Prende corpo la 36a edizione di Bergamo Film Meeting, che si svolgerà dal 10 al 18 marzo 2018. Alla già annunciata retrospettiva dedicata all’attrice e regista norvegese Liv Ullmann e all’omaggio a Jonas Mekas, artista, regista e poeta, fondatore del New American Cinema Group e creatore dell’Anthology Film Archive, con la mostra Jonas Mekas – Personale (10 marzo – 15 aprile, Palazzo della Ragione, Bergamo), si affiancheranno come di consueto le giovani promesse del cinema contemporaneo.
Sostenuto anche nel 2018 dall’Unione Europea grazie al sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa, il Festival riserverà uno sguardo particolare al cinema del nostro continente, attraverso le novità della Mostra Concorso, dei film documentari, della sezione “Europe, Now!” e dell’approfondimento rivolto all’animazione. La sezione “Europe, Now!” di Bergamo Film Meeting presenterà le personali complete dei registi Adrian Sitaru (Romania) e Stéphane Brizé (Francia), a cui si andrà ad aggiungere un terzo autore, mentre Špela Čadež (Slovenia) sarà la protagonista del focus sul cinema d’animazione.
9 giorni fitti di proiezioni, per più di 160 film provenienti da tutto il mondo rappresenteranno la proposta di BFM36, che come di consueto sarà arricchito dalla presenza di numerosi ospiti internazionali, incontri con gli autori, eventi speciali, sorprese e anteprime, percorsi di visione per le scuole e gli spettatori under 18, insieme a un vivace contorno di appuntamenti tra arte, musica e fumetti, realizzati grazie al network di collaborazioni ormai consolidate tra il Festival e le numerose realtà culturali del territorio.
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LA RETROSPETTIVA 2018: LIV ULLMANN
L’attrice norvegese nasce il 16 dicembre 1938 a Tokyo, dove il padre, ingegnere aeronautico, si era trasferito per lavoro. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, per paura dell’invasione nazista, la famiglia si trasferisce prima a Toronto e poi a New York e quando, nel 1945, il padre muore, Liv, in compagnia della madre e della sorella, ritorna in Norvegia. Dotata di sensibilità e intuito, nonché di fantasia e immaginazione, fin da ragazza è attratta dal teatro, dalla pittura e dalla poesia. Decide di iscriversi alla Webber Douglas Accademy di Londra, dove può dedicarsi anche alla sua seconda passione: il cinema. Dopo l’esclusione dall’accademia teatrale di Oslo, viene arruolata da un piccolo teatro di provincia, il Rogaland Teater di Stavanger, per interpretare la parte di Anna Frank, ottenendo successo di pubblico e di critica. Dal 1960 recita in ruoli importanti, come Ofelia nell’Amleto e Margarete nel Faust, per il Teatro Nazionale di Oslo.
Nel 1965 avviene l’incontro con Ingmar Bergman. Il regista svedese sta cercando due attrici per il film Persona ed è attratto da una fotografia di Bibi Andersson, con accanto una giovane attrice. Dopo pochi giorni le due sono sull’isola di Fårö, per le riprese: Liv interpreta il ruolo di Elisabet Vogler, un’attrice sulla quarantina che improvvisamente perde la capacità di parlare. Verità e finzione, angoscia, tormento, solitudine, aggressività subita, nevrosi, ma anche desiderio di emancipazione, orgoglio, ribellione: sono alcuni dei caratteri narrativi che plasmano i personaggi femminili dei film diretti da Bergman che vedono la partecipazione di Liv Ullmann. Dieci film che coprono un arco di tempo che va dal 1966 al 2003: tra di essi, veri e propri monumenti come L’ora del lupo, La vergogna, Passione, Sussurri e grida, Scene da un matrimonio, L’immagine allo specchio. I due sono stati insieme per un lungo periodo e hanno avuto una figlia, Linn, che, ancora bambina, interpreterà alcuni film del padre e diventerà poi una famosa scrittrice, tradotta anche in italiano. I primi film con Bergman permettono a Liv Ullmann di esprimere le sue straordinarie doti di attrice, con il suo sguardo penetrante e seduttivo, l’essenzialità del gesto e dei movimenti, la capacità di tenere la scena nelle diverse situazioni drammaturgiche, la disinvoltura nel reggere il confronto con l’occhio indagatore, dominante e possessivo come quello del regista svedese.
