Myrna Kamara inizia gli studi di danza con Ellen Gniadowska e Peggy Lynne a Baltimora, nel Maryland. Dopo aver studiato un anno alla “Washington Ballet School”, prosegue i suoi studi alla “School of American Ballet” di New York. Dal 1984 al 1989 diventa membro del “New York City Ballet” dove danza in più ruoli nei balletti di George Balanchine, Jerome Robbins, Peter Martins, Elliot Feld e Lar Lubovitch. Durante la stagione 1989/90 balla in “Spartacus” a Bonn diretta da Youri Vamos interpretando Nubiana, ruolo creato appositamente per lei. Dal 1990 è prima ballerina al “Miami City Ballet”, dove riceve critiche entusiasmanti per le sue prestazioni nel repertorio di Balanchine che includono il ‘solo arabo’ in “Nutcracker,” la sirena in “Prodigal Son”, Calliope in “Apollo”, la solista in “Rubies”, la ‘ragazza russa’ in “Seranade” e poi altri ruoli in “Allegro Brillante”, “Who Cares?”, “Bugaku”, “Agon”, “Four Temperaments” e tanti altri. Dal 1996 al 1999 danza con la compagnia “Béjart Ballet” in Svizzera. Come étoile prende parte a molti balletti tra i quali “Bhakti”, “Sacre du Printemps”, “Le Mandarin Merveilleux”, “L’Oiseau de Feu” e “Ballet for Life” (Le Presbytère). Si esibisce sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri mondiali come artista ospite sia negli Stati Uniti che in Europa; tra i coreografi più importanti con cui collabora ricordiamo: Susanna Egri, Gheorghe Iancu, Vladimir Vasiliev, Renato Zanella e tanti altri. Partecipa al Festival di Spoleto, all’Edinburgh Festival, al Leonide Massine Festival, al Kennedy Center, in Sud Africa, Portogallo, Giappone, Austria e Spagna. Tra le sue performance speciali ricordiamo quella in “Aida” di Verdi, del 2006, per la regia di Franco Zeffirelli al Teatro alla Scala di Milano, dove si esibisce insieme a Roberto Bolle e numerosi artisti internazionali; la partecipazione al Gala di Plácido Domingo in Giappone nel 2010 e ad uno spettacolo per l’Associazione Ricerca sulle Cerebropotenzialità nel 2011. Sempre nel 2011 prende parte alla serata di Gala in scena all’Arena di Verona “Lo spettacolo sta per iniziare”, trasmesso in diretta su Rai 1. Nel 2012 si esibisce a Roma con Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Gigi d’Alessio e Anna Tatangelo e danza con Roberto Bolle alle Terme di Caracalla. È insegnante e preparatrice di giovani talenti della danza e pattinatori su ghiaccio. Da ventuno anni si esibisce all’Arena di Verona come prima ballerina nell’opera “Aida” e continua a danzare con successo sui palcoscenici di tutto il mondo come artista ospite. Per la Stagione Opera e Balletto 2014-2015 della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico è stata prima ballerina ospite nello spettacolo “XX Secolo”, danzando il ruolo della protagonista in “Bolero”, coreografia di Renato Zanella.
Carissima Myrna, quando ti sei accorta di amare la danza?
Mi sono accorta all’età di dieci anni quando sono salita per la prima volta sulle punte, dopo cinque anni di attesa.
Nel tuo periodo di formazione, a Baltimora, hai incontrato Ellen Gniadowska e Peggy Lynne. Cosa ricordi delle prime lezioni e di loro come maestre?
Con Ellen ho cominciato a studiare nella scuola che frequentava mia sorella, avevo quattro anni e ho dei ricordi sfocati, era una figura magnetica ed ascoltavo attentamente tutto ciò che mi diceva; con Peggy invece ho iniziato le lezioni come privatista ad undici anni, era molto precisa, e pretendeva sempre il massimo delle mie potenzialità!
Poi ti sei trasferita alla “Washington Ballet School” per poi proseguire presso la prestigiosa “School of American Ballet”. Come sei arrivata a New York e in particolare mi racconti l’audizione e il tuo primo giorno da allieva alla scuola dell’American Ballet?
