Più di cento appuntamenti in dodici giorni per festeggiare la quindicesima edizione del Gender Bender Festival: il grande evento prodotto dal Cassero, il centro lgbt bolognese che da trentacinque anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere, si terrà nel capoluogo emiliano dal 25 0ttobre al 5 novembre 2017, facendo tappa in oltre venti spazi della città. Ideato e diretto si dalla sua prima edizione da Daniele Del Pozzo, Gender Bender rappresenta una delle vetrine internazionali più interessanti nel campo della danza, del cinema, della arti visive e performative e della cultura in generale, offrendo uno sguardo approfondito e particolare sulle differenze di genere, sulle identità e su come i tessuto sociali se ne fanno carico. Non solo: l’edizione alle porte coniuga un’ampia offerta di film, incontri e spettacoli con una sezione importante, ormai consolidata, di proposte formative, che trasformano il festival in un’esperienza attiva e coinvolgente, in grado di concretizzare il suo lascito di competenze, idee, innovazione. Laboratori per il pubblico, per guidarlo nella visione degli spettacoli ma anche per trasformarlo da spettatore a protagonista della danza. E poi workshop per adolescenti, insegnanti, danzatori professionisti, gente comune. Per prendere confidenza col proprio corpo e con quello degli altri, e per conoscere anche corpi non conformi, con diversi abilità ma analoghi desideri.
Protagonista da un lato il corpo, come soggetto politico, strumento di potere e di possibilità, spazio di libertà o gabbia sociale, dogma rigoroso, custode di tradizioni, pioniere di modernità. Dall’altro lato l’identità, come costruzione sociale, campo da esplorare, abbattendo i pregiudizi e attraversando esperienze e biografie. Come ogni anno anche questa quindicesima edizione di Gender Bender porterà in città un numero significativo di prime nazionali, europee e perfino una prima assoluta, tracciando così l’orizzonte vasto di una riflessione che coinvolge tanto il mondo degli intellettuali, degli artisti e degli accademici quanto l’esperienza quotidiana di ciascuno di noi. Tra i numerosi titoli che compongono la sezione danza del programma, spiccano i virtuosismi ironici e inaspettati dei corpi di Silvia Gribaudi, le esplorazioni sensoriali di Igor & Moreno, le ricerche sul femminile di Andreas Constantinou, i rimandi alla lotta greco-romana di Carlos Pons Guerra. Per la prima volta arriva a Gender Bender la genialità indomita di Liz Aggiss, ultrasessantenne performer britannica, icona della danza e del femminismo, mentre tornano sui palcoscenici del festival gli straordinari danzatori della compagnia ceca Dot504, che dopo aver presentato due anni fa a Bologna il loro studio della violenza, questa volta presentano un lavoro sull’abbandono e sulla perdita. Torna anche il Balletto di Roma, che per l’edizione 2017 del festival affida a tre giovani coreografe – Giorgia Nardin, Chiara Frigo e Francesca Pennini – altrettante opportunità creative nella dimensione di una compagnia di danza. Riflette invece in maniera divertita sul folklore e sulle tradizioni il lavoro che porterà in scena Simon Mayer mentre Dana Michel presenterà il suo ritratto coreografico di un personaggio che vive ai margini. E ancora: si muove alla scoperta della carica erotica della danza l’opera di Matthew Rogers e Chris Leuenberger mentre Floor Robert attraversa, con il movimento, il mondo dell’infanzia. Nella sezione Cinema da non perdere i ritratti dedicati a Emily Dickinson e Morrisey attraverso i lungometraggi di Mark Gill e Terence Davies, quest’ultimo pluripremiato regista che presenterà la pellicola A quiet passion interpretata da Cinthya Nixon. La grande Fanny Ardant veste sul grande schermo i panni di una transessuale musulmana in Lola Pater, il film dell’algerino Nadir Moknèche Occhi puntati anche su After Louie, la pellicola di Vincent Gagliostro che esplora le contraddizioni generazionali della comunità LGBT sullo sfondo della lotta contro l’Aids. Parla sempre di Aids, ma con il linguaggio della commedia, Pushing Dead, il film dell’americano Tom E. Brown. Sono invece le famiglie contemporanee le protagoniste di Signature Move, la commedia esilarante di Jennifer Reeeder. Infine due vicende emblematiche sono al centro delle pellicole non fiction di Nada Mezni Hafaiedh e Jonas Poher Rasmussen: nella prima – intitolata Upon the Shadow – si raccontano la quotidianità e le relazioni di Amina Sboui, ex Femen tunisina; nella seconda – What he did – si ricostruisce il racconto dell’omicidio di Christian Kampmann, avvenuto nel 1988 per mano del compagno Michael Schau.
Nella sezione conversazioni e lectio magistralis diverse importanti presenze, a partire da quella di Selene Zorzi, teologa ed ex benedettina, autrice del volume dal titolo Il genere di Dio, la Chiesa e la teologia alla prova del gender, passando per Giovanna Zapperi che ha ricostruito nel libro Carla Lonzi. Un’arte della vita la radicale creatività del femminismo italiano degli anni ’70. In programma anche gli incontri con Walter Siti, tra i più celebrati autori della letteratura contemporanea, con Giulia Gianni, blogger che ha catturato l’attenzione pubblica con il racconto autobiografico e scanzonato della quotidianità di una coppia di donne lesbiche, e con Julie Maroh, autrice francese di graphic novel.
Tra i molti riconoscimenti che il festival ha ricevuto negli anni, quest’anno se ne aggiunge uno in più: Gender Bender è stato infatti selezionato da una giuria internazionale tra i 26 festival che concorrono all’assegnazione dell’Effe Award 2017/2018. L’Effe Award è promosso da Effe (Europe for festivals, festivals for Europe), l’iniziativa dell’ European Festivals Assocation cofinanziata dall’Unione europea. I progetti finalisti, selezionati per la loro eccezionale qualità e per l’impatto che hanno nei territori in cui vengono realizzati, si contenderanno la palma del vincitore che verrà comunicato il prossimo 18 settembre durante l’Arts Festivals Salon di Bruxelles.
Gender Bender è inoltre capofila del progetto biennale Performing Gender – Dance makes differences dedicato alla costruzione di un nuovo modello di formazione per 5 giovani dance maker europei della danza, 5 dance dramaturgs e 50 danzatori e danzatrici internazionali, per aiutarli a sviluppare nuove forme di narrazione e rappresentazione delle identità di genere e LGBTQI.
Il progetto coinvolge complessivamente 6 partner in 5 paesi europei per il biennio 2017-2019. Capofila è Gender Bender, festival prodotto dal Cassero LGBT Center di Bologna, in partnership con: il Comune di Bassano del Grappa e il suo Centro per la Scena Contemporanea, il festival City of Women di Lubiana (Slovenia), il Boulevard Festival di ‘s-Hertogenbosch (Paesi Bassi), Paso a 2 – Certamen Coreogràfico de Madrid (Spagna), e Yorkshire Dance Center di Leeds (Regno Unito).
I dance maker selezionti sono: Roberta Racis (Italia), Nataša Živković (Slovenia), Jija Sohn (Paesi Bassi), Koldo Arostegui (Spagna) e Sophie Unwin (Regno Unito).
I drammaturghi selezionati sono: Greta Pieropan (Italia), Tea Hvala (Slovenia), Nina Aalders (Paesi Bassi), Sergio Martínez-Vila (Spagna), Tanya Steinhauser (Regno Unito).