Le parole di una grande poetessa come Alda Merini, la potenza delle partiture musicali appositamente scritte dal musicista Giovanni Nuti e la verve attoriale e interpretativa di Monica Guerritore. Questo e molto di più nel concerto organizzato dal Centro Italiano per i Rifugiati, andato in scena in una serata speciale ricca di ospiti al Teatro Duse.
Elaborato sulla falsa riga del recital Mentre rubavo la poesia con cui la Guerritore e Nuti hanno girato i teatri italiani negli ultimi anni, il concerto è un omaggio alla grande poetessa lombarda scomparsa nel 2009 e raccoglie tutte le più belle canzoni messe in musica partendo dalle sue poesie. Giovanni Nuti vanta una collaborazione di 16 anni con la Merini, durante la quale i due hanno realizzato vari spettacoli e quattro cd. In scena una band di sei elementi accompagna i due performer in soli, duetti e interessanti monologhi scritti dalla stessa Guerritore che si presta a cambi d’abito che la portano a inneggiare all’amore, fulcro poetico dell’arte della Merini. Narrato in tutte le sue forme, ora triste ora magnifico, l’amore è presente in molte poesie, così come la vita e la follia. Una gran parte delle elaborazioni musicali sono infatti dedicate al capitolo più buio della vita della poetessa, gli anni in manicomio. Nonostante la difficoltà di quel periodo, la solitudine e il dolore degli elettrochoc a cui la sottoposero, la Merini ebbe la straordinaria forza di continuare a scrivere dando voce al suo dolore, ai suoi più intimi pensieri, sopravvivendo così alle brutture. La voce recitante della stessa Alda precede alcuni tra i brani di più forte impatto emotivo e il sodalizio artistico che lega Nuti e la Guerritore è ben visibile sul palco. “Un amore irripetibile lega me e Giovanni alla piccola ape furibonda”, dice la stessa attrice.
Ad arricchire la serata tanti ospiti che per l’occasione hanno prestato gratuitamente la loro opera. In primis Roberto Vecchioni, amico di vecchia data della poetessa, e poi i Piccoli Cantori di Milano, Grazia Di Michele, Iskra Menarini, Marco Ferradini e Fabio Armiliato. Preziosi non per ultimo i contributi video realizzati da Lucilla Mininno e Mimma Nocelli, curatrice anche della regia dello spettacolo.
Attraverso la musica le splendide parole della Merini risuonano di vita propria, tornano a vivere con forza restituendo agli spettatori il senso più alto di quella che probabilmente è stata ed è tuttora la più grande poetessa italiana contemporanea.