Oltre a lavorare con altri importanti registi, tra cui Jan Troell, Terence Young, Anthony Harvey, Sven Nykvist, Mario Monicelli, Mauro Bolognini, nel 1992 Liv Ullmann decide di mettersi dietro la macchina da presa e firma la regia di Sofie: ambientato nel 1886, racconta la storia di una ragazza ebrea che, per accontentare i genitori, sposa un uomo che non ama. Seguiranno altri quattro film, tra cui due – Conversazioni private (1996) e L’infedele (2000) – tratti da testi di Ingmar Bergman. L’ultimo, Miss Julie (2014), con Colin Farrell e Jessica Chastain, è la trasposizione cinematografica della tragedia omonima composta nel 1888 dal drammaturgo svedese August Strindberg e ha come protagonista la figlia di un conte che cerca di sedurre il giovane cameriere innamorato di lei. Nei suoi film come regista, l’attrice norvegese non mostra complessi di inferiorità: lavora con grande consapevolezza sulla scrittura, dirige gli attori con evidente familiarità, rivelandosi un’abile narratrice, senza rinunciare a raccontare la femminilità, tanto nelle sue condizioni di inferiorità e di oppressione, quanto nei suoi bisogni di libertà e di emancipazione.
Liv Ullmann non ha mai smesso di lavorare in teatro, sia come attrice che come regista. Come scrittrice, un’altra sua attività non trascurabile, ha pubblicato due libri per lei molto importanti, Cambiare e Scelte, dove racconta momenti della propria vita, persone incontrate, esperienze familiari, ma anche pensieri, riflessioni, situazioni che hanno dato una svolta alla sua esistenza. Un ritratto intimo, pacato ma intransigente, di una delle personalità più importanti del cinema contemporaneo.
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Dal 10 al 18 marzo presso la Sala alla Porta S. Agostino sarà allestita la mostra fotografica Liv & Ingmar, curata dalla Reale Ambasciata di Norvegia. Saranno esposte 33 fotografie che raccontano Liv Ullmann e Ingmar Bergman e la loro relazione artistica a partire dagli anni Sessanta. La mostra, voluta dal Consolato di Norvegia e Svezia a San Pietroburgo (2012), è stata elaborata dal Norwegian Film Institute (NFI) con il supporto della Biblioteca Nazionale di Oslo e lo Swedish Film Institute. La mostra sarà accompagnata dalla proiezione del documentario Liv&Ingmar Painfully Connected di Dheeraj Akolkar (Norvegia, 2012, 83’).
In occasione della retrospettiva 2018, Bergamo Film Meeting pubblicherà Ghost for breakfast, un biographic novel dedicato all’eclettica artista norvegese Liv Ullmann e al cineasta Ingmar Bergman. Un omaggio onirico con una trama a scatole cinesi che, rivisitando il rapporto creativo e personale tra i due, indaga il lato oscuro dello stimolo artistico. Il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Silvia Vincis, mentre i disegni sono di Giovanni Pigato.
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EUROPE, NOW!
Cinema europeo contemporaneo
Due personali complete, a cui andrà ad aggiungersi una terza, di altrettanti registi che negli ultimi anni hanno narrato le diverse anime dell’Europa attraverso uno sguardo acuto e proprio.
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Adrian Sitaru
Personalità emergente della “nuova onda” rumena, Adrian Sitaru, quarantasei anni da Deva, Transilvania, è – a dispetto della giovane età – un autore consolidato. Dotato di uno sguardo tagliente e allo stesso tempo profondo, analizza la società del proprio Paese con feroce disincanto, scegliendo argomenti al limite del disturbante, così da mettere a nudo contraddizioni e ambiguità di un popolo che sembra vivere in perenne attesa di cambiamenti che non arrivano mai. Il suo cinema, ricco di sfaccettature, non è mai uguale a se stesso, muta e di film in film riesce a farsi più aderente al reale, più ricco di verità, mantenendo, nonostante questo, un’oggettività spietata, quasi cinica.
Sin dall’esordio con il corto Valuri (Waves, 2007), premiato a Locarno nella sezione Pardi di domani, Sitaru si è mosso soprattutto nei circuiti festivalieri. Ma i suoi film hanno avuto fortuna in patria, ma anche in altri importanti mercati come quello francese e tedesco. Oltre ai numerosi corti e cinque lungometraggi ha all’attivo anche film per la tv e una serie. Il suo primo lungo, Pescuit sportiv (Hooked, 2008), presentato alle Giornate degli autori della mostra di Venezia è un’opera singolare: girato tutto attraverso le soggettive dei personaggi principali, esamina con grande lucidità la dissoluzione di una coppia. I successivi Din dragoste cu cele mai bune intentii (Best Intention, 2011) e Domestic (id., 2012) sono ancora film che analizzano il concetto di comunità, famiglia e condivisione, per mezzo di argomenti delicati come la malattia e la morte. I recentissimi Ilegitim (Illegittimo, 2016) e Fixeur (id., 2016) scelgono invece temi limite quali l’incesto e la prostituzione minorile per scrutare a fondo le complessità della natura umana, ma guardano anche in chiaroscuro, esplorando l’ambiguità dei comportamenti che dividono il pubblico dal privato, la società contemporanea ben oltre i confini della Romania.
