Monica Morini e Bernardino Bonzani presentano a San Martino in Rio l’intenso spettacolo dedicato alla vicenda dei sette fratelli Cervi. Che valse alla Compagnia il prestigioso “Premio Scenario per Ustica”.
«In un’aia di una corte contadina, sotto una barchessa o in una stalla si potrebbe raccontare questa storia, il sacrificio di una famiglia reggiana unita come le dita di una mano»: Monica Morini e Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa introducono Cuori di terra – Memoria per i sette fratelli Cervi, spettacolo che sarà in scena sabato 24 marzo alle ore 21 alla Sala d’Aragona di San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia. «Così emblematica per il suo esito tragico, quella dei Cervi, rappresenta la vicenda di molte famiglie emiliane, di un popolo che matura una consapevolezza politica e sociale orientata verso i principi di solidarietà e di umanità, in un cammino di emancipazione che inizia sul finire dell’Ottocento e si manifesta con l’antifascismo e la Resistenza. Ma quello che rende più singolare la vicenda dei Cervi è la grande vitalità che si intravede; il coraggio, la capacità di iniziativa, l’intelligenza, l’arguzia, il clima di allegria con cui la famiglia visse dal principio alla fine la sua tragedia».
«In Cuori di terra ogni elemento possiede una sua giusta verità, in un bell’equilibrio che è insieme storico e teatrale» riflette l’autorevole critica teatrale Valeria Ottolenghi in merito allo spettacolo, sul quale continuano i fondatori del Teatro dell’Orsa: «Ci pare che dare voce alla storia dei Fratelli Cervi e interrogare le radici della nostra memoria siano azioni necessarie per tenere gli occhi ben aperti sul presente: il rigurgito neofascista si insinua facilmente in un tempo fragile, distratto e rabbioso come il nostro. Il teatro è un potente antidoto contro la perdita di memoria, è un rito collettivo che non si accontenta di commuovere o consolare, ma spinge a cambiare. La nostra Costituzione compie 70 anni: non basta celebrarla per riconoscere la fonte dei valori di solidarietà, uguaglianza, libertà, pari dignità. Vale la pena ripercorrere le vite di uomini e donne che per questi valori hanno rischiato tutto. E domandarci cosa siamo disposti a fare noi».
Concludono gli artisti: «Siamo partiti dall’oralità, come se di bocca in bocca, si facesse “filos” sulla paglia, sotto le volte della stalla. Abbiamo incontrato una grande ricchezza di situazioni, tante figure parevano venirci incontro e trasmettere una speciale energia epica. A dar linfa al racconto le parole dei libri di Alcide e Margherita Cervi, la visione delle lettere, dei documenti e degli oggetti del Museo, gli scritti di letterati e politici. Il lavoro ha preso cuore e vigore grazie alle testimonianze dirette e ai racconti a viva voce, come quelli di Maria Cervi, figlia di Antenore».
Cuori di Terra vinse nel 2003 il Premio Scenario per Ustica. Il prestigioso riconoscimento fu assegnato «per la lettura non agiografica della storia dei fratelli Cervi riletta nella complessità di una vicenda che connette impegno politico e battaglie quotidiane per l’emancipazione della persona e il progresso nelle relazioni umane, nel lavoro e nella società».
Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/