Fulvio Cauteruccio torna dopo due anni di assenza dai riflettori mettendo in scena un’opera entrata appena nel 2015 nel panorama del repertorio della drammaturgia contemporanea, Prigionia di Alekos, del musicista e scrittore di pièce teatrali Sergio Casesi che, con questo testo, vinse il Premio Pergola per la nuova drammaturgia.
Il pubblico viene accolto in un teatro “distrutto” e decomposto, il palco è invaso da macerie e detriti di un paese che ha perso la sua libertà. Siamo in Grecia, negli anni Settanta, durante la dittatura dei Colonnelli. Il nostro prigioniero è Alexandros Panagulis, noto anche con il diminutivo di Alekos, politico, rivoluzionario e poeta greco che si batté per la democrazia e la fine del regime. Il testo di Casesi però si distacca dalla specificità dell’evento; questo diventa solo il presupposto per parlare al pubblico di libertà, di lotta per il raggiungimento di quei diritti essenziali per l’umanità. In questo si è impegnato Alekos, per questo va ricordato. L’eroe combattè la sua prigionia attraverso non solo la resistenza dello spirito, ma anche attraverso la creatività e l’immaginazione. Così uno scarafaggio, battezzato dal prigioniero con il nome di Dalì, coabitante nella piccola cella, sarà il suo confidente e suo interlocutore. Inoltre manca una ricostruzione fedele e didascalica dello spazio e la cella lascia il posto a un luogo surreale che accompagna l’immaginazione verso uno spazio sovrastato da macerie.
Le torture e le privazioni che Alekos è costretto a subire vengono sopportate grazie all’ingresso in un mondo parallelo, popolato di personaggi fantasiosi. Non solo quindi Dalì, ma anche un mendicante cieco, un nuovo Tiresia, e un anziano Caronte sono i veicoli per la salvezza dell’eroe che non si arrende e non confessa.
Anche se a tratti la materia argomentativa rimane in superficie e non sempre riesce a toccare le corde emotive dello spettatore, lo spettacolo, anche grazie ad un’interessante proposta scenografica e alla musica suonata dal vivo, risulta coinvolgente ed interessante.