Illegittimo e Fixeur saranno proiettati in anteprima a BFM e arriveranno nelle sale italiane dal 22 marzo 2018 con la distribuzione Lab 80 film.
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Stéphane Brizé
Interprete di un realismo crudo e viscerale, Stéphane Brizé, nato a Rennes nel 1966, debutta nel lungometraggio nel 1999 con Les Bleu des villes, co-sceneggiato assieme a Florence Vignon, sua collaboratrice abituale. Prima ci sono stati due cortometraggi – Bleu dommage (1993) e L’œil qui traîne (1996) – e un importante apprendistato tra televisione e teatro. Da quest’ultimo, probabilmente, derivano al suo cinema due caratteristiche fondamentali come la centralità dell’attore e la precisione della scrittura, associate fin dai primi film a una messa in scena che sfugge qualsiasi effetto e lavora intensivamente sul tempo, alternando – nel solco di una tradizione molto francese che va da Pialat a Garrel – la dilatazione della scena all’ellissi profonda. A rivelarlo al grande pubblico internazionale sono in particolare gli ultimi due film, La loi du marché (La legge del mercato, 2015) e Une vie (Una vita, 2016), che, per quanto diversi tra di loro – il primo racconta di un uomo in cerca di lavoro nella Parigi di oggi, il secondo è un adattamento del romanzo eponimo di Guy de Maupassant, ambientato in Normandia all’inizio dell’Ottocento – confermano la costante attenzione (molto più che una semplice “curiosità antropologica”) per le storie degli umili. E, al tempo stesso, per le dinamiche sociali, siano esse quelle interne alla famiglia (come per esempio in Quelques heure de printemps, 2012), alle relazioni di coppia (Entre adultes, 2006, quasi uno “studio” sui rapporti sentimentali tra uomo e donna) o al mondo del lavoro. Dinamiche che Brizé analizza soprattutto in quanto “logiche di potere”, nelle quali l’essere umano vive una condizione perennemente conflittuale, in tensione tra diritti e doveri, obblighi e libertà, adeguamento al ruolo e desiderio di sconfinamento.
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CINEMA D’ANIMAZIONE: ŠPELA ČADEŽ
Špela Čadež è un’animatrice, regista e produttrice slovena. Dopo la laurea in Visual Communication Design (2002) a Lubiana, ha continuato i suoi studi all’Academy of Media Arts di Colonia, Dipartimento di Media Design. Durante i suoi studi in Germania ha realizzato due film d’animazione, con la tecnica della puppet animation, che hanno ottenuto notevoli riconoscimenti internazionali: Zasukanec (Mate to Measure, 2014) e Liebeskrank (Lovesick, 2007). In Last Minute (2010) Špela ha collaborato con la regista svizzera Marina Rosset. Nel 2013 ha realizzato, sempre con i pupazzi, Boles, proiettato in tutto il mondo, ricevendo oltre 50 premi e nomination. Nel 2016 ha diretto Nighthawk, un’opera completamente diversa dai suoi film precedenti, in cut-out animation; il film ha partecipato a numerosissimi festival, come Sundance Film Festival e Clermont Ferrand International Short Film Festival, con importanti riconoscimenti.
Da 10 anni Špela lavora come regista e produttrice indipendente di film d’animazione, con la casa di produzione Finta di Lubiana. Orange is the New Black – Unraveled è il suo ultimo lavoro, una divertente puppet animation commissionata dalla serie TV Netflix.
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INCONTRI: CINEMA E ARTE CONTEMPORANEA | JONAS MEKAS – PERSONALE
Jonas Mekas (Lituania, 1922), poeta, artista e regista, fondatore del New American Cinema Group e creatore dell’Anthology Film Archive sarà protagonista della mostra Jonas Mekas – Personale (10 marzo – 15 aprile, Palazzo della Ragione, Bergamo), promossa da Comune di Bergamo, Bergamo Film Meeting e The Blank e incontrerà il pubblico del Festival al Cinema San Marco.
La mostra Jonas Mekas – Personale, curata da Stefano Raimondi e Claudia Santeroni, vede la trasformazione dell’ambiente espositivo in un luogo in cui, grazie ad un coinvolgente allestimento, convivono alcuni dei film più significativi dell’artista e le immagini di natura più cinematografica. Jonas Mekas – Personale è realizzata nei rinnovati spazi del Palazzo della Ragione: la mostra si confronta con l’edificio storico e ne sfrutta le nuove potenzialità allestitive, appositamente ideate per questo luogo. L’esposizione vuole presentare la complessità dei mezzi espressivi scelti da Jonas Mekas, artista poliedrico dagli interessi eclettici. I frame estrapolati dai lavori video dell’artista e impressi su lastre di vetro appartengono alla serie In An Instant It All Came Back to Me, mentre le quaranta fotografie di Birth of a Nation sono estratte dal suo celebre omonimo film del ’97. Conclude la sezione fotografica To New York with Love, la serie di ventuno immagini dedicate alla città che è stata il palcoscenico del lavoro di Mekas.
