produzione Michela Signori, Jolefilm
testi di Gianfranco Bettin e Marco Paolini
tavole illustrate Roberto Abbiati
musiche originali Stefano Nanni
audiovisivi e luci Michele Mescalchin
fonicaTiziano Vecchiato
direzione tecnica Marco Busetto
assistente alla regi Angelo De Matteis e Roberto Abbiati
voci campionate Beatrice Gallo, Emanuele Wiltsch
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Sabato 17 febbraio alle ore 21 Marco Paolini torna al Teatro Era di Pontedera con il suo nuovo monologo Le avventure di Numero Primo ed è già tutto esaurito.
Paolini grandissimo artista del “Teatro di narrazione”, artigiano e manutentore del mestiere di raccontare storie, porta in scena questa volta un racconto fantascientifico, ironico e leggero su un tema sempre più attuale, il futuro delle nuove tecnologie.
Numero Primo è una storia di un futuro probabile fatto di cose, di bestie e di umani rimescolati insieme come si fa con le carte prima di giocare.
Numero Primo è anche il soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta. Ma anche le cose e le bestie hanno voci e pensieri in questa storia.
Marco Paolini e Gianfranco Bettin, coautori di questo lavoro, sono partiti da alcune domande: Qual è il rapporto di ciascuno di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occupano? Quanto ci interessa sapere di loro? Quali domande ci poniamo e quali invece no a proposito del ritmo di adeguamento che ci impongono per stare al loro passo? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale? Se c’è una direzione c’è anche una destinazione di tutto questo movimento?
Una produzione Michela Signori, Jolefilm.
Nella stazione spaziale del film 2001 Odissea nello spazio ci sono cabine telefoniche a disposizione dei viaggiatori, sono modernissime, confortevoli e permettono di fare videochiamate, ma sono fisse. Nessuno dei protagonisti del film usa un telefono portatile o un palmare. In 20.000 leghe sotto i mari Jules Verne immagina l’uso di energie, materiali e tecnologie che assomigliano moltissimo a quelli che sono stati effettivamente poi usati per i moderni sottomarini. Ma le previsioni più stupefacenti e azzeccate sul futuro sembrano quelle contenute nelle Mille e una notte: l’invenzione del password “apriti sesamo” e del touch-screen della lampada di Aladino. Possiamo quindi aspettare con fiducia l’avvento del tappeto volante in tempi ragionevoli.
È molto più difficile fare previsioni sul futuro a breve che a lungo termine. Eppure il futuro prossimo dovrebbe far parte di un orizzonte a cui guardare con attenzione. Un presente dilatato come quello in cui viviamo rischia sia di cancellare la memoria del passato, sia di inibire ogni ragionamento sul futuro, dando per scontato che si tratti di un aggiornamento del presente, un aggiornamento “compatibile” con il presente.
Raccontare storie ambientate nel futuro prossimo è un esercizio confinato in un genere: la fantascienza. Esiste una tradizione di fantascienza in letteratura e nel cinema ma a teatro non è molto diffusa.
Numero Primo è un esperimento di fantascienza narrata a teatro, ma che agli autori non piace chiamarla così.
Al narratore sulla scena tocca il compito di rendere credibili cose possibili domani, ma che oggi appaiono inverosimili. L’orizzonte temporale immaginato riguarda i prossimi 5000 giorni e solo pensando a quanto il mondo delle cose sia cambiato nei 5000 giorni appena trascorsi risulta quantomeno necessario guardare al futuro con il beneficio del dubbio rispetto a ciò che oggi è ancora inverosimile.
Marco Paolini afferma: “Ho un’età in cui non sento il bisogno di guardare indietro, di ricostruire, preferisco sforzarmi di immaginare il futuro, così farò un Album con nuovi personaggi. Parlerò della mia generazione alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica. Parlerò dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale. Parlerò di biologia e altri linguaggi, ma lo farò seguendo il filo di una storia più lunga che forse racconterò a puntate come ho fatto con i primi Album”.
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