Tratto dal saggio di John Pearson, il regista Ridley Scott descrive un celebre fatto di cronaca del 1973, ovvero il sequestro del nipote dell’allora uomo più ricco del mondo, J. Paul Getty, interpretato inizialmente da Kevin Spacey, premio oscar per I soliti sospetti e American beauty, e poi sostituito a causa delle accuse per molestie sessuali emerse nei suoi confronti da Cristopher Plummer, premio oscar per Begginers. La ‘ndrangheta fa pervenire alla madre Gail la richiesta iniziale di un riscatto di 17 milioni di dollari. La donna interpretata da Michelle Williams, famosa per I segreti di Brokeback mountain e Blue Valentine, va a chiederli al suocero magnate, che non ha alcuna intenzione di pagare nemmeno un centesimo, dicendo durante un’intervista che avendo 14 nipoti se dovesse dare solo un penny ai rapitori si ritroverebbe con 14 riscatti da pagare. Getty essendo comunque, a modo suo, affezionato al nipote, le mette accanto alla donna un ex agente della CIA, Fletcher Chase, che accompagna la donna in Italia e inizia a collaborare con la polizia per ritrovare il ragazzo.
Il film si muove tra Roma, la Calabria dove è tenuto prigioniero il ragazzo e Londra dove abita Getty Senior. Tutto il film è incentrato sul tentativo della nuora di Getty di riuscire a trovare i milioni per riavere il figlio. J.Paul Getty ne esce come un uomo troppo attaccato ai soldi per riuscire vedere la solitudine che lo circonda, dichiarando di amare più gli oggetti che le persone. L’umanità e la fragilità di Michelle Williams sono adattissime per andare a sbattere contro la maschera cinica di Christopher Plummer, perfetto per il ruolo di distaccato uomo d’affari. Il film oscilla tra thriller e ritratto psicologico dei personaggi, non attinente fedelmente alla realtà ma romanzato per renderlo più adatto alla spettacolarità e al melodramma della macchina cinematografica.