un film di Bruno Bigoni tratto dal libro “My War Is Not Over”
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Un memoir commovente, un doppio viaggio nell’Italia della guerra che unisce passato e presente. La guerra italiana di Harry Shindler durante la campagna anglo-americana e un percorso a caccia di ricordi e fantasmi che non trovano pace.
Poco più che ventenne, nel 1944, il soldato semplice inglese Harry Shindler sbarcò ad Anzio e risalì l’Italia per combattere una guerra che lo rese adulto, segnando il resto della sua esistenza. Oggi, a 95 anni, Harry vive a San Benedetto del Tronto, è vedovo di una moglie italiana e ha un figlio a Roma, conserva una grande energia e trascorre le sue giornate di veterano facendo luce su casi e vicende irrisolte dell’avanzata alleata in Italia.
È un “Cacciatore di Memoria” affidabile ed esperto, al suo indirizzo continuano ad arrivare appelli, richieste di reduci o parenti che vorrebbero conoscere il destino di un soldato scomparso, trovare la sepoltura di un combattente al fronte, rintracciare un relitto… non lo fa per denaro, ma per un debito di memoria. La memoria, la sua natura più intima, onirica, soggettiva, quella che svanisce se non si fissa in un segno, è il punto di partenza per raccontare la sfida di Harry e la storia di tutti noi.
Raccontata nel film anche una di quelle storie che fanno dubitare sulla casualità del destino: la lunga investigazione che ha permesso a Shindler di ricostruire le ultime ore di Eric Flechter Waters, sottotenente inglese caduto a febbraio del ‘44 nelle paludi di Aprilia, e identificare il punto esatto del suo ultimo combattimento.
Che il padre fosse morto in battaglia Roger Waters, il figlio musicista, lo ha sempre saputo. Quello che Roger e la sua famiglia non sapevano, però, era dove il padre fosse caduto, e dove riposassero le sue spoglie. Grazie a Shindler, Waters ha recuperato una cronaca che fissa l’accaduto e un luogo per onorare la memoria paterna. Ora, proprio nel punto in cui Eric Fletcher perse la vita, brilla una luce e un ulivo sta mettendo radici. L’ha piantato Roger, in compagnia di Shindler e pochi altri, con una cerimonia emozionante e riservata.
“Non lo faccio per sentirmi dire grazie, ma perché è un dovere salvaguardare la memoria di uomini e fatti che hanno attraversato anni così importanti per la storia di tutti noi” (Harry Shindler)
Il regista Bruno Bigoni e il coautore del libro Marco Patucchi interverranno alla proiezione di Lunedì 5 marzo