Sapidi e ben amalgamati gli alimenti di questa cena… perfetta. Il ristorante è scalcinato, ma gli ingredienti sono di qualità: prodotti mediterranei eccellenti trionfano in tavola e sul palcoscenico!
Nella banlieu di Parigi, il “Girgenti” è gestito da Salvatore che gli ha dato il nome della città di nascita, la Agrigento della Valle dei Templi che lo inonda di nostalgia. Dalla sua terra fa recapitare settimanalmente i prodotti di eccellenza che caratterizzano la gastronomia siciliana, con l’ambizione di proporla in quel desolato angolo della metropoli francese abitata da stranieri che non l’apprezzano. Cassette di pregiate derrate alimentari giacciono, così, inutilizzate facendo lievitare i conti, divenuti ormai ingestibili per la giovane moglie che si occupa della contabilità.
La socia Lucia, pragmatica e salace come sanno esserlo i toscani, esterna incessantemente la sua contrarietà a tal genere di conduzione, minacciando di piantare tutto in asso.
In tale disastrata situazione economica il cameriere rumeno paga le bollette per contribuire a tenere aperto il locale.
Salvatore, pur avendo in gioventù desiderato fare l’attore, è incapace di fingere e sotto l’effetto del vino si lascia andare con i clienti a esternazioni che potrebbero nuocergli, soprattutto con il direttore della banca.
La buona occasione per scongiurare la chiusura sembra presentarsi con la visita di un critico gastronomico, fratello di un amico di Lucia che la informa confidenzialmente.
Epurato il locale dagli orpelli provinciali come il cinghialetto imbalsamato, bisogna approntare una cena che possa far aspirare all’agognata stella Michelin.
Tutti si impegnano allo spasimo e la sera della partita Francia-Germania dei mondiali di calcio 2014, con le strade deserte e i ristoranti vuoti, il critico Perrault giunge in incognito.
Riusciranno i nostri “fornelli in fuga” ad essere all’altezza delle aspettative e portare in tavola piatti capaci di titillare il palato esigente dell’ispettore della Guida Michelin?
Gli ingredienti ci sono tutti per uno spettacolo di spassosa comicità, condito di imprevisti e interrogativi sul valore dell’amicizia e della solidarietà.
L’umorismo sornione che affiora dall’atteggiamento sconsiderato dello chef, dalle rimostranze rabbiose della socia, dalla malinconica rassegnazione della moglie, dallo scanzonato cameriere e dallo strambo critico culinario sono espressione della comicità grottesca di Nicola Pistoia che ha messo in scena il testo di Sergio Pierattini.
Blas Roca Rey è piacevolmente faceto nella caratterizzazione di Salvatore dal brioso accento siciliano, Daniela Morozzi ha l’energia travolgente della parlata toscana di Lucia, Monica Rogledi dà una vena di malinconica dolcezza alla moglie Caterina, Nini Salerno è arguto nelle vesti dell’imprevedibile critico e Ariele Vincenti è spassoso nella rude intransigenza del cameriere Cristian.