Cosa succederebbe se una sera d’inverno in una grande tenuta sperduta in aperta campagna arrivassero dei tipi loschi accompagnati da ragazze di dubbio mestiere? E se poi si aggiungesse al gruppo anche un affascinante estraneo capitato lì, forse per caso nel bel mezzo della serata?
Laura Morante interpreta Mira, carismatica donna toscana, moglie di un uomo d’affari di natura non proprio chiara. Mira gestisce l’antica tenuta di famiglia, pronta per essere inaugurata come albergo, quando il tirapiedi di suo marito si presenta a cena con due signori misteriosi accompagnati da due donne più confuse che persuase di essere lì. Mira è costretta ad intrattenere gli ospiti appena conosciuti con arguzia e obbedienza nei confronti del marito, che non si sa bene dove sia finito. Quando l’assistente del marito va via lasciando la donna in quella situazione paradossale fatta di discorsi detti a spizzichi e bocconi, battute amare e l’imbarazzo dato dal convivio fra sconosciuti, ecco che un interessante estraneo suona alla porta di casa, chiedendo una stanza per la notte. Mira si fida istintivamente e gli chiede di sostenerla nel corso della serata che si prospetta essere interminabile.
Locandiera B&B è una commedia scritta da Edoardo Erba e prodotta da Nuovo Teatro e Fondazione Teatro della Toscana per la regia di Roberto Andò. Fra misteri, legami confusi, passioni improvvise e intrighi apparentemente inspiegabili si dipana la vicenda messa in scena con chiaroscuri e fasci di luce da noir che bene contornano gli ambienti della villa di Mira, divisi tra porte dentro le quali si celano segreti inconfessabili e specchi logori che riflettono immagini mai del tutto nitide.
Il suono di Hubert Westkemper dona alla recitazione forse un po’ troppo enfatizzata dei protagonisti il giusto equilibrio con i temi trattati, facendo fluttuare l’intera vicenda in una bolla “appannata” dove solo alla fine i ruoli giocati dai personaggi diventano chiari, per culminare in un finale insospettabile.