Dal 6 all’8 novembre (ore 21) al Teatro India debutta Heretico – dopo questo apparente nulla, della compagnia Leviedelfool che, tra religione e scienza, porta in scena sette tracce musicali e altrettanti capitoli abitati da tre interpreti e una danzatrice.
Una drammaturgia essenziale a comporre sette tracce, come in un concept album, attorno a unico movimento tematico antidogmatico e antireligioso che ci prepara al giorno in cui ogni religione ci apparirà «per ciò che realmente è: un insulto all’intelletto umano». Sette capitoli percorsi da una drammaturgia semplice per scansare l’errore di fondare nuove fedi nel tentativo di distruggere quelli esistenti. Sette come i candelabri d’oro, i sigilli e gli squilli di tromba descritti dalle allucinazioni di Giovanni nel libro dell’apocalisse. Dalla creazione alla fine del mondo il Cristianesimo, come altre religioni, racconta la storia dell’uomo attraverso «supposizioni fantasiose, facendo leva sul sentimento umano più antico del mondo: la paura. La paura della fallimentare ricerca di un senso che dia significato al caso. Ogni culto, un raggiro. Ogni dogma, una risposta imbarazzante. Ma nonostante questo, la fede religiosa resta così salda che neppure preti, teologi, vescovi e cardinali sono riusciti a sradicarla dal cuore degli uomini e ancora oggi, alimentata da una Chiesa portatrice di una morale deformata, restando una comoda alternativa al pensiero e alla fatica dell’indagine – annota il drammaturgo e regista Simone Perinelli, anche in scena – Eppure, cosa è successo? Abbiamo davvero preferito far piangere le statue piuttosto che sentirci parte di quell’atto poetico, il più grandioso, che è l’Evoluzione? Che in silenzio, senza nulla recriminare, mentre questo pianeta continuava a girare e mentre la terra e l’acqua si sostituivano l’una all’altra, ha creato innumerevoli forme».
È così che la naturale tensione dell’uomo verso l’infinito diviene urgenza di conforto, di aldilà, di risposte pret à porter, di quel Dio che sfocia in una religione che è oppio per la mente; tanto che il bisogno di credere nasce, si moltiplica, diviene contagioso e finisce «per dividerci e portarci ad ucciderci l’uno con l’altro. Divide ma “porta pace”, illude ma “dà sollievo” e ancora oggi alimenta un’intolleranza assassina in tutto il pianeta. Così può accadere che le parole dei testi sacri con i loro ricorrenti temi di morte, di violenza, di ricatto e mirati ad suscitare in chi legge un insensato senso di colpa, non è detto che riescano ad offrirci una comprensione più profonda e uno stupore più commosso per le meraviglie del mondo. Così può accadere che in un attimo di lucidità riusciamo a vedere la grande bugia dipanarsi attorno a noi, tanto grande da divenire nel tempo cultura e culla di civiltà. Tanto grande da aver messo fuori gioco impunemente grandi menti di grandi uomini come Giordano Bruno, durante i secoli in cui istaurò regimi degni delle peggiori dittature e tirannie. Tutto questo in nome di miti primitivi copiati e incollati, deformati nel racconto a tappare buchi grandi come milioni di anni nella storia dell’uomo. Ma d’altronde, come recita il terribile motto di un famoso dittatore austriaco con i baffetti, uomo atroce al pari di coloro che “illuminarono” di cristianesimo i secoli bui mettendo al rogo il libero pensiero, “le masse sono più facilmente abbagliate da una grande bugia, che da una piccola».
Lo spettacolo si inserisce nel percorso di Stagione Trittico delle religioni, un affondo nel complesso rapporto tra le fedi religiose e il mondo odierno, con uno sguardo alle radici della nostra civiltà, che propone all’Argentina Il giorno di un Dio con cui Cesare Lievi intesse dodici frammenti scenici alla ricerca dell’eredità rimasta dalla pubblicazione delle “95 tesi” contro le indulgenze papali di Martin Lutero (12 gennaio); mentre all’India Disgraced diretto da Jacopo Gassmann, moderna tragedia sul rapporto tra società occidentale e religioni che si consuma durante una cena tra vecchi amici (6 marzo).
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drammaturgia e regia Simone Perinelli
con Claudia Marsicano, Elisa Capecchi, Daniele Turconi, Simone Perinelli
aiuto regia e organizzazione Isabella Rotolo – musiche originali di Massimiliano Setti
disegno luci e scene Fabio Giommarelli – progetto audio e tecnico del suono Niccolò Menegazzo
Costumi Labàrt Design – foto di scena e progetto grafico Manuela Giusto
Un ringraziamento per la disponibilità e i suggerimenti a Roberto Castello
Produzione Gli Scarti – FuoriLuogo in coproduzione con Fabbrica Europa, Armunia, Triangolo Scaleno Teatro – Teatri di Vetro e con il sostegno di PimOff Straligut Teatro, Teatro Era – CSRT, NTC Nuovo Teatro delle Commedie
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INFO TEATRO INDIA_ Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Biglietteria Teatro di Roma _ tel. 06.684.000.311/314 _ www.teatrodiroma.net
Orari spettacolo: 6 – 7 – 8 novembre ore 21 _ Durata spettacolo: 1 ora e 20 minuti