Dramma di ambiente storico in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica
Musica di UMBERTO GIORDANO
(Copyright ed edizione: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896
Nuova produzione Teatro alla Scala
Nel cinquantenario della scomparsa di Victor de Sabata
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Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia MARIO MARTONE
Scene MARGHERITA PALLI
Costumi URSULA PATZAK
Luci PASQUALE MARI
Coreografia DANIELA SCHIAVONE
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Personaggi e interpreti
Andrea Chénier Yusif Eyvazov
Maddalena di Coigny Anna Netrebko
Carlo Gérard Luca Salsi
La mulatta Bersi Annalisa Stroppa
La Contessa di Coigny Mariana Pentcheva
Madelon Judit Kutasi
Roucher Gabriele Sagona
Pietro Fléville Costantino Finucci
Fouquier Tinville Gianluca Breda
Mathieu Francesco Verna
Un incredibile Carlo Bosi
L’Abate Manuel Pierattelli
Schmidt Romano Dal Zovo
Il maestro di casa / Dumas Riccardo Fassi
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Coro, Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Maestro del Coro BRUNO CASONI
* Anteprima dedicata ai giovani
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DATE:
Domenica 3 dicembre 2017 ~ ore 18
Anteprima dedicata ai giovani
LaScala UNDER 30
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Giovedì 7 dicembre 2017 ~ ore 18
Inaugurazione della Stagione d’Opera e Balletto 2017 ~ 2018
Prezzi 7 dicembre 2017
Platea – 2.500 euro
Palco – da 2.500 a 500 euro
Galleria – da 350 a 50 euro
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Domenica 10 dicembre 2017 ore 15 ~ turno C
Mercoledì 13 dicembre 2017 ore 20 ~ turno B
Sabato 16 dicembre 2017 ore 20 ~ turno E
Martedì 19 dicembre 2017 ore 20 ~ turno A
Venerdì 22 dicembre 2017 ore 20 ~ turno D
Martedì 2 gennaio 2018 ore 20 ~ fuori abbonamento
Venerdì 5 gennaio 2018 ore 20 ~ turno N
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Prezzi: da 250 a 15 euro
Infotel: 02 72 00 37 44
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Riccardo Chailly dirige Andrea Chénier
Il capolavoro di Giordano torna alla Scala per l’Inaugurazione della Stagione 2017/2018 in un allestimento di Mario Martone con scene di Margherita Palli e costumi di Ursula Patzak.
Nel ruolo del titolo Yusif Eyvazov, Anna Netrebko è Maddalena di Coigny, Luca Salsi è Gérard. La Prima è dedicata a Victor de Sabata nel cinquantenario della scomparsa. Anche quest’anno la Prima è in diretta su Rai1 e nei cinema di tutto il mondo.
La Stagione 2017/2018 del Teatro alla Scala si apre il 7 dicembre alle ore 18 con Andrea Chénier di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, con la direzione del Maestro Riccardo Chailly e la regia di Mario Martone. Le scene sono firmate da Margherita Palli, i costumi da Ursula Patzak e le luci da Pasquale Mari, mentre Daniela Schiavone cura la coreografia. Il cast schiera Yusif Eyvazov come protagonista, Anna Netrebko come Maddalena di Coigny, Luca Salsi come Gérard, Annalisa Stroppa come Mulatta Bersi e Mariana Pentcheva come Contessa di Coigny.
La serata inaugurale è dedicata alla memoria di Victor de Sabata nel cinquantesimo anniversario della scomparsa.
Con Andrea Chénier i riflettori del 7 dicembre si accendono su un titolo del repertorio cosiddetto verista: l’unico precedente risale al 1963, quando Gianandrea Gavazzeni diresse L’amico Fritz e Cavalleria rusticana nel centenario di Mascagni. E proprio Cavalleria rusticana, insieme a Pagliacci, era l’unico titolo rimasto nel repertorio scaligero. Oggi il Teatro ha intrapreso per impulso del Maestro Chailly e del Sovrintendente Pereira un progetto culturale complessivo teso al recupero e alla valorizzazione di questo patrimonio: ne sono testimonianza la ripresa de La cena delle beffe dello stesso Giordano (con la direzione di Carlo Rizzi e la fortunata regia e scenografia di Mario Martone e Margherita Palli) e la Francesca da Rimini di Zandonai che sarà presentata nel prossimo aprile in un nuovo allestimento di David Pountney diretto da Fabio Luisi.
