Don Giovanni? Stavolta è donna: questa la folgorante (e rivoluzionaria) idea di partenza del Don Giovanni secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio che ha debuttato con folgorante successo al Teatro Olimpico di Roma (fino al 26 novembre) per la stagione 2017/2018 dell’Accademia Filarmonica Romana che l’ha comprodotto con il Festival Les Nuits de Fourvière di Lione.
Androgina e seducente, Petra Magoni-Don Giovanni interpreta il celebre libertino trasformandosi nel proprietario di un locale di jazz Anni Venti in una sorta di Cotton Club animato dai musicisti dell’Orchestra in giacca da smoking con tre coriste in abiti svolazzanti anni Sessanta.
E Petra Magoni si lascia ammirare per il carisma, la voce, l’interpretazione (quasi mefistofelica a tratti), animando il palco, seducendo uomini e donne, all’insegna dell’ambiguità sessuale, ma lasciando inalterata l’insaziabile sete di conquista e di seduzione. Androgina e sfuggente, la Magoni conferma la sua voce potente che tratteggia un Don Giovanni spietato e ossessionato dalla conquista, dalla seduzione e dal sesso inguaiato in frac e pantaloni ampi.
Ora, per capire il significato di questa nuova operazione musicale che arriva dopo il Flauto magico e la Carmen, è necessario capire che siamo davanti a un approccio multietnico della musica e del libretto all’insegna della manipolazione e e dell’estrema libertà drammaturgia e musicale che riduce in poco meno di novanta minuti le gesta di Don Giovanni.
Andrea Renzi alla regia e Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli, che rielaborano la partitura di Mozart, approcciano la musica classica travalicando in modo spiritoso e irriverente molti generi, dal jazz allo swing, dalla musica brasiliana al pop al rock senza vergogna e non estrema scioltezza.
E se il fulcro della scena resta Don Giovanni, intorno a lui si muovono coerentemente, ma sul filo della doppiezza tutti gli altri personaggi all’insegna della multietnicità, dal Leporello cubano Omar Lopez Valle con tanto di tromba, al Masetto -francese-tunisino Houcine Ataa fino al Don Ottavio brasiliano di Evandro Dos Reis. Bravissime le tre donne: Hersi Matmuja–Donna Elvira in dolce attesa, la sfrontata Mama Marjas–Zerlina, Simona Boo nel ruolo della vendicativa Donna Anna. E saranno proprio loro ad accerchiare Din Giovanni quasi andandosi a sostituire al ruolo del Commendatore che spunta sulle proiezioni video che prendono vita sul palco. Il taglio drammaturgico funziona (non manca la rielaborazione anche linguistica passando dall’italiano al portoghese al francese al napoletano) così come la rielaborazione musicale che mostra come la magnifica musica di Mozart possa trasformarsi in motivi pop e Raggae confermando tutta la sua modernità. Variazione finale con Don Giovanni che risorge fra le note della disco music. Il ritmo è sempre molto vivace e travolgente, ennesima conferma della perfezione di un meccanismo a orologeria come il Don Giovanni di Mozart-Da Ponte anche se manipolato per diventare di forte portata popolare pur fra la raffinatezza degli arrangiamenti.
Ovazione del pubblico entusiasta. In scena fino al 26 novembre a Roma.