Coprodotto dal Teatro Stabile di Genova, dal Festival delle Colline Torinesi e da Proxima Res, Geppetto e Geppetto è uno spettacolo scritto due anni fa dal drammaturgo, regista e attore Tindaro Granata.
Parlando con persone incontrate per strada, nei parchi, sui tram e alla stazione centrale di Milano l’artista siciliano ha colto umori, impressioni e pareri della gente più disparata per sesso, etnia, religione ed età sul concetto della stepchild adoption. Ha poi trasformato con la maestria e una sensibilità rara tutte queste “parole” in uno spettacolo dal titolo Geppetto e Geppetto.
Due uomini omosessuali che decidono di metter su famiglia: questa la scelta voluta, sofferta e messa in pratica da Toni (Paolo Li Volsi) e Luca (lo stesso Tindaro Granata).
Nessuna moralità, nessuna presa di posizione, ma una vicenda che si dipana chiara e limpida sotto gli occhi degli spettatori. In scena un tavolo e delle sedie, alcune scritte sul tema e i nomi dei personaggi in bella mostra sulle magliette nere che questi indossano. Nessuna caratterizzazione nei loro costumi, una naturalezza estrema nei gesti e nelle azioni e tanta dolcezza per la vicenda portata in scena.
Accanto alla coppia l’amica Franca (Alessia Bellotto), seppur spesso in disaccordo con i due sempre presente nei momenti importanti, la madre di Luca (Roberta Rosignoli) restia ad accettare una situazione così “particolare” ma soprattutto Matteo (l’eclettico Angelo Di Genio), figlio obbediente e dolce da bambino, polemico da adolescente, sicuro di sé e maturo da adulto. Geppetto e Geppetto è lo specchio di una situazione familiare come tante, fatta di amore ma anche conflitto tra padre e figlio, di dolore per la morte improvvisa di una persona cara, di scelte che influiscono sulla famiglia negli anni.
Uno spettacolo onesto nel senso più “trasparente” del termine, che affronta un tema caldo dell’Italia di oggi con semplicità, una semplicità che invita però alla riflessione con una limpidezza che rischiara gli orizzonti e apre a questioni importanti.
Nell’incontro post spettacolo con il regista e la compagnia guidato da Elena di Gioia dell’Associazione Culturale Liberty, promotrice della stagione teatrale Agorà che ha ospitato lo spettacolo, sono stati rilanciati e discussi temi come la famiglia, la stepchild adoption e l’importanza del confronto generazionale tra genitori e figli in un vivace e costruttivo scambio di opinioni con il pubblico.