È dalla bella foto che vedete qui a lato, che vorrei partire per raccontare di una bella serata. Per me e per il pubblico del Teatro Le Serre, e di una serata memorabile per i protagonisti dell’evento, insieme a coloro che l’hanno permesso. C’è un gruppo di ragazze e ragazzi, allegri, chiacchieroni, felici e stanchi. Di quella stanchezza dolce e giusta, perché le cose per essere conquistate hanno bisogno di sudore e lavoro. Tanto. E sono davvero belli. Come lo si può essere quando si è giovani, quando le cose per cui hai lottato iniziano a darti soddisfazioni, quando ciò che credevi impossibile inizia ad avere una sua possibilità. E sono tutti insieme, e nessuno e nessuna tace, e raccontano con il linguaggio del corpo, di come è stato bello, della paura iniziale e poi svanita, delle emozioni provate, della gioia fisica di sentirsi capiti ed apprezzati, delle valigie già pronte che li accompagneranno per mille nuove avventure, in giro per il mondo. Di ciò che li aspetta là fuori, e che non sembra poi tanto male. Sono la creme di questo nuovo modo di concepire lo spettacolo, i futuri artisti che i più grossi ed importanti Circhi e Teatri mondiali si contenderanno, alcuni di loro hanno già delle scritture mica male, ed il loro livello qualitativo già molto alto. E c’è la Scuola di Cirko Vertigo dietro, “che riconferma la propria vocazione ad essere “hub” creativo e formativo, preparando le giovani promesse del circo contemporaneo non solo all’esibizione scenica, ma a diventare individualmente artefici di un processo creativo ed esprimere al meglio il proprio talento”. Già solo avere terminato il percorso di formazione è un successo, e penso alle difficoltà che ognuno di loro (vengono da tutte le parti del mondo), hanno dovuto affrontare. Ai costi che hanno dovuto sostenere, ci sono borse di studio ma non è per tutti, e docenti di così alto livello che hanno giustamente costi alti. Alle famiglie deluse da progetti già pronti per loro, ma sicuramente anche altre contente ed orgogliose. Alle crisi superate e che periodicamente si ripresentano. Come quella attrice comica che dice di avere almeno tre volte al giorno voglia di cambiare lavoro.
Il senso vero di “Exit” è “un mosaico, dove le tessere sono i numeri e le creazioni, realizzate dai 14 interpreti dell’ultimo anno. Ad ognuno di loro, sostenuti e indirizzati da tutor esperti e docenti della Scuola, è stato chiesto di pensare e sviluppare un percorso acrobatico e artistico a partire da una propria passione, lettura o esperienza personale”.
La serata è stata condotta da Paolo STRATTA e Luisella TAMIETTO rispettivamente Direttore Generale e Direttrice Artistica in modo spigliato ma anche coinvolti emotivamente, e lo si sentiva dalla voce perché erano anche, insieme a Caterina Mochi Sismondi anche lei Direttrice Artistica, coinvolti direttamente nell’accompagnamento alla regia e ricerca artistica di una parte degli artisti. Il Pubblico, sempre numeroso e rumoroso come da tradizione, nonostante la pioggia ed il freddo, composto sopratutto da gente che veniva da fuori Grugliasco, ha apprezzato con continui applausi tutte le performance, con urla da stadio e continui apprezzamenti sonori. Io ho avuto la fortuna di essere seduto vicino ad una Tutor, che fra un urlo ed un continuo battito di mani mi ha spiegato molto di quello che vedevo e che io, vista la sua disponibilità al racconto, coinvolgevo continuamente. D’altronde era impossibile stare fermi quando delle musiche azzeccatissime accompagnavano esibizioni che andavano ben oltre il semplice volteggio in aria, o dimostrazioni di equilibrio che sfidavano tutte le leggi fisiche. Raccontavano storie che tutti sentivamo sulla nostra pelle, usavano il corpo per comunicare ed il nostro corpo, comprendeva e reagiva. Sarebbe bello poter raccontare le 14 storie perché ognuna diversa, perché ognuna interessante perché ognuna avrebbe molte cose da insegnarci, ma lo spazio è limitato e posso solo accennarne qualcuna:
“Manuela Ramirez, discendente dei Pijao, una tribù indigena estinta nei primi anni del ‘900, fa rivivere sul palcoscenico le proprie origini attraverso “Mareh”, titolo del suo “numero”. Mareh è la parola che indica l’unione del fiume col mare. È come quando, dopo l’arrivo degli europei, il continente americano si sconvolge in un grande processo di “mestijaze” ovvero di con-fusione multiculturale tra europei, indigeni, e neri. Così ha origine una nuova cultura caraibica, dove si creano danze e suoni intrisi di cadenza nera e colori indigeni, mentre la “gonna flamenca” con il suo magnifico movimento diviene parte del folklore locale Colombiano.
Dalla lettura di “Non so niente di te” di Paola Mastrocola nasce invece la performance “L’uomo che pescava le foglie” di Maria Celeste Funghi (24 anni, italiana). Il numero racconta l’incontro di due solitudini che spendono del tempo a pescare le foglie. C’è qualcosa di infantile in questo gesto, sembra un gioco, ma la prima foglia pescata è una gioia indescrivibile. Perché tutto questo? Perché pescare le foglie? Per raccogliere la loro caduta. Per accorgersi che le foglie cadono, così come il tempo che passa. Per imparare a vivere il momento, la sua essenza, trovando qualcosa in cui credere, imparando ad amare.
Dall’universale al particolare: le creazioni Isorropia di Michael Athinaios (25 anni, Grecia) e Der Geteilte Himmel – Il cielo diviso di Valentina Padellini e Mattia Rossi Ruggeri (23 e 27 anni, Italia) raccontano vicende umane che si inseriscono in un quadro storico più complesso e generale. Della recente situazione greca tratta “Isorropia” e della conseguente migrazione del popolo greco nel tentativo di ricostruirsi una vita e trovare lavoro; mentre “Il cielo diviso” narra la storia di due amanti divisi sulla stessa linea che divide le due Germanie. Un amore che non riesce a superare le barriere, non solo fisiche, ma anche ideologiche.
Creazioni degli artisti della Scuola di Cirko Vertigo | accompagnamento alla regia e ricerca artistica Caterina Mochi Sismondi per Maria Celeste Funghi, Beatrice Farfalli, Federico Ceragioli e Marco Tulio Solis Fallas; Paolo Stratta per Federica Tempera, Valentina Padellini e Mattia Rossi Ruggeri; Luisella Tamietto per Michael Athinaios, Elisa Grani, Noemi Olphand, Vincent Andre Quiroz Briceno, Manuela Ramirez Montoya, Nicol Von Marées Carvallo | Assistenti alla creazione Alessandra Simone e Jonhatan Rodriguez | direzione tecniche circensi Arian Miluka con Silvia Francioni, Guillermo Hanter, Rio Ballerani, Elisa Mutto.