Dal 24 al 29 ottobre / MTM Teatro Litta
Compagnia LAB121
L’INQUILINO
tratto dal romanzo “L’inquilino del terzo piano” di Roland Topor
traduzione G. Gandini © 2017 Giunti Editore S.p.A. / Bompiani
adattamento e regia Claudio Autelli
con Alice Conti, Giacomo Ferraù, Michele Di Giacomo, Marcello Mocchi
scene Maria Paola Di Francesco
luci Giuliano Bottacin
suono Fabio Cinicola
assistente alla regia Lorenzo Ponte
organizzazione Monica Giacchetto, Carolina Pedrizzetti
comunicazione e promozione Cristina Pileggi
produzione LAB121
in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival
in collaborazione con il Teatro del Cerchio di Parma
durata 1 ora
Il romanzo di Roland Topor che ha affascinato anche il regista Roman Polanski, da cui l’omonimo capolavoro cinematografico, è un avvincente thriller psicologico in cui la poetica e l’indagine del regista Claudio Autelli incontrano l’immaginario dell’artista francese.
Trelkovsky è un uomo qualunque. Un giorno decide di prendere in affitto l’appartamento nel condominio del signor Zy, accettandone le rigide regole per la buona convivenza. Ma si ritrova presto al centro di misteriose macchinazioni, perpetrate ai suoi danni da parte della comunità del condominio stesso. Ritiene, così, di essere stato spinto a prendere il posto della precedente inquilina, suicida proprio in quello stesso appartamento dove ora si trova ad abitare. Trelkovsky si convince che i suoi vicini vogliano trasformarlo nella povera Signorina Choule…
Il condominio è una metafora dell’intera società, e gli incontri con gli inquilini sono una battaglia interiore con le proprie paure. Nei suoi scritti dissacranti e ironici, infatti, Topor racconta l’uomo con le sue frustrazioni. Racconta l’irrealtà delle situazioni quotidiane, l’allucinante e l’assurdo che diventano normalità, scovando l’orrore nascosto nelle situazioni più frequenti, con una forte dose di ironia.
NOTE DI REGIA
“L’inquilino del terzo piano” è il risultato letterario di Roland Topor come appartenente al movimento “Panico” da lui fondato negli anni sessanta insieme ad Alejandro Jodorwskj e Fernando Arrabal. Il movimento mirava a indagare le energie più scure e destabilizzanti per liberare la fantasia e ritrovare un respiro con il presente. Certe atmosfere di Topor, non a caso, potrebbero essere considerate visioni kafkiane.
Il suo protagonista, il Signor Trelkovsky, è lo sguardo attraverso il quale indaghiamo la paura per il presente, per le piccole meschinerie quotidiane, un sentimento atavico di vergogna che non ci ha mai abbandonato dai tempi dell’infanzia.
Rotto ogni patto sociale, il mondo delle relazioni umane è visto come un campo di conquista tra uomini regrediti ad animali che perseguono i loro interessi in virtù del bisogno di sopravvivere nella giungla della città.
Il condominio che fa da sfondo alla storia di Trelkovsky si erge a microcosmo esemplificativo di un paradigma più ampio che abbraccia l’intera società.
In esso, ogni appartamento risulta essere il fortino dove rifugiarsi, dove difendersi in attesa dell’occasione giusta per poter sferrare a propria volta un attacco al vicino molesto.
Il mondo raccontato in questa storia è visto attraverso la distorsione di una mente fragile, che piano piano si perde nei propri incubi, e si rifugia nel delirio di una persecuzione dagli esiti tragici.
Con una forte dose di nera ironia l’autore ci accompagna nel naufragio di questo personaggio cogliendone le riflessioni personali nelle quali è impossibile non rintracciare quelle stesse inquietudini che colgono l’uomo moderno alle prese con una lotta per la sopravvivenza in un contesto storico che vede la parte della società deputata alla condivisione di comuni valori di solidarietà e condivisione, sempre più ritirarsi difronte l’imperativo produttivo che chiede standard personali sempre più proibitivi.
