La superba musica di Mozart rivisitata e l’intrigante libretto di Lorenzo Da Ponte proposto in versione multilingue che spazia dall’italiano al francese all’arabo al portoghese e ambientato in una sorta di Cotton Club Anni Venti: storceranno forse il naso i puristi, ma questi sono gli ingredienti del nuovo Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio che debutta in prima assoluta italiana al Teatro Olimpico giovedì 9 ottobre (alle 21) nella stagione 2017/2018 dell’Accademia Filarmonica Romana.
Prodotto dall’Accademia Filarmonica Romana e del Festival Les Nuits de Fourvière di Lione, dove ha debuttato, proprio a Lione con successo lo scorso 13 giugno, il Don Giovanni si presenta come rielaborazione contemporanea del mito settecentesco, con un approccio diverso rispetto ai precedenti lavori, ma sempre all’insegna della totale continuità con i progetti dell’Orchestra di Piazza Vittorio, la più multietnica delle orchestre.
Dopo Il Flauto Magico (ultima opera del genio di Salisburgo) e la Carmen di Bizet, l’Orchestra di Piazza Vittorio torna a Mozart toccando la seconda delle opere della trilogia italiana scritta con Da Ponte e intervenendo (e non poco) sulla drammaturgia del libretto, ma senza tradirne lo spirito.
L’erotismo e la seduzione, elementi cruciali in Mozart-Da Ponte vengono incarnati dalla figura di Don Giovanni che rappresenta il primo approccio rivoluzionario di Mario Tronco e Andrea Renzi alla regia: il protagonista, libertino per eccellenza sarà per l’occasione interpretato da Petra Magoni nelle sofisticate vesti del fascinoso gentiluomo androgino e sfuggente impegnato nel duplice ruolo di direttore d’orchestra e proprietario del suo Music Club.
Dopo il ruolo di Regina della Notte nel Flauto Magico la Magoni si confronta con un personaggio cercando di adattarne il mito alla contemporaneità restando il punto nevralgico della drammaturgia musicale dello spettacolo e puntando su mille travestimenti non solo linguistici, ma anche sonori tra rivisitazioni delle celeberrime arie, duetti e pezzi d’insieme che travalicano i generi e li abbattano nelle rielaborazioni di Mario Tronco, Leandro Piccioni e Pino Pecorelli. Ma sarà un Don Giovanni meno connotato da sonorità etniche e più trasversale che attraversa invece il jazz e lo swing, il rock, il reggae e la disco music.
“Don Giovanni è un’operazione molto diversa rispetto alla Carmen, ma che tuttavia resta un esempio di come possa convivere l’integrazione in un momento del genere” spiega il regista Andrea Renzi – Per me è un onore collaborare con una realtà che seguo come spettatore da oltre 15 anni. L’idea di partenza, è stata quella di affidare il ruolo di don Giovanni a una donna dettaglio che diventa immediatamente il motore della drammaturgia regalando nuova forza all’eros che si scatena con don Giovanni. L’Orchestra di Piazza Vittorio attraverso la sua musica ci dice che a saperla cercare nella piazza di una città c’è un’idea di teatro del mondo”.
Quel che è certo è che il Don Giovanni secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio intende abbattere con veemenza ogni tipo di confine partendo proprio da quello musicale e passando attraverso un cast multiculturale che regala una concreta doppiezza ai personaggi, che si muovono sui piani sfalsati della scena di Barbara Bessi rivelano tutta la loro ambiguità di fondo e in certo modo la loro ipocrisia.
Nel cast, oltre a Petra Magoni nel ruolo del libertino, già molti artisti collaboratori dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Mama Marjas, cantante reggae vista in Carmen, interpreterà Zerlina, tanto scaltra quanto ingenua, Omar Lopez Valle, stabile artista dell’Orchestra, interpreta un Leporello in veste cubana con professa una malcelata ammirazione verso il suo padrone.
Il ruolo di Donna Elvira, divisa fra vendetta e amore, viene affidato alla cantante lirica di origine albanese Hersi Matmuja, Don Ottavio è il brasiliano Evandro Dos Reis, il tunisino Houcine Ataa è Masetto, tradito da Zerlina, ma pronto a un’avventura con lo stesso Don Giovanni, mentre Simona Boo, già vocalist del gruppo napoletano dei 99 Posse, debutta con l’Orchestra nel ruolo di Donna Anna tanto tenera quanto aggressiva. E lo stesso Don Giovanni/Petra Magoni è non solo maestro d’orchestra, ma anche compositore della musica che l’orchestra suona, padrone del locale e amante dei musicisti. Fino all’imprevedibile finale.
“Siamo abituati all’idea di un Don Giovanni burlone, che si finge spesso un altro – racconta Mario Tronco, direttore artistico dell’Orchestra e regista dell’opera insieme ad Andrea Renzi –. Il travestimento, la mascherata sono le tentazioni per lui irresistibili. Amare le donne e diventare ogni volta un altro. Il nostro ‘Don Giovanni’ parte però da presupposti diversi. L’idea è quella di sempre: rappresentare se stessi nei panni di altri, recitare il ruolo di se stessi con le parole e il carattere di personaggi di fantasia”.
Biglietti da 23 a 39 euro (compreso di prevendita); biglietti per ragazzi 4-14 anni 15,50 euro, dal 9 al 26 novembre tutti i giorni ore 21, la domenica ore 18, lunedì riposo. Info Tel. 06 3201752, promozione@filarmonicaromana.org, Tel. 06 3265991 ufficiopromozione@teatroolimpico.it.