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Andrea Chénier
La prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta opera del ventinovenne Umberto Giordano, avviene alla Scala il 28 marzo 1896 per la direzione di Rodolfo Ferrari, ed è un grande successo con immediati echi anche all’estero: appena un anno dopo la prima, il 5 febbraio 1897, è rappresentato in lingua tedesca per otto serate allo Stadttheater di Amburgo, direttore Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì “una delle nuove opere di maggior effetto”, e tentò di farlo rappresentare a Vienna una volta divenuto direttore della Hofoper, scontrandosi con difficoltà economiche e organizzative che lo indussero a programmare invece Fedora. D’altra parte, erano stati gli stessi esperti dell’Editore Sonzogno a giudicare in un primo momento il lavoro “irrappresentabile”.
Per l’opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo librettista, Giordano si cercò un alloggio nell’edificio in cui abitava, in via Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in una specie di deposito di lapidi e monumenti funerari. Il risultato di tante fatiche fu il melodramma eroico per eccellenza, spesso in verità spinto in palcoscenico verso atletismi vocali che finirono per alimentare gli immancabili equivoci in sede critica. Riccardo Chailly ricorda una conversazione in cui l’anziana Maria Caniglia, protagonista della storica incisione con Gigli, gli sottolineava al contrario alcune eredità belcantistiche della partitura.
Al di là delle mode e delle diverse posizioni critiche, chi ha sempre creduto nel valore di Andrea Chénier è stato il maestro Riccardo Chailly, che lo ha inciso per la Decca nel 1982, con Luciano Pavarotti, Montserrat Caballé e Leo Nucci. E anche l’ultima produzione alla Scala, nella Stagione 1982/83, era diretta dall’attuale direttore musicale, con protagonisti José Carreras, Anna Tomowa-Sintow e Piero Cappuccilli. L’allestimento di Lamberto Puggelli era stato poi ripreso nel 1985, sempre diretto da Chailly.
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Riccardo Chailly
Il suo debutto alla Scala risale al 1978 con I Masnadieri di Verdi: con le recite di Andrea Chénier il Maestro festeggerà quindi 40 anni di attività scaligera, nel corso dei quali ha diretto opere di Rossini, Verdi, Puccini, Prokof’ev e Bartók. Con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007, con Giovanna d’Arco la Stagione 2015/2016 e con Madama Butterfly la Stagione 2016/2017. Il suo impegno con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul repertorio italiano secondo un progetto culturale volto a valorizzarne la ricchezza e la complessità, dal Belcanto al Verismo. Proseguirà anche il ciclo di opere di Puccini iniziato nel maggio 2015 con Turandot, evento inaugurale di Expo e proseguito nel maggio 2016 con La fanciulla del West. Un’attenzione particolare è rivolta alle opere presentate alla Scala in prima assoluta: è il caso de La gazza ladra, tornata alla Scala con la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla prima, e dello stesso Andrea Chénier. Il Maestro Chailly ha intensificato l’attività con l’Orchestra scaligera creando con i musicisti un sodalizio artistico sempre più stretto: nel 2017 ha guidato la Filarmonica per la seconda estate consecutiva in una tournée che ha toccato con successo diverse tappe europee tra cui il Festival di Lucerna, il debutto ai Proms e al Festival di Edimburgo e il ritorno alla Philharmonie di Berlino. Dopo l’inaugurazione della Stagione della Filarmonica della Scala il 6 novembre, il Maestro Chailly è sul podio del secondo concerto della Stagione Sinfonica del Teatro con la Messa per Rossini – omaggio collettivo dei compositori italiani al Pesarese nel primo anniversario della sua scomparsa – che non è mai stata eseguita alla Scala.
