“Filumena Marturano” – forse la commedia italiana del dopoguerra più conosciuta e rappresentata all’estero – ha un ruolo centrale nella produzione di Eduardo De Filippo, collocandosi tra i primi testi di quella Cantata dei giorni dispari che, a partire da “Napoli milionaria“, raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra.
Il testo, ispirato da un fatto di cronaca dal quale Eduardo ha costruito una delle più belle commedie dedicata alla sorella Titina, è la storia di Filumena Marturano e Domenico Soriano: lei è caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione del mondo, con un passato di lotte e tristezze, decisa a difendere fino in fondo la vita e il destino dei suoi figli: è la nostra “Madre Coraggio”. Lui borghese, figlio di un ricco pasticcere, “campatore”, amante e proprietario di cavalli da corsa, un po’ fiaccato dagli anni che passano e dalla malinconia dei ricordi, è stretto in una morsa dalla donna che ora lo tiene in pugno e a cui si ribella con tutte le sue forze. Ma è soprattutto la storia di un grande amore.
Memorabile la versione cinematografica dal titolo “Matrimonio all’italiana” interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
A dirigere la commedia la più grande regista di cinema al mondo, italiana e donna, Liliana Cavani, che con questo allestimento ha debuttato nella Prosa.
LA TRAMA
Domenico è furente perché Filumena, una ex prostituta che da anni vive con lui come la più paziente e sottomessa delle mogli, è riuscita a strappargli un matrimonio, facendogli credere che era in punto di morte. Poi, dopo quelle nozze in articulo mortis, era balzata dal letto, guaritissima e ferocemente soddisfatta di aver ripreso il suo posto legittimo nella casa che per tanti anni aveva contribuito a far prosperare. A quello stratagemma estremo s’era risolta perché, dopo mille avventure da lei sopportate in silenzio, il suo uomo voleva ora darle il benservito, per sposare una ragazza di vent’anni. E non era tutto, perché con una sorprendente rivelazione aveva raccontato di avere tre figli segreti, già grandi, e per giunta cresciuti a balia grazie ai denari rubati a Soriano. Questi va su tutte le furie, dichiara che il matrimonio gli è stato carpito con l’inganno e ne ottiene l’annullamento.
Allora l’indomabile Filumena ripiega su un altro più sottile espediente: uno dei tre giovanotti è figlio di Domenico. Quale? La donna lascia la casa, la sua casa, portandosi via il segreto. Domenico, attanagliato dalla più angosciosa curiosità, la supplica di rivelargli la verità; ma intanto riscopre tutte le qualità umane di quella donna. E per non lasciarsi sfuggire il figlio, acconsente a liberarsi della fidanzata, a sposare – questa volta davvero – Filumena e a prendersi in casa i tre giovani. Ma nemmeno diventata moglie Filumena svelerà il segreto. Madre di tutti e tre, non accetterà che uno di loro goda di qualche privilegio. Così, alla fine, Domenico li accetterà tutti serenamente, ripetendo le parole di lei: «’E figlie so’ ffiglie… E so’ tutte eguale… Hai ragione Filume’, hai ragione tu!».
L’Unità – Francesca De Sanctis
“…grande prova dell’opera di Eduardo…Geppy Gleijeses in stato di grazia, straordinaria Mariangela D’Abbraccio…magnifico l’apporto della regia che tramuta il testo in una grande sceneggiatura tra cinema e teatro di straordinaria attualità….”
Enrico Groppali – Il Giornale
“…commovente e monumentale la Filumena di Liliana Cavani…Perfetti Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses e tutta la compagnia…applausi interminabili ”
Il Messaggero – Antonella Manni
“…Non era facile per la regista e per i due protagonisti Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, non è stato un semplice debutto di routine, ma una prova di coraggio, che è stata premiata dal pubblico in sala, selezionato ed esigente, con applausi a scena aperta e acclamazioni generali al termine della commedia…”
Il Corriere della Sera – Emilia Costantini
“…Filumena Marturano una Medea all’italiana…Sei minuti di applausi per Gleijeses e D’Abbraccio…si piange e si ride…”
Il Mattino – Luciano Giannini
“…Standing ovation per Filumena…convince tutti, pubblico e critica ….sfida superata per Liliana Cavani… A Geppy Gleijeses Domenico Soriano calza a pennello, Mariangela D’Abbraccio ruggente Filumena…”
Avvenire – Angela Calvini
“…la prova riuscita di un attore che raggiunge la piena maturità, come Geppy Gleijeses, la piena affermazione di Mariangela D’Abbraccio…successo al Festival di Spoleto…”
Huffington Post – Maurizio Giammusso
“…Nei panni di Domenico Soriano, Geppy Gleijeses fornisce una delle migliori interpretazioni della sua carriera, se non la migliore in assoluto: perché inscrive il personaggio in una nevrosi attraversata, a tratti, da brividi di rassegnata amarezza…la rabbiosa Filumena di Mariangela D’Abbraccio…una formidabile Nunzia Schiano…”
Controscena – Enrico Fiore
I biglietti per tutti gli spettacoli programmati al Teatro “G. Busca” sono acquistabili:
- al botteghino del teatro (Piazza Vittorio Veneto 3 – Alba) tutti i giovedì dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e, in caso di programmazione di spettacolo, a partire da due ore prima dell’inizio dell’evento
- Nei punti vendita Piemonte ticket (ad Alba Libreria La Torre – via Vittorio Emanuele 19/g – tel. 0173-33658). Elenco dei punti vendita su: www.piemonteticket.it. Nei punti vendita è applicato il diritto di prevendita e la commissione.
Lo spettacolo è esaurito ma si consiglia di telefonare il giorno stesso a partire dalle ore 19.00 per verificare eventuale disponibilità di biglietti.
PREZZI DEI BIGLIETTI:
Poltronissima: intero € 26,00 / ridotto € 25,00
Primo posto: intero € 22,00 / ridotto € 20,00
Secondo posto: intero € 20,00 / ridotto € 18,00
Ridotto “Giovani” € 15,00 (fino a 26 anni non compiuti – posto unico)
Ridotto bimbo € 10,00 (meno di 10 anni)
TEATRO SOCIALE “G. BUSCA”
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