Ed allora “Chapeau!” (titolo dello spettacolo, ndc) ad una rappresentazione di Roberto Russo – in anteprima nazionale – dove gli spettatori del teatro del Grillo di Soverato diretto da Claudio Rombolà hanno assistito ad un viaggio tutto d’un fiato! Un viaggio surreale durato circa un’ora quasi come se il tragitto fosse immerso dentro ad una stanza chiusa da cui fosse impossibile uscir fuori. Un’ora che è servita per riflettere sulla condizione del mondo e di chi questo mondo lo abita. Per pensare. Perché la vicenda del protagonista ovvero il cittadino 2Barra4 – il personaggio interpretato da un grande Gianni De Feo che ne è stato pure il regista – che si trova “relegato” in una società creata ad hoc in cui l’esercizio del controllo e la repressione delle vite di ciascuna persona, fa pensare. Ci fa un attimo ritornare indietro a quanto scritto da George Orwell con il suo “1984”, e pure qualche anno prima da Franz Kafka. Semplici esseri umani che devono subire l’onta del più forte, di chi comanda in questo mondo in cui ha senso soltanto la conoscenza dei formule matematiche. Ma gli errori di calcolo da parte del protagonista diventeranno pericolosi atti di devianza da eliminare a tutti i costi da chi questo mondo lo governa. Eppure 2Barra4 soffre di un problema grave proprio legato al calcolo aritmetico tale per cui il filo della conoscenza delle formule matematiche verrà falsato. Verrà falsato a tal punto che egli riuscirà a rivendicare questo suo “handicap” per esprimere ciò che egli veramente è senza infingimenti di alcun genere divenendo questo un grande momento di liberazione dalla condizione in cui si trova. Cosicché si dà sfogo all’istinto. Il protagonista a questo punto reagisce impetuoso come nella famosa testata di Zidane quando il giocatore naturalizzato francese (tutti la ricordano!) colpisce un avversario durante la finale dei Mondiali di calcio del 2006 nella sua ultima partita, – le immagini del giocatore vengono riprese alle spalle di De Feo in una sceneggiatura sobria -, facendosi così espellere. Un gesto che è tutto tranne che si possa definire razionale. “Gesti inconsulti ed istintivi che, – si legge in una nota di regia – nella loro evidente natura auto lesionista, si pongono, liricamente, al di fuori di ogni calcolo. Ed allora, in un mondo nel quale si tende ad annacquare ogni forma di Istinto, Chapeau! a chi, provocatoriamente, non mortifica la propria natura ma la perpetua andando in “direzione ostinata e contraria””.