Lunedì 19 marzo, Teatro alla Scala
P. Hindemith | Nobilissima visione, suite orchestrale dal balletto
A. Brückner | Sinfonia n.4 in mi bem. magg “Romantica”
direttore | Daniele Gatti
Orchestra Filarmonica della Scala
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Entra il pubblico, entrano gli orchestrali, entra il direttore.
Prima sorpresa della serata, le luci rimangono “a mezza sala”.
La Scala si scopre illuminata.
Il buio in sala è uno di quei rituali che accompagnano ogni esibizione teatrale.
Pur sembrando qualcosa così tradizionale e così granitico nei secoli, è da meno di due secoli che viene utilizzata questa forma di concentrazione per il pubblico.
Ma, in effetti, ha ancora senso? Non è forse ora, quando ogni nostro apparecchio può illuminarsi e illuminare, che la luce accesa stessa sia la forma di concentrazione richiesta?
Che sia stata una scelta artistica o un ausilio per le numerose telecamere, in realtà, interessa solo relativamente.
Seconda sorpresa della serata ma questa annunciata da tempo, è stata la trasmissione via streaming dell’intero concerto, che grazie a Musicom.it, da anni partner della Filarmonica, è stato resa disponibile per le 48 ore successive alla performance ad ogni appassionato.
Un nuovo importante esperimento soprattutto per l’aumento dell’alta qualità delle riprese che allarga esponenzialmente la platea della Filarmonica.
E poi, la musica.
Per il terzo anno, dopo la retrospettiva sulla trasfigurazione (Schönberg e Wagner, 2016) e sulla vita d’artista (Hindemith, Strauss e Berlioz, 2017), Gatti, presenza costante della Filarmonica da più di dieci anni, è tornato per raccontarci un nuovo programma tutto tedesco e, sfruttando, una platea potenzialmente immensa, approfondire e riportare in auge programmi poco eseguiti, in particolare la Quarta Sinfonia di Bruckner, ineseguita da più di dodici anni e Nobilissima visione, suite dall’omonimo balletto di Hindemith, lontana dal palco da più di sedici.
Hindemith non è ancora entrato nel sentire comune e forse, dato lo storico strappo musicale di inizio secolo scorso, non potrà mai entrarci.
Bastava sentire quanti timori e quanti interrogativi serpeggiavano fra gli abbonati presenti, fiduciosi delle scelte del direttore meneghino, ma comunque dubbiosi su cosa avrebbero sentito.
L’ispirazione artistica, gli affreschi di Giotto sulla vita di San Francesco in Santa Croce a Firenze, sono solo a pro dei musicologi. Per accorgersene serve o un libretto di sala o una conoscenza artistica a tutto tondo.
Ciò che rimane, in realtà, è un forte senso di spiritualità in cui la grandiosità della costruzione orchestrale, nascosta e orlata dal “cozzare” di diatonismi, ancora così indigesta al pubblico, nonostante i questi cent’anni di distanza, alternati a momenti di vuoto e di rarefazione.
Lo stesso materiale di secoli di musica, si pensi alle polifonie e agli ostinati variati della Passacaglia finale, ma impastati in una malta differente.
Nella seconda parte della serata, Gatti sceglie di eseguire Bruckner nella maniera più lineare ovvero esponendolo, non preoccupandosi troppo della lunga articolazione del discorso, raccontandoci né più né meno quello che c’è nella partitura. Senza fronzoli, senza eccessi egocentrici a vantaggio delle telecamere o del pubblico, governando sapientemente l’alchimia dei colori in maniera da governare l’esuberanza degli ottoni o cambiando le dinamiche con un solo cenno di mano o di bacchetta.
Anche qui, il titolo “Romantica”, unica sinfonia ad essere nominata, ci porta in un mondo di associazioni, in cui il corno, ottima la sua resa, la fa da padrone.
E se tutto nell’architettura della sinfonia ci stava portando al culmine, quell’attimo di vibrazione dopo la conclusione, quel momento di respiro dopo una apnea di più di un’ora, purtroppo tutto è crollato in una congratulazione precoce, partito dai palchi o dal loggione.
Anche il silenzio ha la stessa importanza della nota scritta e suonata.
Anche l’anno scorso, durante la Symphonie fantastique di Berlioz, sempre con Gatti e la Filarmonica, la corsa all’essere il primo a manifestare il proprio assenso, aveva interrotto l’esecuzione a metà del brano.
Ma si può forse farne una colpa al pubblico? Così come i giovani spesso si affollano sotto i profili dei propri idoli per essere i primi a commentare un nuovo video o una nuova opera, così i loro genitori possono desiderare d’essere i primi a manifestare la propria partecipazione.
Ad ognuno le personali bandierine da piantare nel terreno delle proprie passioni.
Ultima sorpresa anche per il prossimo appuntamento sinfonico della Filarmonica. Il previsto concerto con Yuri Temirkanov il 26 marzo, vedrà invece impegnato Andrey Boreyko causa improvvisa indisposizione del direttore assegnato. L’impegno, immutato, lo vedrà dirigere due brani fra i più famosi delle pagine russe delle musica classica, il Terzo Concerto per pianoforte di Rachmaninov (solista Seong-Jin Cho, vincitore del Chopin 2015) e la Quinta Sinfonia di Čajkovskij.