Joe Wright, regista di “Espiazione” e “Anna Karenina”, dirige magistralmente Gary Oldman che per questo ruolo si è aggiudicato il Golden Globe come migliore attore in un film drammatico. Siamo nel 1940 e Winston Churchill viene nominato Primo Ministro del Regno Unito dopo le dimissioni di Neville Chamberlain. Solo pochi giorni dopo si trova ad affrontare due delle sue prove più turbolente: oltre a capire come far evacuare i 300 000 uomini a Dunkerque, in Francia, deve anche decidere se iniziare una trattativa di pace con la Germania, perdendo però la propria libertà o continuare a combattere contro i nazisti e i fascisti per mantenere la propria indipendenza e i propri ideali. Nel momento in cui i nazisti stanno invadendo anche l’Europa occidentale e tutto il suo partito è contro di lui, Churchill dovrà prendere una decisione che cambierà il corso della storia e dovrà sopportare la sua ora più buia. Joe Wright porta sullo schermo un Winston Churchill inedito, insicuro e che chiede l’appoggio della moglie, scorbutico ma dal quale emerge una grande umanità e empatia, infatti la risposta definitiva al leader la fornirà il suo popolo in una emozionante sequenza ambientata nella metropolitana di Londra in cui Churchill chiede i pareri dei londinesi prima di tenere il discorso al parlamento, a cui deve comunicare la sua decisione. La storia di questo film è uguale a quella di “Dunkirk” di Christopher Nolan, ma vista dal fronte interno, dal Parlamento, dal Primo Ministro e dal popolo britannico, lontano dalla spiaggia della città francese. L’interpretazione di Gary Oldman è magistrale e con la sua bravura ci fa entrare realmente nel mondo interiore di Churchill, facendoci sentire anche a noi la tensione e il peso delle decisioni che deve prendere.