Il progetto di trasposizione teatrale di questo romanzo sottolinea l’approccio psicanalitico della storia di Trelkovsky. Il racconto è visto attraverso gli occhi e le riflessioni del protagonista. Lo spazio del suo appartamento è uno spazio claustrofobico a metà tra il fortino in cui difendersi e la prigione da cui è impossibile fuggire.
Le relazioni tra i personaggi sembrano votate a ogni forma di mercificio. L’anima non abita più questo mondo. Tutto è messo in vendita, è possibilità di baratto, inganno o momentaneo patto di alleanza contro un comune nemico. In questo mondo vige soltanto la legge del più forte.
Lo spazio che accoglie l’incontro con gli abitanti del condominio è la sua stanza.
Questa stanza è circondata da porte, punti di accesso per la mente del protagonista. Concretizzazioni delle sue paure. Le azioni e le immagini indagate privilegiano non la narrazione dei fatti ma lo stato d’animo di Trelkovsky progressivamente sempre più in balia delle proprie ossessioni. La successione degli episodi segue la logica delle inquietudini di una mente aggredita dai conflitti che la vita le pone davanti.
Il velo della vergogna filtra la realtà. Il ricordo delle angherie subite torna a disturbare Trelkovsky. Gli incontri con gli inquilini sono una battaglia interiore con le proprie paure, il modo che ha la nostra mente di stanare le nostre menzogne.
Queste figure entrano e giocano con l’inquilino, come il gatto col topo. Poi scompaiono, sembrano dargli tregua. Talvolta sembra entri una figura amica, la possibilità di un rifugio, ma è solo la quiete prima della tempesta, come i movimenti del pensiero, i repentini cambi di umore, il sopravenire di un dubbio, la realtà muta in un abisso che si apre sotto i propri piedi facendoci precipitare al suo interno, facendoci precipitare dal nostro appartamento…
Claudio Autelli
LAB121 è un’associazione culturale con sede a Milano. Nasce nel 2010 ed e un ente indipendente che si occupa di produzione, formazione teatrale e creazione di eventi in sinergia con altre realtà e associazioni culturali. La direzione artistica e affidata al regista Claudio Autelli. Il progetto artistico nasce dall’esigenza di trovare un tempo e un luogo protetti, dove possa svilupparsi la messa a fuoco di una prassi teatrale laboratoriale. Esso rappresenta lo sviluppo del lavoro artistico personale del regista Claudio Autelli, che già ha collaborato per diversi anni con realtà come Teatro Litta di Milano, CRT Centro di Ricerca per il Teatro, Fondazione Pontedera Teatro, Teatro Fraschini di Pavia. Nel 2012 LAB121 ha collaborato alla co-produzione di Romeo e Giulietta tra Fondazione Pontedera Teatro e Teatro Litta Stabile d’Innovazione di Milano. Nel 2013/14 ha co-prodotto con CRT – Milano, Triennale – Teatro dell’Arte, L’insonne, progetto artistico a partire dall’opera letteraria della scrittrice ungherese Agota Kristof, che vede coinvolto il gruppo artistico di riferimento. L’Insonne e lo spettacolo vincitore In-Box 2015 e di Selezione Visionari Kilowatt Festival 2015. Il prossimo lavoro su cui sta lavorando la compagnia e Ritratto di donna araba che guarda il mare testo di Davide Carnevali, vincitore del premio Riccione 2013, progetto selezionato a Next 2015. Oltre al lavoro produttivo precedentemente esposto, LAB121 persegue anche altre attività collaterali (Progetto Residenza artistica, L’attività di formazione, Sportello del teatrante in crisi, ITFestival) e gestisce uno spazio in affitto a Milano per uso esclusivo delle attività dell’associazione.
