Tra realtà e sogno: una “no man’s land” in cui è ambientata l’ultima pièce dell’Associazio ne Culturale TeatroElectra.
Jimmy. Creatura di sogno, dell’autrice e attrice canadese Marie Brassard, per la regia di Giuseppe Tesi, interpretato dall’ottimo Giulio Maria Corso e con la partecipazione straordinaria, in video, di Katia Ricciarelli.
Chi è Jimmy? Un uomo, un’ombra, l’eco di una voce lontana proveniente dal subconscio di ciascuno di noi?
Questi e moltri altri quesiti rimarranno forse insoluti al termine della pièce di Marie Brassard, vera donna dt teatro, istrionica e camaleontica al contempo, che riesce a tratteggiare con estrema leggerezza e flessibilità l’essenza dei vari personaggi che animano la scena e a tarli muovere come se fossero un tutt’uno. Ma è un teatro che parla a bassa voce, che cammina in punta di piedi, che a tratti non capisce e cerca approvazione e risposte nel suo diretto interlocutore, il pubblico.
Sì, perché lo spettatore non potrà limitarsi a restarsene fermo, seduto in poltroncina, lasciando che la vicenda dí Jimmy gli scorra davanti senza essere chiamato a intervenire.
Chi è, allora, Jimmy? In realtà, Jimmy non esiste. E’ il non-personaggio, o meglio, il non-protagonista. Il non-parlante, il non-esistente, il non-udente che però interroga e si interroga, tenta, a tratti drammaticamente, di uscire allo scoperto, si innamora. Jimmy, d’altronde, non è altro che il imito di un sogno.
Il sogno di un Generale che plasma la sua vita come se modellasse un pezzo di argilla, generando così un giovane di trentatré anni, che di mestiere fa il parrucchiere nel suo negozio di New York, a cui accade ciò che di più struggente, tormentato, languido possa accadere a un uomo: Innamorarsi.
Innamorarsi di un altrettanto giovane soldato, Mitchell, bello e aitante nella figura, con il quale inizia dolcemente a dipanarsi quella lascínosa tela di situazioni e relazioni che porteranno i due a essere tanto vicini da sembrare vero. Tanto vicini da percepire distintamente il respiro dell’altro. Tanto vicini da essere… così dannatamente reali. Tuttavia, è proprio nell’istante che precede la climax di questo gioco lacerante, ma allo stesso tempo vivificante, proprio nell’attimo che precede il gusto del bacio più bramato, il nostro Generale si risveglia dal suo sonno, costringendo Jimmy a rimanere prigioniero di un limbo a tratti insostenibile, nel quale cercare con tutte le proprie forze qualcuno, qualcosa, qualunque cosa che possa riprendere quel meraviglioso sogno lì, proprio lì, occhi negli occhi, sguardo perso nell’altro, respiro contro respiro, dove il rigido Maresciallo lo aveva lasciato, ormai ben cinquant’anni prima.
Ma, dopo il danno, ecco che giunge la beffa.
Jimmy sarà di nuovo, finalmente, sognato.
La protagonista della nuova realtà onirica sarà un’attrice, presa dai suoi mille dilemmi oltre che da un complicalo rapporto di amore-odio con la madre. Niente potrà più essere come prima.
Sfortunatamente, Jimmy capisce molto presto che la sua libertà di azione è limitata da ciò che la sognatrice o il sognatore di turno deciderà di fare di lui: Jimmy diviene così una marionetta nelle mani di chi vada a ripescarlo da un mondo lontano, lontanissimo, così remoto, dove il suo cuore ardente non desidera altro che ritrovare lui. Mitchell. Forse, Jimmy lo può vedere nei panni di un soldato… distante… in un deserto di fuoco… c’è la guerra… c’è la morte… “Sono stato rapito… sottratto a un bacio sospeso nel tempo. Tutto per colpa di un’attrice… Mitchell… Esisti ancora nello spazio dei sogni?”
Chi è, dunque, Jimmy? Ognuno potrà rispondere a propria discrezione a una tale domanda. In ogni caso, Jimmy è la storia di un amore impossibile, irrealizzabile forse, l’eco lontana, tutta proveniente da quell’inconscio mondo onirico che Freud ha tentato di scandagliare in tutte le sue indicibili profondità, da cui ancora si eleva il grido più alto che possa toccare il cuore dell’essere umano: l’Amore.