Per la prima volta, il Birmingham Royal Ballet anima la suggestiva scena della Royal Albert Hall con Lo Schiaccianoci, classico di Natale per eccellenza.
Tra le innumerevoli versioni del balletto di Čaikovskij, quella presentata dal BRB si distingue più per la magnificenza di scenografie e costumi che per la qualità della danza, nonostante il corpo di ballo abbia regalato una performance complessivamente curata anche dal punto di vista tecnico.
La versione di riferimento è quella di Peter Bright, più fedele delle altre al racconto di E.T.A Hoffmann, dove il personaggio di Drosselmeyer assume maggiore centralità in tutta la vicenda: è infatti una sorta di Dr. Coppelius, artefice e creatore tanto del viaggio nel mondo magico del secondo atto quanto dei personaggi che lo animano.
Ma David Bintley, direttore del corpo di ballo, aggiunge alcuni piccoli cambiamenti al fine di rendere la rappresentazione più logica e adatta all’imponente spazio della Hall.
Infatti, la connessione con il primo atto è resa ancor più chiara e comprensibile, nonostante non perda in termini di spettacolarità: Bintley presenta la fata confetto e i protagonisti delle danze di carattere già nelle scene iniziali, come doni consegnati ai bambini ai piedi dell’albero di Natale. Questi, come lo Schiaccianoci, prendono vita e danzano in un mondo incantato e frutto della mente di Drosselmeyer anziché dei sogni della piccola Clara.
La produzione è davvero spettacolare e stupisce soprattutto per gli effetti speciali, all’apice nei momenti iniziali – dominati da un albero di Natale di ben 6 metri e arricchiti da proiezioni davvero d’effetto – e nel walzer dei fiocchi di neve, dove i costumi brillano e illuminano la scena in un’atmosfera resa ancor più d’incanto dalla neve che cade sulle danzatrici e sul pubblico.
Tuttavia, i momenti più intimi e sognanti perdono la loro magia in una venue così dispersiva: il pas de deux tra Clara e il principe Schiaccianoci, ad esempio, quasi non si nota in un contesto così ampio.
Discutibile, inoltre, la scelta di inserire la voce registrata di Drosselmeyer a introdurre la vicenda e alcuni momenti del balletto: il linguaggio della danza non necessita di parole per essere spiegato e compreso pienamente.
In uno scenario così ricco, l’orchestra trova la sua collocazione su una piattaforma rialzata al di sopra del palcoscenico, diventando parte del teatro a tutti gli effetti.
Schiaccianoci si configura quindi come un’esperienza totale, che immerge il pubblico a 360 gradi rendendolo protagonista della vicenda e non semplice spettatore.
Complessivamente buona la pomeridiana del 31 dicembre, nonostante non passino inosservate alcune imperfezioni tecniche. Note di merito per Clara (Laura Day) e per la Fata Confetto (Jenna Roberts).
Letizia Cantù