La storia di una fuga, di un ritorno e di un fallimento: ma che cosa siamo disposti a davvero sacrificare, pur di non sentirci in trappola? Questa è la questione sollevata da Lacci, che segna una nuova tappa del sodalizio artistico di Domenico Starnone e Silvio Orlando che bissano il successo de La scuola e che dopo il “tutto esaurito” dello scorso anno al Piccolo Eliseo, tornano a Roma, promossi sul palco del Teatro Eliseo dal 30 gennaio all’11 febbraio.
Versione teatrale del romanzo di Starnone, adattato dallo scrittore stesso, Lacci racconta la storia di un drammatico naufragio familiare e della fine di un amore, fra rabbia, disillusione e il disperato tentativo di ritagliarsi un po’ di felicità personale.
I Lacci sono proprio quelli che uniscono un uomo alla sua famiglia che finisce però per diventare il fulcro della sua infelicità.
“Ho pensato a questo lavoro come all’esecuzione di una sinfonia, che si struttura in cinque movimenti, che a loro volta contengono al loro interno un variabile numero di variazioni – spiega Pugliese nel suo approccio alla regia – E il contenuto del romanzo mi ha suggerito l’idea di una sinfonia del dolore, del dolore perché questa storia ci parla di un carico di sofferenza che da una generazione si proietta su quella successiva con il suo bagaglio di errori, infingimenti, viltà, abbandoni, dolore appunto. Proprio perché ci muoviamo in ambito borghese, non si tratta di una tragedia generazionale, ma di un dramma generazionale, quello sì”.
Protagonisti di Lacci, sono una coppia di coniugi piccolo borghesi, Aldo, interpretato da Silvio Orlando e Wanda, interpretata da Vanessa Scalera, che si sono sposati giovani all’inizio degli Anni Sessanta a Napoli e hanno avuto due figli: quando lui viene trasferito a Roma per lavoro scopre la libertà di potersi innamorare di nuovo. La moglie però reagisce mettendolo drammaticamente di fronte alle sue responsabilità, di marito e di padre di due figli, Sandro (Pier Giorgio Bellocchio) e Anna (Maria Laura Rondanini), sempre più estranei al padre. E il ritorno in famiglia sarà drammatico.
“Il testo propone un punto di vista quasi radicale nella visione della famiglia che contrasta con la versione edulcorata proposta in tv o nella pubblicità – aveva dichiarato Orlando, reduce anche dal recente successo televisivo nel ruolo del mefistofelico Cardinale Voiello in The Young Pope di Sorrentino – Il mio personaggio proviene da un ambiente piccolo borghese e si ritrova travolto da un nuovo inaspettato amore. Ma si può stare insieme in un nucleo familiare senza essere ipocriti? Quello che riuscirà a fare è gettarsi in una triste quotidianità”.
Una storia emozionante e forte quella di Lacci che finisce per solleticare in qualche modo l’identificazione con il pubblico alle prese con i dolorosi effetti dell’abbandono e dei “lacci” che restano. In scena al Teatro Eliseo, info www.teatroeliseo.com