Jonas Mekas – Personale è permeata da una traccia composta dall’artista in collaborazione con Dalius Naujo, che agisce da sottofondo all’intera esposizione. Completa il corpus di opere un’isola dedicata alle pubblicazioni realizzate da Mekas, liberamente consultabili dal pubblico, tra i quali My Night Life, in cui l’artista, fedele alla sua cifra biografica, racconta i suoi sogni fatti tra il 1978 e il 1979, chiedendo all’amico Auguste Varkalis di illustrarli.
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Jonas Mekas – Personale
Bergamo, 10 marzo – 15 aprile 2018 | Palazzo della Ragione
venerdì 9 marzo, ore 18.30 – Inaugurazione
Jonas Mekas incontra il pubblico
Bergamo, Cinema San Marco | Piazzale della Repubblica, 2
Jonas Mekas presenterà una selezione delle sue opere e si confronterà sulla sua ricerca artistica.
In collaborazione con APalazzo Gallery (Brescia) e Francesco Urbano Ragazzi.
Con il patrocinio dell’Ambasciata Lituana a Roma.
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I PREMI DI BERGAMO FILM MEETING
MOSTRA CONCORSO
Come sempre riservata ai nuovi autori, la competizione internazionale presenta 7 lungometraggi, inediti in Italia, che si caratterizzano per l’originalità linguistica e narrativa con cui affrontano i temi della contemporaneità. I lungometraggi selezionati concorreranno al Premio Bergamo Film Meeting, assegnato ai tre migliori film della sezione sulla base delle preferenze espresse dal pubblico. Al film vincitore andrà il Premio Bergamo Film Meeting – Ubi Banca del valore di 5.000 euro, istituito come sostegno rivolto alle produzioni che investono nei giovani autori, nel cinema indipendente e di qualità.
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VISTI DA VICINO
Corti, medi e lunghi: produzioni indipendenti provenienti dal panorama internazionale, tutti inediti in Italia. Film documentari nei quali lo sguardo curioso e attento del regista si addentra senza remore nel vivo della realtà, dimostrandosi capace di cogliere e sintetizzare il visibile e l’invisibile, di raccontare un tema, un luogo, un personaggio “da vicino”, con intensità e partecipazione. Due i premi che verranno attribuiti: il Premio Miglior Documentario CGIL Bergamo – Sezione Visti da Vicino, del valore di 2.000 euro, sarà assegnato in base alle preferenze espresse dal pubblico, come riconoscimento alle produzioni cinematografiche indipendenti; e il Premio della Giuria CGIL, del valore di 1.000 euro, riservato al film che meglio affronta i temi legati al mondo del lavoro, verrà attribuito dai delegati sindacali di CGIL Bergamo al regista del miglior film in concorso.
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… E ANCORA
Nelle prossime settimane il programma di Bergamo Film Meeting 2018 riserverà altre grandi sorprese che si aggiungeranno alle proposte già annunciate: la sezione KINO CLUB, con le proposte cinematografiche per avvicinare bambini e ragazzi al cinema d’autore attraverso opere provenienti da tutto il mondo presentate ai maggiori festival internazionali, classici della storia del cinema, come le opere di Karel Zeman e di Charlie Chaplin, una selezione di cortometraggi di animazione di recente produzione e il “best of” di Igor Prassel, direttore artistico del festival sloveno Animateka; BERGAMO FILM MEETING INAUGURA BERGAMO JAZZ, l’ormai immancabile passaggio di testimone fra i due Festival, fissato per il pomeriggio di domenica 18 marzo, con la proiezione del film Robbery (La rapina al treno postale, 1967) firmato dall’inglese Peter Yates, con musiche di Johnny Keatin e con Die Austernprinzessin (La principessa delle ostriche), girato nel 1919 dal tedesco Ernst Lubitsch e nell’occasione rivestita delle improvvisazioni musicali del pianista Umberto Petrin, musicista di vasta esperienza anche nel campo dell’incontro fra suoni e visioni; infine BFM DAILY STRIP: IL FESTIVAL A FUMETTI, con Mabel Morri, Fabio Tonetto, Vincenzo Filosa e Vittoria Moretta che con le loro strisce quotidiane racconteranno la propria avventura durante il Festival attraverso i fumetti.