Lunedì 5 febbraio, ore 18, Paolo Crepet e Gabriele Lavia dialogano al Teatro della Pergola sull’ultimo libro dello psichiatra e scrittore, Il coraggio. Crescere, educare, vivere, edito da Mondadori.
Il volume offre a genitori, educatori e anche ai nativi digitali, un ipotetico inventario di alcune declinazioni del coraggio in vari ambiti dell’esperienza umana (il coraggio di educare, dire no, ricominciare, avere paura, scrivere, immaginare, creare).
“È concepito – spiega Crepet – come un’associazione di idee, un brain-storming, per stimolare adulti e non ancora adulti a credere in se stessi, ad affermare le proprie idee e vocazioni, la propria libertà e autonomia, per non rinunciare ai sogni e costruirsi la giusta dose di autostima”.
Il coraggio di cui parla Paolo Crepet è soprattutto quello che dobbiamo inventarci tutti noi per creare un mondo nuovo, quello che i giovani devono ritrovare per iniziare un nuovo rinascimento ideale ed etico.
L’ingresso all’incontro è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Un tempo il coraggio, nella sua accezione di ardimento fisico, era solo opera dell’umano, poi le macchine se ne sono impossessate: non più il guerriero armato delle sue mani, ma di mitragliatrici, carri armati, lanciafiamme, cacciabombardieri. Un po’ come accade ora con la tecnologia: fino a trent’anni fa occorreva pronunciarsi, scrivere, telefonare e quindi esporsi. Oggi si può comunicare, anzi si è indotti a farlo, senza un’interfaccia umana, senza rischi né paura di compromettersi. E le umane virtù vengono delegate a ciò che umano non è. A partire dal suo ultimo libro edito da Mondadori, Il coraggio. Crescere, educare, vivere, Paolo Crepet dialoga con Gabriele Lavia al Teatro della Pergola, lunedì 5 febbraio, ore 18, sul coraggio e la forza d’animo che stanno diventando sempre più astrazioni virtuali, svuotate di senso, per uomini e donne che vagano senza bussola, giovani accecati dal presente e vecchi incartapecoriti nel ricordo. L’ingresso all’incontro è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
“Ho voluto parlare di coraggio perché il coraggio manca – spiega Crepet – ‘coraggio’ è parola sacra, luce della vita, senza la quale non possiamo fare nulla. Viviamo in una realtà complicata che ha bisogno di coraggio, soprattutto da parte dei giovani, per essere reinterpretata: il coraggio di intraprendere il futuro, di rischiare, immaginare, avere una visione del mondo. Il coraggio è la forza del cuore: a metà strada tra la mente e le viscere, la ragione e la passione”.
Dunque, l’obiettivo del testo è fronteggiare “la più grande urgenza sociale odierna” e nel farlo lo psichiatra e scrittore parte dalla convinzione che la parola ‘coraggio’ debba essere reinventata, non attualizzata: se essa fa riferimento a una forza morale, c’è da chiedersi che cosa significhi oggi possederla e consolidarla. Ma solo partendo da qui si può pensare il futuro.
“Il coraggio – conclude Paolo Crepet – è proprio quella forza che tende a immaginare il futuro, è l’elemento visionario che fa la differenza nelle scelte umane. In questo preciso momento storico c’è bisogno di tanto coraggio per affrontare ed inventare il futuro. Quanto alle nuove generazioni, il coraggio è anche paura, consapevolezza dei propri limiti, ma anche l’energia per superali. Il mio libro vuole stimolare tutti a credere in se stessi e a sognare con coraggio”.