Un musical divertente e incisivo, che affronta due temi di emarginazione sociale: l’essere nero e l’essere grasso negli anni Sessanta in America.
A giudicare da alcuni fatti di cronaca avvenuti recentemente alle nostre latitudini contro persone di colore o ragazzi sovrappeso, si può dedurre che siano temi che travalicano il tempo e la geografia.
Campione di incassi, Hairspray ha superato le 2500 repliche a Broadway conquistando 8 Tony Awards, tra cui miglior musical e miglior colonna sonora.
L’edizione italiana vede Giampiero Ingrassia nel ruolo di Edna Turnblad, interpretato da John Travolta nell’adattamento cinematografico del 2007. Le musiche sono quelle originali di Marc Shaiman, i testi di Scott Whittman e Marc Shaiman, il libretto di Mark O’Donnel e Thomas Meehan.
Costumi, pettinature, linguaggio e mossettine ci proiettano negli States degli anni ’60, quando nel paese vigeva una diffusa condizione di segregazione razziale che non consentiva di condividere percorsi scolastici e artistici tra popolazione bianca e cittadini afroamericani.
Ma, si sa, i giovani spesso scardinano le regole e la musica non conosce confini, così fiducia e ottimismo avranno la meglio sull’oscurantismo.
Nel 1962 a Baltimora, Tracy Turnblad è una pingue adolescente che sogna di ballare al Corny Collins Show in televisione, al quale partecipano alcuni compagni di scuola tra cui Link (Riccardo Sinisi) di cui è innamorata, e Amber (Beatrice Baldaccini) figlia della svampita e ambiziosa Velma Von Tussle (Floriana Monici), produttrice del programma. Dopo aver preso lezioni da un ballerino di colore, Tracy supera il provino e viene ammessa a partecipare al ballo di Miss Lacca Teenager di cui diventa la star. Velma ricorre a tutti i mezzi per esautorarla a favore della propria figliola Amber, cercando di farla eliminare per obesità e frequentazione di ragazzi di colore, poiché è finita in prigione per aver manifestato contro un negozio che vieta l’ingresso ai neri. Grazie all’intervento del papà Wilbur (Roberto Colombo) che paga la cauzione per tutti i ragazzi imprigionati, al sostegno della corpulenta mamma come sua agente e alla comprensione del conduttore Corny Collins (Gianluca Sticotti), potrà gustare il suo trionfo nel finale del concorso, conquistando il cuore di Link e mettendo la sua fama al servizio della lotta contro i pregiudizi razziali.
La regia di Claudio Insegno dà leggerezza allo spettacolo che vive sulle voci di tutti gli interpreti. La messinscena, non molto supportata dalle scenografie minimaliste (Roberto e Andrea e Comotti), si caratterizza per lemovimentate coreografie di Valeriano Longoni, i costumi colorati di Alessia Donnini e le verticali pettinature cotonate delle ragazze e il ciuffo impomatato dei ragazzi, che sfoderano voci potenti e ben calibrate negli assolo e nelle canzoni collettive, accompagnati dall’orchestra che suona dal vivo diretta dal maestro Angelo Racz.
Giampiero Ingrassia è impagabile ed esilarante nel travestimento di Edna, leggero e sinuoso pur avvolto nell’imbottitura che lo gonfia dal viso alle caviglie, trasformandolo nella mamma tenera e accorata della discriminata Tracy interpretata da Mary La Targia, agile nella sua tenera goffaggine.
Il lieto fine che appiana i rapporti tra genitori e figli, fa trionfare l’amore a dispetto dell’aspetto fisico e affratella una gioventù dal diverso colore della pelle, è un’espressione di fiducia nel futuro dell’umanità che volteggia sulle ali della musica.