Nel dicembre 2016 LAB121 vince il Bando nazionale Funder35 indetto da Fondazione Cariplo e altre 17 Fondazioni Bancarie italiane e nel 2017 insieme ad altre 4 compagnie italiane, vince il bando per la gestione di un lotto della Fabbrica del Vapore di Milano con il progetto “Atelier Spazio Bianco” www.lab121.it
Claudio Autelli, regista. Laureato in Discipline Economiche e Sociali, si diploma nel 2005 presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Dal 2010 al 2012 partecipa a un percorso triennale sulla pedagogia teatrale col Maestro Anatolij Vasiliev, organizzato da Fondazione Venezia. Dal 2006 al 2009 è regista residente del Teatro Litta Stabile d’Innovazione di Milano. Durante il triennio allestisce Antigone di Jean Anouilh (2007), Otello di W. Shakespeare (2008) e L’amante di H. Pinter (2009). Nel 2008 vince il Premio Nuove Creatività indetto dall’ETI, per Otello. Nello stesso anno inizia una collaborazione con il Centro di Ricerca Teatrale (CRT) di Milano per il quale realizza La Licenza nel 2008 e La morte di Ivan’Ilic da Tolstoj, nel 2010. Nello stesso anno fonda l’associazione culturale LAB121 di cui cura la direzione artistica, i progetti speciali e un percorso formativo propedeutico di arte drammatica di alto livello. Nel 2011 collabora con la Fondazione Pontedera Teatro per un progetto su Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, dirige un progetto di formazione per attori presso il Teatro Fraschini di Pavia che sfocia nella produzione di Risveglio di Primavera da F. Wedekind nel gennaio 2012. Nel 2014 debutta L’insonne da Ieri di A. Kristóf co-prodotto da Fondazione CRT Milano. A giugno 2015 presenta in anteprima al Napoli Teatro Festival, L’inquilino dal romanzo di Roland Topor. Dal 2016 insegna al Corso di Regia della Civica Scuola Paolo Grassi. Nel giugno 2017 debutta al Teatro Franco Parenti di Milano con lo spettacolo Ritratto di donna araba che guarda il mare, testo di Davide Carnevali, vincitore del 52° Premio Riccione per il Teatro.
Roland Topor, pittore, scrittore e cineasta francese. Di origine ebraico-polacca dopo i primi anni a Parigi viene trasferito in Savoia, nascosto dalla famiglia per sfuggire all’occupazione nazista. Affascinato fin dall’infanzia dall’arte dadaista, studia all’Accademia di Belle Arti di Parigi e dal 1961 al 1985 collabora alla rivista satirica mensile Hara-Kiri dove diventa famoso per il suo humor nero, tipico dei suoi lavori. Collabora con altre riviste come Bizarre, Arte, La Rire, Fiction, The New York Times. È tra i fondatori, nel 1962, del celebre movimento surrealista Panico. Il movimento mirava a indagare le energie più scure e destabilizzanti per liberare la fantasia e ritrovare un respiro con il presente. È considerato come uno dei più istrionici, imprevedibili, dissacranti esponenti del surrealismo.
INFORMAZIONI
MTM Teatro Litta
corso Magenta, 24
da martedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
Biglietti: Intero 24€ – Under26 e convenzioni 16€ – Over65 12€ – Under12 10€
Abbonamento: 6MTMconTE – UNIconTE – MTMdono
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Dal 26 e 28 ottobre / MTM Teatro Leonardo
Babilonia Teatri
PEDIGREE
con Enrico Castellani, Luca Scotton
parole Enrico Castellani
cura Valeria Raimondi
direzione di scena Luca Scotton
produzione Babilonia Teatri, La Piccionaia centro di produzione teatrale
coproduzione Festival delle Colline Torinesi
un progetto di Babilonia Teatri
organizzazione Alice Castellani
scene Babilonia Teatri
costumi Franca Piccoli
foto Eleonora Cavallo
produzione 2017
durata 50 minuti
“Pedigree” è la storia di un giovane uomo, della sua famiglia con due madri, del padre donatore e dei suoi cinque fratelli di sperma sparsi per il mondo.
