commedia di Augusto Novelli
regia Marcello Ancillotti
scene e costumi Cecilia Micolano
con Maurizio Bartoli, Paolo Biagioni, Cosimo Calvelli, Chiara Collacchioni, Enrico Del Pace, Simone Feo, Laura Frullini, Simone Galgano, Marco Giachi, Renzo Marilli, Giuliano Martinenghi, Piera Matteini, Marianna Minio, Debora Petracchi, Leonardo Previero, Marco Santi, Ernesto Verga
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Il Teatro di Cestello, prezioso custode del repertorio popolare della tradizione fiorentina, celebra, nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla nascita, Augusto Novelli, autore meritevole di essere omaggiato con la messa in scena di una spassosa commedia quasi inedita che rivisita, con una buona scossa di ironia, l’avvento del sisma del 1895 che sorprese Firenze, lasciata indenne eppure risvegliata improvvisamente dal panico generale in una vocazione religiosa tanto bigotta da farsi farsesca.
Il clima che riviviamo è quello romantico, spirituale eppure dedito ai valori materiali, come tipico dell’alta società, impegnata a intrattenersi tra contese socio-politiche e tutela delle buone maniere, in un intreccio leggero di trame amorose e vocazionali.
Il pubblico è piacevolmente coinvolto dalle vicende curiose di una ricca famiglia che si trova ad ospitare per carità cristiana in un caso e per amicizia d’interesse nell’altro, un gruppo di giovani seminaristi ed uno di politici razionalisti, con risvolti esilaranti capaci di mettere in risalto tutte le contraddizioni di una cultura ancora lontana dalla modernità di pensiero e che oggi ci appare buffamente stravagante e retrograda, come già volle intenderla il Novelli stesso.
Ines Arsì