Visto che le iscrizioni erano state chiuse già da tempo, feci l’audizione per l’ammissione da sola, con gli esaminatori che parlavano russo non riuscendo così a capire cosa stessero “tramando”. Entrando nella sala, che pareva immensa, mi sentii importante per quell’età, dodici anni, ero contentissima, per niente impaurita ed affrontai tutti gli esercizi con il massimo impegno. Ricordo che le mie gambe andavano su e possedevo un’ottima musicalità. Si era realizzato il mio sogno: diventava realtà “la sbarra” della Scuola dell’American Ballet. Il primo giorno l’emozione fu grande, come lo è tuttora quando vado a salutare i miei insegnanti e colleghi.
In seguito hai fatto del “New York City Ballet”. Quali sono stati i momenti più belli e quali gli incontri che ti hanno arricchita all’interno di una tra le più famose compagnie del mondo?
I momenti più belli sicuramente sono stati durante la preparazione del balletto di Balanchine “Concerto per piano n. 2” la difficile tecnica maestralmente intrecciata con la musica, era il massimo. Guardavo i primi ballerini per poter apprendere le loro qualità, l’espressività, e tutto quello che ero in grado d’imparare ed assorbire.
Cosa ha significato per te incontrare l’arte di George Balanchine e quali sono le maggiori difficoltà tecniche nell’accostarsi alle sue creazioni?
Velocità del tempo, dei passi, della tecnica, per stare sulle punte rispettando la musica che è molto impegnativa, ed ammiravo la varietà delle sue coreografie.
Mentre con Jerome Robbins?
Per me un altro genio della danza, sempre avanti rispetto al tempo presente. Il suo modo di spiegare era fantastico, pignolo e preciso, e mi ritenevo fortunata perché già da giovane ero stata scelta per le sue coreografie. Con questi due maestri avevo tutti gli ingredienti per comprendere la danza al meglio.
Per chi non lo conoscesse Youri Vamos (celebre ballerino e coreografo ungherese) che personalità artistica possiede?
Ha un carattere forte, apprezzavo la sua disciplina.
Successivamente sei entrata a far parte del “Miami City Ballet” in qualità di Prima Ballerina. Una carriera tutta in ascesa… chi vuoi ringraziare maggiormente tra tutti i maestri ed incontri per aver raggiunto traguardi così importanti, c’è qualcuno in particolare?
Devo ringraziare Edward Villella per avermi assegnato tanti ruoli principali in tutte le coreografie di Balanchine, e la maestra di ballo Elyse Borne.
Ti sei accostata alle creazioni di tanti celebri coreografi. Raccontami del tuo incontro con il geniale Maurice Béjart e cosa ti manca di lui?
Un terzo genio, mi piaceva la reciprocità (interazione) che si era instaurata, era il coreografo stesso che chiedeva, correggeva e istruiva la ballerina nella propria creazione e accettava l’individualità dell’artista. Le speciali coreografie adatte alla mia personalità e al mio corpo sono state “Bhakti”, “Arepo”, “Presbytere”. Mi sono sentita a mio agio anche nel tango di “Mutation”, e nel ruolo di Partisans ne “L’uccello di fuoco”.
Come si svolgevano le giornate in sala danza a Losanna?
Prima c’era la lezione con Azari Plysieskya poi pausa-pranzo e molte ore di prove tutti i giorni.
Hai danzato anche alla Scala di Milano nella celebre Aida firmata da Zeffirelli. Cosa hai provato nel calcare il palcoscenico di uno dei teatri più celebri al mondo?
È un incantevole teatro, ovviamente l’emozione c’era, (ma non sono stata l’unica della famiglia ad entrare alla Scala, anche mio cugino André ha fatto parte dell’Orchestra per diversi anni come violista).
In Aida avevi come partner Roberto Bolle. Quale ricordo conservi di lui come partner in scena e di quella magica serata scaligera?
Nell’Aida del 2006 di Zeffirelli la nostra intesa sul quel palco è stata molto sensuale come richiedeva il coreografo Vasiliev.
Com’è stato lavorare con il Maestro Zeffirelli nell’Aida delle Aide?
L’ho conosciuto all’Arena di Verona nel 2002 ed era sempre contento nel vedere come lavoravo; ma ero già sul quel palco da diversi anni con la coreografa Susanna Egri, ogni volta soddisfatta della mia presenza e partecipazione.
Mentre con il Maestro e coreografo Vladimir Vasiliev?
Vasiliev aveva molto rispetto di me, la nostra intesa era ottima, ed è stato proprio lui a volermi alle prime quattro recite della Scala nell’Aida di Zeffirelli.