Lo spettacolo racconta le difficoltà di una generazione alle prese con genitori biologici e genitori di fatto, problematiche di identità e di coscienza. E riflette su diritti, desideri e aspettative di giovani alla ricerca di nuove radici. Sul palco due uomini, senza nessuna apparente relazione tra loro. Vivono un ambiente sospeso a metà strada tra una galleria d’arte e un locale di street food, paradigma di un mondo in cui è pretestuoso tracciare confini e linee di demarcazione. A legarli le note di Elvis.
Babilonia Teatri è tra le compagnie più innovative del panorama teatrale contemporaneo. Si è imposta sulla scena italiana per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi. Il suo stile fuori dagli schemi intende il teatro come specchio della società e della realtà.
Attraverso l’uso intelligente di nuovi codici visuali e linguistici muove la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione.
Babilonia Teatri vince nel corso degli anni numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Scenario, due premi Ubu, il premio Hystrio alla drammaturgia, il premio Franco Enriquez per l’impegno civile, il Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, il Leone d’argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia.
Enrico Castellani e Valeria Raimondi, fondatori della compagnia nel 2006, sono i Direttori artistici di Babilonia Teatri. Drammaturghi, autori, registi e attori, Castellani e Raimondi hanno base a Verona e dirigono la compagnia dalla sua nascita, occupandosi dell’ideazione, della scrittura, della messa in scena, della regia e in molti casi dell’interpretazione dei lavori del gruppo.
Con i suoi spettacoli, che hanno sempre avuto un forte legame con la realtà, Babilonia Teatri ha cerca di fare da specchio alla realtà e alla società, credendo nella potenzialità del teatro di interrogare e interrogarsi su questioni, tematiche, situazioni problematiche.
Gli spettacoli della compagnia, oltre che nelle principali città italiane, sono stati ospitati numerose volte anche all’estero, dalla Francia alla Germania, dall’Austria all’Ungheria, dalla Bosnia-Erzegovina alla Croazia, dalla Colombia alla Russia.
Castellani e Raimondi continuano a indagare il mondo con altre ottiche, sia andando a scoprire con mano persone e mondi che spesso non si conoscono direttamente sia scavando dentro se stessi. Attraverso il teatro, che permette di stravolgere la logica comune e costruire un linguaggio tramite cui nuove consapevolezze possano venir restituite alla società tutta, gli spettacoli di Babilonia Teatri mettono in gioco l’idea stessa di normalità.
Castellani e Raimondi nel 2016 stanno lavorando a Purgatorio, un progetto di Babilonia Teatri e Zerofavole.
Castellani e Raimondi hanno firmato tutte le produzioni Babilonia Teatri, tra cui Paradiso (debutto a novembre 2017) Pedigree (2017) Purgatorio (2016) David è morto (2015); Ho un lupo nella pancia (2015); Inferno (2015); Jesus, (2014); Lolita, (2013); Pinocchio (2012); The end (2011); The best of (2010); Pornobboy (2009); Pop Star (2009); Made in Italy (2008); Underwork (2007); Panopticon Frankenstein (2006). E numerosi progetti speciali, tra cui Con il mare facevamo il pane (2014); Maledetta primavera (2012); The rerum natura, (2012); Il mio nome è musa (2010); This is the end my only friend the end (2010); Baby don’t cry (2010); Special price (2009).
INFORMAZIONI
MTM Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampère, 1
da giovedì a sabato ore 20:30
Biglietti: Intero 24€ – Under26 e convenzioni 16€ – Over65 12€ – Under12 10€
Abbonamento: 6MTMconTE – UNIconTE – MTMdono
BIGLIETTERIA MTM
02 86 45 45 45 – biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 20:00
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita
vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
BIGLIETTERIA MTM
02 86 45 45 45 – biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 20:00
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita
vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.