Nuova produzione del Teatro Comunale, in collaborazione con Associazione Arena Sferisterio e Macerata Opera Festival, l’Aida di Giuseppe Verdi “atterra” sul palcoscenico direttamente da un altro pianeta.
Scelta coraggiosa, quella del regista Francesco Micheli, ambientare la celeberrima opera in un contesto futuristico senza appigli spazio temporali realistici. Le scene di Edoardo Sanchi catapultano i personaggi in un terreno poco sicuro, costruito come un gigantesco computer bianco semiaperto in cui risulta difficile camminare e ancor più relazionarsi. Il dramma della straniera è così reso scenicamente dall’impossibilità prossemica di comunicazione tra le parti che causa lontananza in Aida, paura in Radames e gelosia in Amneris. Sulla parte verticale del grande schermo vengono proiettati i disegni di Francesca Ballarini, unici elementi scenografici che in qualche modo costituiscono un riempimento della superficie vuota del palco, dalla quale emergono tramite botole i personaggi.
Non convince del tutto l’omonima marcia trionfale in cui le uniche presenze in scena sono dei ballerini della compagnia Artemis Danza, stretti in delle tutine dalle fattezze robotiche. Anche a livello vocale durante lo spettacolo sembrano esserci problemi di intonazione dei cantanti che si riflettono automaticamente sul versante interpretativo, probabilmente poco curato.
Cristina Melis rappresenta l’eccezione e la sua Amneris è forse l’unica a risultare convincente nella sua esecuzione dall’inizio alla fine dello spettacolo.