Sceso il sipario, esauriti gli applausi, all’uscita senti il pubblico canticchiare: “guarda fuori dalla finestra / scende la neve fresca / Natale arriva già”. È la canzone con cui si apre e si chiude lo spettacolo: scritta e musicata alla perfezione, entra in testa come il più classico degli evergreen natalizi, di quelli che un giorno fanno un successo planetario e accompagnano pure uno spot della Coca Cola. E tutti si ritrovano, appunto, a canticchiarlo. Lo spettacolo è “Babbo Natale e la pozione delle 13 erbe”, la produzione è della veronese Fondazione Aida (che nel 2018 festeggia i 35 anni di attività), assieme all’azienda svizzera Ricola e all’assessorato all’Istruzione del Comune di Verona. Ed è assolutamente da non perdere: le ultime due date (la tournée in giro per l’Italia è iniziata a fine novembre) sono venerdì 29 dicembre al Paladolomiti di Pinzolo (Trento) e venerdì 5 gennaio al Teatro Ridotto di Vicenza.
“Babbo Natale e la pozione delle 13 erbe” è una commedia musicale in stile fantasy. Una favola divertente, poetica, avventurosa, punteggiata da bellissime canzoni, che portano comunque avanti la storia com’è nella tradizione del musical. La vicenda è incentrata su Babbo Natale, intento nel suo laboratorio a incartare gli ultimi regali, e sulla Regina Tormenta che, con un incantesimo, gli “congela il cuore” e lo trascina nel suo Palazzo di Ghiaccio, impedendogli così di portare i doni ai bambini. Ad aiutare il vecchio panciuto saranno la renna Rudolph (con il suo infallibile naso rosso) e Nikolas, l’apprendista di Babbo Natale, che voleranno fin sulle Alpi per farsi consegnare dallo Gnomo Saggio del Bosco la magica pozione delle 13 erbe che lo libererà.
Ma tanti sono i colpi di scena che arricchiscono la storia. La Regina Tormenta, ad esempio, non è la “cattiva” che si potrebbe immaginare, ma in realtà si sta difendendo dall’inquinamento provocato dagli uomini, e sorprese commoventi attendono anche Nikolas. A interpretare i quattro protagonisti sono i davvero bravissimi Matteo Ippolito, Marco Gabrielli, Danny Bignotti e Agnese Falongo (oggetti a più riprese di applausi a scena aperta), accompagnati in scena dai danzatori Elisa Cipriani e Luca Condello (solisti del corpo di ballo della Fondazione Arena di Verona), tutti magistralmente guidati dalla regia di Raffaele Latagliata (anche autore della drammaturgia assieme a Pino Costalunga). Da rimarcare sono anche le liriche e le musiche originali di Laura Facci, le scenografie di Andrea Coppi (suggestiva e funzionale la scelta dei quattro grandi prismi che, secondo la faccia mostrata al pubblico, creano le diverse ambientazioni) e i costumi di Antonia Munaretti.