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Lo spettacolo
Regista cinematografico e teatrale, Mario Martone ha avuto un rapporto felice con la Scala e anche con il verismo. Il debutto avviene nel 2011 con l’accoppiata verista per eccellenza, Pagliacci e Cavalleria rusticana con la direzione di Daniel Harding: uno spettacolo fortunato ripreso più volte negli anni successivi. Seguono due titoli verdiani: Luisa Miller diretta da Gianandrea Noseda nel 2012 e Oberto conte di San Bonifacio diretta da Riccardo Frizza nel 2013. Nel 2016 Martone incontra Margherita Palli per La cena delle beffe di Giordano: ne nasce un allestimento originale ed efficacissimo che sposta la vicenda a Little Italy rispettandone però gli snodi drammaturgici. Ma l’interesse della presenza di un regista come Martone per Andrea Chénier non risiede unicamente nelle sue prove nel teatro musicale: la riflessione su speranze e disillusioni, generosità e tradimenti della rivoluzione attraversa l’affresco cinematografico Noi credevamo (2010, vincitore del David di Donatello) che racconta l’ardore mazziniano di un gruppo di ragazzi del Cilento dagli anni ‘20 dell’’800 fino all’Unità, ma anche la recente regia teatrale de La morte di Danton di Büchner (Teatro Stabile di Torino, 2016 – poi in tournée nei principali teatri italiani). E i temi strettamente interconnessi della gioventù e della rivoluzione tornano anche nel prossimo film di Martone, Capri-Batterie, ambientato nei circoli intellettuali comunisti che animavano l’isola negli anni della Grande Guerra.
Per Andrea Chénier Martone manterrà in pieno l’ambientazione rivoluzionaria, restando semmai cosciente di alcuni anacronismi introdotti dagli stessi Giordano e Illica, puntando sull’identificazione psicologica dei personaggi e sottolineando la scansione temporale dei diversi quadri. Lo spettacolo si darà con un solo intervallo e cambi scena a vista che permetteranno di passare dal primo al secondo e dal terzo al quarto quadro senza interruzione. Le scene di Margherita Palli racconteranno la trasformazione politica attraverso il passaggio da un fastoso Luigi XV a strutture architettoniche spoglie ed essenziali non prive di un riferimento a Boullée e Ledoux e all’utopismo neoclassico della fine del XVIII secolo.
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Margherita Palli è un punto di riferimento per la scenografia italiana. Il suo nome è strettamente legato a quello di Luca Ronconi, con cui ha firmato alla Scala Donnerstag aus Licht (1981), Samstag aus Licht (1984), Oberon (1989), Lodoïska (1991), La damnation de Faust (1995), Tosca (1997), Ariadne auf Naxos (2000), Il trittico (2008), L’affare Makropoulos (2009). È al suo secondo 7 dicembre dopo La vestale, mentre con Mario Martone ha lavorato per La cena delle beffe nel 2015. Alla Scala ha realizzato anche la mostra su Luca Ronconi all’Ansaldo nel 2015 e la mostra su Maria Callas attualmente aperta al Museo.
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I protagonisti
Nato a Baku, in Azerbaijan, nel 1977, Yusif Eyvazov, dopo aver abbandonato la Facoltà di Ingegneria studia canto al locale Conservatorio, ma nel 1997 si trasferisce a perfezionarsi a Milano. Il primo successo internazionale arriva nel 2010 quando canta Cavaradossi in Tosca al Bols’oj. Nel 2013 è Otello al Festival di Ravenna con la regia di Cristina Muti; subito dopo Riccardo Muti lo sceglie come Des Grieux per la nuova produzione di Manon Lescaut all’Opera di Roma con Anna Netrebko nel 2014. È una consacrazione e l’inizio di una storia d’amore: i due artisti si sposano a Vienna nel 2015. Tra i ruoli ricoperti da Eyvazov si segnalano ancora Des Grieux (al Festival di Salisburgo e al Bol’soj), Canio in Pagliacci, Calaf in Turandot (al Metropolitan, al Mariinskij e alla Staatsoper di Vienna con Dudamel), Radamès in Aida (all’Opéra di Parigi, all’Arena di Verona e nel 2017 al Festival di Salisburgo con Muti in alternanza con Francesco Meli), Manrico ne Il trovatore (Unter den Linden con Barenboim, Mariinskij con Gergiev), Maurizio in Adriana Lecouvreur (Mariinskij con Gergiev). In preparazione del debutto scaligero, Eyazov ha debuttato come Chénier a Praga nel gennaio 2017. Tra i prossimi impegni Don Carlo a Mosca, Macbeth a Londra con Pappano, Tosca a Berlino, Il trovatore a Parigi e Adriana a Baden-Baden.
