dove un’orizzontalità tra la scena e gli spettatori crea un’unica dimensione evenemenziale. All’interno del quale, però, non c’è redenzione per lo spettatore. É il grido di battaglia di guerrieri senza armi, se non il proprio corpo quale opera, per “mutare il trauma in potere”. Per un’ora soltanto, per lasciare un segno».
Angela Bozzaotra, Nucleo Artzine
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INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI E PREVENDITA
TEATRO ELFO PUCCINI_c.so Buenos Aires 33, Milano
tel. 02.00.66.06.06 – biglietteria@elfo.org | Prezzi: da 28 a 10 euro (diritti di prevendita € 1,50) – Corpus Homins e La bellezza ti stupirà: posto unico 15 euro – Abbonamenti/Card: da 60 a 36 euro. www.milanoltre.org
NonostanteMarras, via Cola di Rienzo 8, Milano