Con voi c’era anche la grande étoile Luciana Savignano, cosa ti ha colpito in particolare nella sua arte e personalità?
Posso solo dire bene di lei, persona squisita adorabile e professionale.
Tra tutti i tuoi ruoli portati in scena, sempre con grande successo e classe, quali hai prediletto e perché?
In molti ruoli di Balanchine per la complessità, eleganza e l’insieme di tutti gli ingredienti che fanno grande la danza.
Mentre i momenti più importanti ed emozionanti della tua carriera come li vorresti condensare in poche parole?
Il momento più importante è stato sicuramente quando ero giovanissima con l’entrata al New York City Ballet e nel primo ruolo del balletto “Bugaku” e nel Russian Girl in “Serenade” al Miami City Ballet.
Ci sono stati anche momenti bui? Magari nei quali hai pensato di mollare tutto?
In realtà non ho avuto momenti bui, ma momenti dove ero pronta al cambiamento, a rischiare anche di perdere delle opportunità.
Da tanti anni ti esibisci all’Arena di Verona. Come sei arrivata nella città di Romeo e Giulietta e cosa rende speciale l’antico palcoscenico ed il pubblico dell’Arena?
Dal 1993 come prima ballerina in “Spartacus” su coreografie di Youri Vamos. Con l’esteso palco puoi sbizzarriti in tutti i movimenti che richiedono spazio e la magia dell’Arena è sicuramente unica! Poi una bella soddisfazione è stata quando Renato Zanella mi ha voluta come assistente e Maître de ballet della compagnia oltre a prima ballerina nel suo “Bolero” andato in scena presso il Teatro Filarmonico nel 2015.
Cosa ti affascina dell’opera lirica Aida di Giuseppe Verdi… tu che hai preso parte da più di vent’anni a svariate edizioni?
La storia d’amore che nemmeno le diversità possono intralciare…
Secondo te quali sono le differenze tra le Compagnie di danza italiane e quelle estere?
Il modo in cui vengono gestite.
Chi sono i ballerini attualmente in scena, sul piano internazionale, a cui riconosci l’eccellenza, sia maschile sia femminile?
Svetlana Zakharova, Natalia Osipova, Ivan Vassiliev, Roberto Bolle e tanti altri.
A tuo avviso chi è stato in passato, colui o colei che ha segnato definitivamente la storia della danza mondiale portando quest’arte ad essere così amata e nobile?
Rudolf Nureyev!
Attualmente sei la direttrice della Compagnia BalletXtreme con sede in Svizzera a Zurigo. Com’è nato questo progetto? Cosa ti piace nel tuo ruolo di direttore? Come è strutturata la compagnia e quali sono le creazioni in repertorio?
Ho voluto creare una compagnia che si concentrasse sui balletti neoclassici e contemporanei (leggeri); così posso prendere decisioni anche azzardate, ballare ed insegnare, per dare opportunità a bravi ballerini che hanno un proprio carattere e particolari espressività. La compagnia è composta da liberi professionisti, solisti e primi ballerini. Con loro ho instaurato buoni rapporti e un’ottima intesa sia artistica che umana. Nel novembre 2017 abbiamo presentato in prima mondiale una coreografia di Monique Pepi, in cui ho danzato il ruolo principale del balletto, “The Knights of Destiny”, un buon componimento ricco di passi a due, assoli, variazioni, ed insieme.
Cosa consigli ai giovani che desiderano entrare a far parte del mondo della danza?
Se vuoi ballare devi dedicarti al 100% senza essere coinvolto ed assorbito dai media… no facebook, no twitter, no instagram!
Da tempo ti dedichi anche all’insegnamento con masterclass per giovani talenti? Secondo te qual è la differenza tra l’essere un danzatore e un insegnante e come si riconosce un buon docente?
Insegno soprattutto per aiutare chi desidera crescere e migliorare, mettendo a disposizione tutta la mia esperienza con piccoli segreti acquisiti durante la mia carriera per trasmetterli e far capire che anche la psiche conta molto nell’affrontare il palcoscenico con gioia… un aspetto che il pubblico percepirà immediatamente.
C’è un sogno nel cassetto che vorresti ancora realizzare?
La mia Compagnia che si sta concretizzando e sicuramente scovare bravi e giovani talenti per farli crescere artisticamente (per ulteriori informazioni si può visionare il sito www.balletxtreme.com).