Non capita così spesso – purtroppo – di parlare di poesia, ultimamente. Eppure, ascoltare la poesia è un piacere forse anche maggiore della lettura, soprattutto se a leggere è Carlo Cecchi, soprattutto se i versi sono quelli di Elsa Morante.
Il foyer del Teatro Franco Parenti, allestito per l’occasione ad auditorio, è gremito. Attorno a noi un pubblico eterogeneo per età, aspetto, classe sociale. Dallo studente trasandato alla sciura ingioiellata, sembra quasi che ogni angolo di Milano sia rappresentato, inaspettatamente.
Carlo Cecchi è avanti con l’età, ma ha quel fare rassicurante di chi ne ha viste tante, di chi avrebbe tanto da insegnare a tanti, ma in qualche modo non te lo fa pesare. Anzi, racconta dei suoi incontri con Elsa, come se stesse parlando del tempo. Non è una questione di umiltà, ma di classe, di savuarfair.
La voce è profonda, sporca di anni sui palcoscenici di tutta Italia, calda, leggermente impastata. Però, quando comincia la lettura, il silenzio cala sulla sala, non si muove una mosca. Sembra di vederli i versi di Elsa Morante, come immagini acustiche che arrivano da un’altra dimensione, materializzate in forme e colori vividi che si trasformano in un fiume di parole così perfetto da sembrare quasi casuale.
Allora chiudiamo gli occhi e ci lasciamo trasportare dallo scorrere dei versi de Il mondo salvato dai ragazzini. La sensazione è proprio quella: quel piccolo brivido che si prova quando ci si immerge nell’acqua fredda durante una afosa giornata estiva.
Dovremmo ringraziarli, i poeti, perché ci ricordano che siamo uomini e che senza parola non esisterebbe nulla al di fuori di noi. Perché l’uomo è fatto di parola e la poesia ne è la massima espressione.
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Per amore della poesia è una rassegna di letture in scena ogni domenica al Teatro Franco Parenti, per informazioni sui prossimi spettacoli è possibile consultare il programma qui.