Al Teatro Ponchielli di Cremona, al via l’apertura della stagione della danza in cartellone, con un nutrito ventaglio di proposte di stile contemporaneo, moderno e classico.
In occasione del 150° anniversario della morte del compositore, G.A.Rossini, la Compagnia italiana Spellbound seduce con Rossini Ouvertures di Astolfi, spettacolo tratto dalle arie del maestro.
Nuova linfa vitale per il coreografo Mauro Astolfi, formatosi negli Stati Uniti con Paul Taylor, decenni or sono, nome di spicco nel panorama italiano della danza contemporanea ed apprezzato autore in Europa e Estero.
Il Progetto coreografico, creato sulle basi delle ouvertures di Rossini, pur evocando un continuum rispetto alla precedente composizione “Relazioni pericolose”, sulle note di Carmina Burana, se non altro per il gioco di movimento dei ballerini, impegnati ad estricarsi dai cassetti di un armadio, la parete rossiniana, qui presente, è un pretesto per entrare ed uscire dalle atmosfere spazio temporali e dinamiche relazionali degli interpreti, con mirabile leggerezza e maestria.
Mauro Astolfi con taglio prospettico, incantato, affascinato (spellbound), si immedesima con il compositore, quasi in processo simbiotico, per esaltarne la genialità con cui, il giovane Rossini, compose, la maggior parte delle 39 opere, in soli diciannove anni.
Talento straordinario del melodramma italiano vissuto tra il 1792 e il 1868, prima di ritirarsi nella campagna francese a Passy, forse colto prematuramente da una crisi depressiva, scrisse, tra le altre, il Barbiere di Siviglia, Cenerentola, l’Italiana in Algeri, la Gazza Ladra, Semiramide e Guglielmo Tell.
Fra i più grandi operisti nella storia della musica, nel panorama europeo, Gioacchino Antonio Rossini, fu definito da Giuseppe Mazzini “un titano”, di potenza ed audacia, la stessa con cui il coreografo Astolfi, costruisce la dinamica e l’effervescenza con la scrittura del movimento e del gesto teatrale, nel codificare la maschera del carattere dei personaggi in scena.
La bravura tecnica e la velocità d’esecuzione acclarata dei nove danzatori membri della Compagnia, disegnano nello spazio momenti del quotidiano di vita vissuta dell’epoca, intrecciata ai quadri evocanti le ouvertures delle opere stesse.
Tipico dello stile di Rossini, era il crescendo orchestrale su una frase ripetuta, da cui la locuzione “crescendo rossiniano”, influenzato negli studi musicali giovanili, dallo stile di Mozart, a cui, il coreografo Mauro Astolfi, spogliato della durezza asettica di precedenti lavori, si lascia stregare, ammaliare (spellbound) dalla ironica malinconia del compositore che riconosce allo specchio come cifra stilistica.
Nel gioco, la fatica incalzante di una interpretazione e costruzione coreografica resa tutta d’un fiato in un atto unico di 75 minuti, conquista, sempre con l’accento in levare, a testimonianza di una fotografia di vita vissuta con tono godereccio dal compositore Rossini, “bon vivant”, amante del buon cibo e delle donne.
Una frase attribuita a Gioacchino A. Rossini
…“non conosco un lavoro migliore del mangiare. Per mangiare un tacchino dobbiamo essere almeno in due: io e il tacchino. Mangiare, amare, cantare, digerire, sono i 4 atti di quella opera comica che è la vita!”…
Lo spettacolo Rossini ouvertures, è un progetto sostenuto da Mibact Regione Lazio, in collaborazione con il Comitato Nazionale delle Celebrazioni dei Centenari Rossiniani, Comune di Pesaro, Amat.