Chi ha detto che “la vita inizia a 40 anni”, un motivo dovrebbe avercelo avuto! Del resto, non ci sarebbe differenza alcuna, se estendessimo il concetto anche a chi ne ha 50, 60 e oltre. Perché la vita è vivere: di passioni, ricordi, intrighi ma anche di sentimenti e amore! Ebbene, “L’inqulina del piano di sopra” la commedia di Pierre Chesnot per la regia di Stefano Artissunch andata in scena nell’ultimo appuntamento stagionale con “Il teatro del Grillo” di Soverato (CZ) diretto da Claudio Rombolà ha fornito una chiave di lettura che potrebbe andar bene per ogni stagione della vita di ciascuno di noi. La giusta miscellanea d’ironia e realismo in questa rappresentazione ha divertito tanto la platea gremita del piccolo teatro e pure fatto tanto riflettere. Dal tentativo di suicidio premeditato di Sophie (una splendida Gaia De Laurentis) che a 40 anni non se la sente più di proseguire nel suo cammino terreno perché i suoi rapporti di coppia sono stati un autentico fallimento, al riuscir ad “individuare” sia pure involontariamente un amore inaspettato, particolare, che mai avrebbe potuto immaginare soltanto alla vigilia. È dunque ciò che era fondamentalmente un dramma della solitudine si trasforma “d’emblais” nel tentativo di recuperare ciò che era “irrecuperabile”. Eh sì, perché di contro c’era il cinquantenne Bertrand (bravissimo Ugo Dighero), professore universitario di storia antica, che oramai sarebbe stato destinato a rimaner da solo gli anni a venire e a trascorrere il suo tempo libero nel realizzare marionette, se non avesse incontrato una vicina di casa un po’ fuori dagli schemi tradizionali. Tra gag esilaranti, il “dramma gustoso” di questa coppia sui generis si sta materializzando, sta diventando sempre più concreto, fino al momento culminante di giungere a vivere insieme e a fare in un sol colpo ben tre figli. Tutto ciò invita lo spettatore a vivere di “leggerezza” la propria esistenza, a non affannarsi troppo, col compito di vivere la propria esistenza senza troppi ripensamenti, sdrammatizzando. Simpatica e preziosa l’interpretazione di Susanne (Laura Graziosi) che funge da involontaria trait d’union tra i due protagonisti principali e che alla fine di questa commedia sfiziosa, – quasi come se si stesse riavvolgendo il nastro di un film per farlo ripartire di nuovo – si ritrova improvvisamente da sola senza più il compagno di una vita a … 40 anni suonati! Il tutto per un’eterna ripartenza…