Domenica 11 e lunedì 12 febbraio, in pieno Carnevale, il salone del Palazzetto Bru Zane diventa palcoscenico per la prima volta con 2 operette in 1 atto. Sono infatti proposti due gioielli del repertorio francese di metà Ottocento, Les deux aveugles di Jacques Offenbach e Le compositeur toqué di Hervé. Quando diciamo operetta il nostro pensiero va immediatamente ad allestimenti sfarzosi, danze e motivi orecchiabili. In Francia, prima della trasformazione in spettacoli di maggiori dimensioni durante il Secondo Impero, il genere nacque nei piccoli teatri, sovente sprovvisti di grandi finanze, in seguito alle limitazioni previste da un decreto del 1807 che stabiliva non più di due o tre personaggi, assenza di cori e balletti. 2 operette in 1 atto ci mostra quindi come Hervé e Offenbach elusero le prescrizioni, creando veri e propri capolavori.
Les deux aveugles, bouffonnerie musicale di Offenbach su testo di Jules Moinaux, inaugurò il Théâtre des Bouffes-Parisiens il 5 luglio 1855, riscuotendo molto successo. E’ la divertente contesa tra due falsi ciechi del miglior posto sul ponte, i mendicanti Patachon e Giraffier. Ci sembra chiaro esempio dell’allievo che supera il maestro. Offenbach, nella brevità del pezzo, riesce infatti a sviluppare un ampio discorso musicale e drammaturgico di estrema sintesi e fine coerenza.
Un anno prima, nell’aprile 1854, alle Folies-Concertantes di cui Hervé era direttore, andò in scena Le Compositeur toqué, parodia semibreve dei musicisti romantici. Il compositore Fignolet presenta agli spettatori, coadiuvato dal domestico Séraphin, l’improbabile sinfonia La Prise de Gigomar par les Intrus “en mi grand dièse” et avec “nonante-neuf pétards à la clé”. In sei numeri, si alternano frequenti giochi di parole e freddure che creano esilaranti situazioni comiche. Hervé però si dimostra più prolisso, a tratti artefice di un nonsense poco efficace. Il libretto contiene numerosi riferimenti alle varie sezioni dell’orchestra che giocoforza si perdono nella riduzione per pianoforte.
La regista Lola Kirchner pensa a un’agile struttura che da ponte diventa palco con veloci interventi degli attori. Inserisce inoltre qualche timida interazione col pubblico e affida agli interpreti una partitura gestuale decisamente convincente. Colorati e divertenti anche i costumi. Le luci di Cyril Monteil differenziano bene i due diversi ambienti, il primo nel grigiore parigino, il secondo col calore del circo e del varietà.
Di rara levatura gli artisti coinvolti. Flannan Obé, formatosi come attore, si dedica alla carriera di baritono leggero e tenore. Possiede indubbiamente una marcia in più rispetto al collega, riuscendo a fondere canto e recitazione in un riuscitissimo tutt’uno. Il suo Séraphin è meraviglioso, un Arlequin post litteram che pare uscito dai muti di Méliès, il volto bianco dal cerone che si piega in sberleffi e risatine come una maschera naturale. Una chicca Le cri du Mississippi. Raphaël Brémard è validissimo tenore, Fignolet d’impareggiabile gusto e comicità. Christophe Manien accompagna al piano con rigore ed estrema pulizia di suono, senza però tralasciare inventiva e complicità con l’estro dei cantanti.
Sala piena e applausi calorosi per tutti.
2 operette in 1 atto sarà proposto il 5 giugno al Théâtre des Bouffes du Nord nell’ambito del Sesto Festival Palazzetto Bru Zane Paris. La produzione si avvale del sostegno di Arcadi Île-de-France.
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(Venezia, 11 febbraio 2018)
2 operette in 1 atto
Les deux aveugles
Musica di Jacques Offenbach
Libretto di Jules Moinaux
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Patachon: Raphaël Brémard
Girafier: Flannan Obé
Le compositeur toqué
Musica e parole di Hervé
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Fignolet, compositore suonato: Raphaël Brémard
Séraphin, il suo domestico: Flannan Obé
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Pianoforte: Christophe Manien
Regia, scene e costumi: Lola Kirchner
Luci: Cyril Monteil