Alla sua terza inaugurazione scaligera, Anna Netrebko è ormai di casa al Piermarini. Alla Scala debutta nel 1998 con un concerto della Filarmonica diretto da Valery Gergiev; sempre Gergiev la dirige due anni più tardi in Guerra e Pace di Prokof’ev. Torna quindi come Donna Anna in Don Giovanni diretto da Daniel Barenboim il 7 dicembre 2011, come Mimì ne La Bohème diretta da Daniele Rustioni nel 2012, Giovanna d’Arco per il 7 dicembre 2015 diretta da Riccardo Chailly e come Violetta ne La traviata diretta da Nello Santi nel 2017. Universalmente riconosciuta come il soprano di riferimento dei nostri anni, ha interpretato un vastissimo repertorio in tutti i teatri del mondo con i direttori e i registi più prestigiosi. Sempre più vicina al repertorio verista, ha ottenuto un grande successo personale nell’Aida diretta da Riccardo Muti a Salisburgo la scorsa estate. Tra i prossimi impegni Tosca al Metropolitan e a Monaco, La traviata a Parigi, Macbeth a Londra e Adriana a Baden-Baden.
Grande attesa circonda il Gérard di Luca Salsi, già trionfatore in questa parte a Monaco e a Parigi. Ascoltato alla Scala in alcune recite de I due Foscari con la direzione di Michele Mariotti, il baritono parmense (è nato a San Secondo) si è rapidamente imposto tra i più acclamati del panorama internazionale. Ha affrontato i capisaldi del repertorio verdiano con Riccardo Muti (Ernani, Nabucco e I due Foscari a Roma, Macbeth a Chicago e Stoccolma, Ernani e Aida a Salisburgo). Ha recentemente cantato Rigoletto ad Amsterdam con la regia di Damiano Michieletto e ha debuttato in Tosca all’Opera di Roma. Tra i prossimi impegni spiccano tre produzioni di seguito al Metropolitan: Il trovatore, Lucia di Lammermoor e Luisa Miller, oltre a Un ballo in maschera a Berlino e Don Carlo a Bologna.
Studi di pianoforte, debutto a Salisburgo nel 2010 con Riccardo Muti, Annalisa Stroppa è oggi regolarmente presente nelle stagioni dei maggiori teatri: la ricordiamo come Cherubino ne I due Figaro diretti da Muti a Salisburgo e Madrid e come Rosina ne Il barbiere di Siviglia a Roma, Berlino e Tel Aviv. Ha debuttato all’Opéra di Parigi come Suzuki e alla Staatsoper di Vienna come Dorabella. Alla Scala è stata Emilia in Otello di Rossini, Maddalena in Rigoletto ma soprattutto applauditissima Suzuki nella Butterfly diretta da Riccardo Chailly lo scorso 7 dicembre, prima di tornare come Fenena in Nabucco con la direzione di Nello Santi in ottobre.
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La Prima su Rai 1
Il 7 dicembre 2016 la trasmissione di Madama Butterfly in diretta su Rai 1 ha battuto tutti i record di ascolti per l’opera lirica sulla televisione italiana con una media di 2.600.000 spettatori corrispondenti al 13.48% di share medio. La decisione della Rai di trasmettere la prima scaligera in diretta sulla prima rete è confermata anche per il 2017, proseguendo una collaborazione che supera i 40 anni; le telecamere della Rai fecero entrare per la prima volta gli italiani alla prima della Scala il 7 dicembre 1976 per Otello di Verdi con la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco Zeffirelli. Da allora la RAI e il Teatro alla Scala hanno collaborato per far conoscere sempre meglio agli italiani lo straordinario patrimonio del melodramma. Come ogni anno la Rai curerà anche le dirette presso il Carcere di San Vittore, in diversi teatri italiani e nei cinema di tutto il mondo.
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La prima diffusa
In occasione del Sant’Ambrogio 2017 torna il palinsesto di attività di preparazione della Prima scaligera promosso da Comune di Milano e Edison insieme al Teatro alla Scala. Il programma sarà come di consueto annunciato nel corso di una conferenza stampa nel mese di novembre.