Tutto esaurito ieri sera al Teatro dell’Acquario di Cosenza per lo spettacolo “Soffia il cielo” della Compagnia della Pigna.
“Soffia il cielo” ha come protagonisti la Luna e un gatto nero suicida.
Siamo in una realtà onirica e metafisica, nel non-luogo del Regno della bella Luna, nella Terra delle anime disperate.
“Soffia il cielo” è un viaggio dentro ognuno di noi.
È la storia di Andrea, giunto improvvisamente nell’aldilà, inconsapevole e immerso in un’ amnesia curiosa e avvolgente.
Sarà il gatto, spinto dall’affascinante Luna, a scavare nei suoi trascorsi, nella sua storia, per giungere al tragico finale.
La pièce, nata come commedia, diviene opera di formazione ripercorrendo le prime cotte, i tradimenti, le delusioni del giovane suicida, per terminare il tragedia.
Tocchiamo i punti determinanti della vita di Andrea, la sua formazione, la decisione di allontanarsi dalla sua Terra, col timore di non farvi ritorno, e col terrore di doverci tornare.
È “il dilemma”: partire? Tornare? Restare e lamentarsi? Lasciare gli affetti? Sfuggire ai problemi?
È una storia, ma potrebbero essere tante, che scorre davanti agli occhi dello spettatore, come accade nella vita, mischiato ad altre cose, ad altri avvenimenti, ad altre persone, ad altri luoghi.
Seguiamo il suicida nella sua auto-analisi a ritroso giungendo ad un passato prossimo, alla discesa negli inferi del vizio che lo porteranno alla distruzione, al patimento, all’auto-eliminazione.
Filo conduttore della formazione del giovane è la voce di Modugno, colonna sonora dell’opera suonata dal maestro Paolo Luciani, sul palco col suo pianoforte bianco.
È la sua musica che scandisce il tempo, come un metronomo. Un tempo che sembra dilatarsi o contrarsi a secondo gli stati d’animo dei personaggi, apparizioni a volte fantastiche, altre volte carnali e diaboliche che affiancano Andrea nella sua ricerca della felicità.
È un viaggio approfondito nella vita di un uomo qualunque, e al contempo di ognuno di noi.
Il tempo è diluito, fluisce nelle scene mellifluo e inconsistente, ma si argina con l’alba.
Il tutto ha la durata di una notte intensa, una notte sognante, testimone dell’amore di un gatto per la Luna, dell’amore della Luna per un suicida, e di un omicidio-suicidio consumato.
È un sogno, e come tutti i sogni finisce quando la città comincia a svegliarsi.
In lontananza un uomo in frac, l’ultimo raggio di luna. Una vita come tante e diversa da tutte, come sono le vite che ci sfiorano, e un senso di vuoto, alla fine di una notte fatata.
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Con Loredana Accurso, Salvo Caira, Diego Carbotti, Maria Calautti, Erica Perrotta, Raffaella Reda, Salvatore Rizzo, Marco Tiesi
Al pianoforte Paolo Luciani
A cura di Francesca Manna
Scritto da Raffaele Galiero
Assistenti Giulia Dodaro e Michele Grande.