«Questa presentazione al libro aveva promesso di scriverla Pier Paolo Pasolini […] Nessuno meglio di lui avrebbe saputo mettere in valore questo quadro d’una Roma feroce, quest’indagine molecolare d’un mondo in cui un processo di omogeneizzazione sociale e culturale si compie in un deserto di valori. E nessuno meglio di lui avrebbe saputo dare una definizione esatta di questo stile diretto e spoglio»
(dalla prefazione di Italo Calvino)
Un borghese piccolo piccolo è un romanzo straordinario di Vincenzo Cerami da cui è stato tratto, in un secondo tempo, il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli. Il romanzo, che diverge dal film in alcuni nodi narrativi essenziali, è un ritratto di agghiacciante attualità. La peculiarità dell’opera è la tinta grottesca con cui Cerami descrive le umili aspirazioni di Giovanni Vivaldi, il borghese piccolo piccolo, e che si cerca di ripercorrere nell’adattamento di Fabrizio Coniglio.
Il più grande desiderio del protagonista, un uomo di provincia che lavora al ministero, è quello di “sistemare” suo figlio Mario, proprio in quel ministero in cui Giovanni lavora da oltre trent’anni. Ma come ottenere una raccomandazione per il figlio? Ecco l’inizio della sua ricerca disperata di una “scorciatoia”, in questo caso rappresentata dalla Massoneria, per garantire un futuro al figlio. Le aspirazioni, il desiderio di raggirare le regole che una società democratica e civile impone, sembrano quasi connaturate nell’animo di ogni cittadino italiano.
Quella che mettiamo in scena è una tragicommedia che nella prima parte regalerà momenti di comicità a tratti esilarante. Il Borghese piccolo piccolo è Giovanni Vivaldi, un uomo di provincia che lavora al ministero, il cui più grande desiderio è quello di “sistemare” suo figlio Mario, proprio in quel ministero in cui Giovanni lavora da oltre trent’anni. Ma come ottenere una raccomandazione per il figlio? Ecco l’inizio della sua ricerca disperata di una “scorciatoia”, in questo caso rappresentata dalla Massoneria, per garantirgli un futuro. Le aspirazioni, il desiderio di raggirare le regole che una società democratica e civile impone, sembrano quasi connaturate nell’animo di ogni cittadino italiano.
La Scorciatoia o la raccomandazione è avvertita dalla nostra società come qualcosa di necessario per sopravvivere: forse, in fondo, non crediamo più nella possibilità di essere tutti uguali di fronte alla legge e nelle pari opportunità di emancipazione sociale ed economica. Questo è lo snodo più fortemente attuale della storia; racconteremo questo grande romanzo classico con il sorriso, che solo i grandi autori come Vincenzo Cerami hanno saputo e sanno ancora regalarci. Per questo motivo ci affidiamo all’arte di un grande interprete del nostro Teatro: Massimo Dapporto, capace di rendere il ridicolo e il tragico nello stesso tempo, offrendo grande umanità e semplicità alla famiglia Vivaldi.
Fabrizio Coniglio
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Trama
Giovanni e Amalia discutono di come il figlio Mario potrà trovare un lavoro ora che ha conseguito il diploma di ragioniere. Giovanni apprende che si terrà un concorso per 1200 nuovi posti allo stesso ministero in cui lavora. Giovanni decide di iscrivere Mario, ma sapendo che lui non potrebbe farcela, va a chiedere al capufficio se può favorirlo. Il dirigente gli spiega che nel concorso vi sono due prove, una orale e una scritta; in quella orale può favorire Mario, ma in quella scritta no.
Il capufficio, però, vedendo Giovanni abbattuto, gli chiede se è disposto ad entrare nella Massoneria, in modo da poter conoscere anche lui il contenuto del test, usufruendo dei “vantaggi” che godono i membri della loggia.
Giovanni accetta, entra nella Massoneria e, qualche settimana prima del concorso, ottiene dal capufficio le risposte dell’esame, che fa imparare a memoria a Mario. Il giorno del concorso Giovanni e Mario si stanno recando al ministero, ma dei rapinatori che stanno scappando sparano e accidentalmente colpiscono Mario che muore. Amalia, per il dolore della morte del figlio, rimane vittima di una trombosi.
Giovanni si abitua al nuovo modo di vivere, ma un giorno, quando si reca in questura per vedere i sospettati, riconosce l’assassino e non dice niente.
L’assassino viene rilasciato e mentre ritorna viene seguito da Giovanni che lo cattura e lo porta nella sua baracca vicino al lago dove con del fil di ferro lo lega e lo imbavaglia quasi fino a strozzarlo e lo tortura per diversi giorni. Nei giorni seguenti l’assassino muore, Giovanni va in pensione, ma proprio lo stesso giorno dell’agognato traguardo Amalia muore. Dopo i funerali, Giovanni ritorna a seppellire l’assassino e poi ritorna alla sua vita di prima.
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PRIMA NAZIONALE
20 luglio 2017 Festival di Borgio Verezzi
Durata: 90 minuti – atto unico
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Un borghese piccolo piccolo
Tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami
Con
Massimo Dapporto Giovanni Vivaldi
Susanna Marcomeni la moglie
Roberto D’Alessandro il capo ufficio
Matteo Francomano il figlio
Federico Rubino il criminale
Scene Gaspare De Pascali
Costumi Sandra Cardini
Disegno Luci Valerio Peroni
Musiche originali Nicola Piovani
Adattamento e regia Fabrizio Coniglio
Produzione Pietro Mezzasoma
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TEATRO ELISEO
Da martedì 17 ottobre a domenica 5 novembre 2017
Orario spettacoli:
martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00
Primo sabato di programmazione doppio spettacolo ore 16.00 e ore 20.00
mercoledì e domenica ore 17.00
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Biglietteria tel. 06.83510216
Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sab 10.00 – 19.00, dom 10 – 16
Via Nazionale 183 – 00184 Roma
Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: 892234
Prezzi da 20 € a 40 €