Il suo personaggio porta in scena poesia, candore, bellezza e sincerità di cuore. Abbiamo chiesto a Daniela Simula di raccontarci qualcosa di più di Chang’è, la Bambina della Luna dai poteri magici che affascina in pochi minuti gli spettatori del musical La Regina di Ghiaccio. E abbiamo scoperto che Daniela è dolce e positiva anche nella vita.
Daniela, possiamo cominciare dicendo che la Bambina della Luna Chang’è è il personaggio rivelazione de La Regina di Ghiaccio?
Beh, innanzitutto grazie! Il personaggio di Chang’è era già presente nell’allestimento della passata stagione come Dea della Luna, interpretata dalla bravissima Simonetta Cartia. Il regista Maurizio Colombi, però desiderava modificarlo per chiamare maggiormente in causa i bambini. Per questo mi ha chiesto di divertirmi sul palco, di dar vita a un personaggio particolarmente vivace e giocoso. Così è nata la nuova Bambina della Luna che amo davvero molto. È piccola, ma, allo stesso tempo, ha un’anima centenaria. È in grado di conoscere ogni avvenimento, ma può cambiarne gli sviluppi ricorrendo ai suoi poteri magici. Credo che la chiave della sua presa sul pubblico sia la percezione della gioia che provo personalmente nel far sognare gli spettatori proprio attraverso questa magia.
Sei d’accordo con me se dico che ad affascinare è soprattutto la sua dolcezza che conquista immediatamente anche il pubblico adulto?
Sicuramente! La Bambina della Luna parla direttamente a quel bambino che ciascuno di noi conserva dentro di sé e così facendo arriva dritta al nostro cuore. Per questo non può che portare gioia anche ai più grandi.
Non esiste scena dello spettacolo in cui Chang’è non agiti gioiosamente il suo nastro. Quasi a voler sempre diffondere positività anche nei momenti apparentemente più bui…
Sì, esattamente. Chang’è si sposta tra i diversi personaggi sul palcoscenico agitando il suo nastro per diffondere positività e amore. A differenza della scenografia che ha tinte sempre molto scure, il nastro della Bambina della Luna è bianco perché simboleggia la pace, richiama il candore e la leggerezza della vita. Agitarlo le consente di rendere meno pesante ogni difficoltà. Anche Sergio Mancinelli che interpreta Yao, il Signore del Sole, dirige spesso il suo bastone verso l’alto con lo stesso intento.
Veniamo alla tua esperienza professionale. Sei stata molte volte protagonista di storie incantate nei panni ad esempio di Cappuccetto Rosso (Cappuccetto Rosso – la Commedia Musicale) o del piccolo Michael Darling in Peter Pan il musical. Come si riesce a dare credibilità a un bimbo sul palcoscenico?
Il segreto è divertirsi e avere molto rispetto per i bambini, interpretandoli per gioco ma senza arrivare a farne una caricatura. Dobbiamo ricordarci sempre che sono loro il nostro futuro. Nel mio caso, sono aiutata dal mio fisico perché, essendo piccola di statura, riesco a muovermi velocemente sul palco spaziando qua e là come una sorta di Giamburrasca. E poi mi piace molto cambiare le voci, una capacità che vorrei tanto poter utilizzare in futuro per doppiare i cartoni animati.
Per interpretare i piccoli credo non si possa prescindere dall’essere persone gioiose. Tu come affronti le difficoltà di ogni giorno?
Ricordando a me stessa che la vita, in ogni caso, è davvero sempre magica. La vita è sempre dalla nostra parte, anche quando ci chiama ad affrontare grandi difficoltà o, peggio ancora, la sofferenza. Negare la sofferenza significherebbe negare la vita stessa che ci offre ogni volta l’opportunità di rialzarci, ad esempio sfruttando il dolore che proviamo per metterci al servizio degli altri. Personalmente nutro una grande fiducia nella vita e affronto ogni cosa con lo sguardo innocente e meravigliato dei bambini. Per questo riesco bene quando devo interpretarli in scena. Auguro sinceramente a tutti di guardare sempre alla vita con la mia stessa grande fiducia e con la purezza che scorgiamo negli occhi dei più piccoli in ogni situazione. È una purezza che ci permette di non invecchiare mai.
Ma nella vita è meglio dar spazio ai propri sogni o restare con i piedi per terra?
Nella vita abbiamo tutti i piedi per terra. Ma dalla terra dobbiamo prendere il giusto slancio per volare in alto. I nostri sogni si trovano lassù. Dobbiamo inseguirli e fare di tutto per realizzarli.
Oltre al regista Maurizio Colombi, La Regina di Ghiaccio ti ha permesso di incontrare nuovamente Pietro Pignatelli che, smessi i panni di Capitan Uncino in Peter Pan, qui dà vita al Principe Calaf. Ti va di raccontarci qualcosa del vostro rapporto?
Oltre al bravissimo Pietro Pignatelli, citerei ancora anche Sergio Mancinelli, un grande attore di prosa. Perché sono davvero tante le scene de La Regina di Ghiaccio in cui noi tre ci ritroviamo insieme. Siamo davvero un ottimo trio. Tra di noi c’è grande affiatamento e complicità. Oltre a divertirci, ci stimiamo, ci rispettiamo molto e, alla fine di ogni replica, ci confrontiamo per capire se le nostre scene hanno funzionato o non ci sia eventualmente qualcosa da modificare.
Un’ultima domanda: nell’elenco dei componenti del cast de La Regina di Ghiaccio il tuo nome compare per primo, subito dopo i due protagonisti Lorella Cuccarini (Turandot) e, come dicevamo, Pietro Pignatelli (il Principe Calaf). Come ci si sente in terza posizione?
Alla grande!!! Il fatto che il mio nome compaia subito dopo Lorella e Pietro nell’elenco di tutti i grandi artisti che compongono il cast di questo spettacolo è sicuramente un grande onore! E non posso che ringraziare ancora una volta il mio lavoro così meraviglioso che mi permette non solo di giocare e divertirmi ma di trasmettere davvero al pubblico bellissimi messaggi. Evviva!!!