Coup de théâtre al Teatro dell’Opera di Roma che il 15 novembre inaugura la stagione 2017/2018 all’insegna dell’eccezionalità: con un balletto. E che balletto: va in scena in prima mondiale il nuovo allestimento di Don Chisciotte, con la coreografia di Laurent Hilaire ispirata alla versione originale di Mikhail Baryshnikov creato per l’American Ballet Theatre nel 1978, da Petipa e Gorsky (del 1869), su musica di Ludwig Minkus.
Un balletto leggendario in tre atti sulla storia di Don Chisciotte, Kitri e Basilio, che debutta in una nuova produzione del teatro capitolino dove resterà in scena fino al 23 novembre per un totale di nove repliche, prima dell’apertura della stagione operistica con La damnation de Faust di Berlioz con la regia di Damiano Michieletto e Daniele Gatti sul podio (dal 12 dicembre).
“Siamo orgogliosi di aprire la nuova stagione con la danza e non solo per motivi di calendario, ma anche per lasciare un segno di quanto la danza siam importante in questo teatro – esordisce il Sovrintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes – Il nostro Don Chisciotte ha i caratteri dell’eccezionalità e nasce dal sogno di proporre un lavoro di Baryshnikov che da anni ormai non mette più in scena i suoi spettacoli. È stato un grande sforzo produttivo per il teatro con l’augurio che possa diventare come Lo schiaccianoci, alla terza ripresa, un balletto di repertorio”.
Tuttavia non è stato facile persuadere Baryshnikov a partecipare alla nuova produzione visto che era rimasto molto insoddisfatto dalla precedente versione di Londra.
“Conoscevo Baryshnikov da molti anni e l’ho sempre ringraziato per i sogni che ci ha regalato, ma non è stato facile convincerlo – confessa Eleonora Abbagnato che al terzo anno come direttrice artistica del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma continua a collezionare ottimi risultati – ma poi ha accettato proponendo la sua squadra di lavoro, il Maestro Vladimir Radunsky che ha realizzato i costumi e le scene in collaborazione con A.J. Weissbard, lighting designer e scenografo teatrale”.
La chiave per approcciare questo nuovissimo Don Chisciotte restano senza dubbio le scene, i costumi e le luci, frutto della squadra con cui da anni collabora il mito vivente Baryshnikov.
“Abbiamo creato un gigantesco libro pop up che invade la scena come un giocattolo e costumi grotteschi, esagerati, ma storicamente corretti cercando di trovare un punto di incontro fra elementi classici ed elementi fantasiosi. Speriamo che la coreografia classica accostata alla scena contemporanea funzioni” spiega Vladimir Radunsky, celebre illustratore di libri per ragazzi che ha colto nel libretto del Don Chisciotte gli eventi tipici dei racconti per bambini.
“Abbiamo cercato di collocare la storia in epoca moderna tanto che il libro appare cruciale per poter accedere alla storia fantastica – conferma A.J. Weissbard, acclamato lighting designer e scenografo teatrale – Ho creato gli spazi partendo dalla luce che è un elemento fondamentale”.
A rimontare la coreografia del Don Chisciotte, Laurent Hilaire, molto stimato e apprezzato da Baryshnikov e dall’intero Corpo di ballo capitolino che, alla sua prima esperienza come coreografo, ha accettato una sfida difficile.
“Ho sempre amato moltissimo Baryshnikov e la sua teatralità quando danza e che si ritrova magnificamente nel suo Don Chisciotte, una produzione mitica, quasi leggendaria. Per me è stato un onore e una sorpresa accettare questa sfida per l’entusiasmo con cui mi è stata proposta da Eleonora Abbagnato e per la fiducia e e la libertà che Baryshnikov mi ha accordato – spiega Hilaire che ha lavorato accanto a Yuri Vasilkov, storico collaboratore di Baryshnikov – La scenografia audace, ma pertinente ha rappresentato per me un’ottima fonte di ispirazione e ho lavorato sulla coreografia di Baryshnikov insistendo sugli aspetti strutturali riportando tutto a una dimensione molto classica, ma ho voluto rispettare lo spirito originario della coreografia. Ho aggiunto poi delle danze, tra cui il Fandango e la Danza delle Gitane”.
Sarà una favola all’insegna dell’allegria e del romanticismo brioso, il Don Chisciotte capitolino che immergerà il pubblico nella storia attraverso una gigantesco libro pop up che invade la scena: ma appare ben chiaro che anche dietro la coreografia di Hilaire, resta onnipresente Baryshnikov e la sua visione di questo balletto con la sua squadra che trasforma la fiaba contemporanea.
“Ciò che mi interessa è soprattutto mantenere in vita l’esprit di Baryshnikov, tanto nell’opera in generale, quanto in alcune variazioni, come quella famosissima che egli creò per sé stesso, ma è entusiasmante lavorare con un gruppo di ballerini pieni di dedizione e di motivazione” sottolinea Hilaire.
Anche la musica affidata alla bacchetta sicura del Maestro David Garforth che torna sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma sarà in qualche modo innovativa.
“La partitura sarà quella originale di Minkus, ma parzialmente riorchestrata per renderla più leggera e allegra e con alcuni diversi inserti musicali anche in base alle necessità della coreografia che si arricchisce del Fandango e della Danza delle Gitane” spiega Garforth personalmente impegnato nel lavoro di ri-orchestrazione – Baryshnikov non era rimasto soddisfatto della versione londinese del balletto, così abbiamo deciso di ripartire da zero e creare una versione musicale più leggera di quella di New York, ma perfettamente in linea con il brio della coreografia”.
Agli artisti ospiti, Iana Salenko (una certezza consolidata all’Opera) principal dancer dello Staatsballett di Berlino che interpreta Kitri, Isaac Hernández lead principal dell’English National Ballet Isaac Hernández al debutto romano e il principal dancer del San Francisco Ballet Angelo Greco nel ruolo di Basilio, si alternano le stelle della compagnia di ballo romana, l’étoile Rebecca Bianchi e i solisti Susanna Salvi e Alessio Rezza, mentre il primo ballerino Claudio Cocino, Michele Satriano e Giacomo Castellana interpreteranno Espada.
“Siamo molto orgogliosi della stagione 2016/2017 che si è chiusa con il successo de La Traviata: non solo dal punto di vista artistico, ma anche da quello degli spettatori i risultati sono stati molto positivi – continua Fuortes – con le presenze complessive pari a 249.216 spettatori cui corrisponde un incasso di 11.887.170 euro. Rispetto alla stagione precedente si registra un aumento degli spettatori del 4.3% e una crescita degli incassi del 3.2%”.
Dati più che positivi che si inseriscono nel solco del rinnovamento e del consolidamento del Teatro Capitolino e che rimandano “alla tendenza estremamente positiva iniziata nel 2014 che testimonia una straordinaria attenzione del pubblico romano e non nella programmazione del nostro teatro” conclude Fuortes sottolineando “il risanamento economico -finanziario attuato dopo il 2013 che si accompagna a un innalzamento della qualità artistica che ha portato a un forte rilancio dell’immagine del Teatro in Italia e nel mondo”
Il debutto del Don Chisciotte sarà anticipato dal primo appuntamento del ciclo di incontri pratico-teorici I coreografi, i ballerini e noi: domenica 12 novembre alle ore 11.00 presso il Foyer del Teatro Costanzi, la saggista e storica della danza Leonetta Bentivoglio introduce al grande pubblico il Don Chisciotte alla presenza del coreografo Laurent Hilaire e dei solisti Susanna Salvi e Alessio Rezza. Info Per Informazioni: operaroma.it.