Nell’Ottocento i cieli erano pieni di stormi di piccioni migratori. Erano miliardi, sembravano una quantità inesauribile. In pochi decenni, invece, una caccia implacabile li ha uccisi tutti. L’ultimo esemplare, chiamato Martha, morì nel 1914 nello zoo di Cincinnati. I piccioni migratori non esistono più: con loro altre migliaia di specie animali, e altrettante sono oggi a rischio estinzione. A ricordarci questo sterminio, causato dall’uomo in cento forme diverse, è la bellissima mostra fotografica “Photo Ark”, organizzata dal National Geographic presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma (in via Pietro de Coubertin 30), visibile fino al prossimo 22 aprile.
Le immagini sono di Joel Sartore, 56enne fotografo (e mille altre cose) americano, collaboratore storico di National Geographic, da 12 anni impegnato nella creazione di un archivio della biodiversità globale (“L’Arca fotografica”, appunto), progetto per il quale ha già visitato più di 40 Paesi. “L’idea – spiegano i curatori della mostra – è quella di realizzare ritratti in studio delle specie animali che stanno scomparendo. Sartore punta a immortalare ognuna delle oltre 12 mila specie che vivono in cattività. Lavora principalmente in zoo e acquari, e fotografa gli animali affinché diventino ambasciatori della conservazione. Finora ha prodotto oltre 7.400 ritratti, ognuno accompagnato dall’indicazione dello stato di conservazione dell’animale”.
L’esposizione è divisa in quattro parti (Eurasia, Americhe, Oceania e Africa) e contiene una selezione degli scatti più significativi di Sartore. Dal panda gigante alla tigre malese, dal licaone al macaco giapponese, dall’echidna al diavolo della Tasmania: tutti ritratti su sfondi totalmente bianchi o neri, in modo da evidenziarne i colori dei piumaggi o la lucentezza della pelliccia, posti in uno spazio che potremmo considerare di suggestione metafisica. Ritratti di grandi dimensioni, davvero di rara bellezza, cui fa da crudele contraltare l’indicazione dello stato di pericolo in cui si trova oggi la specie raffigurata, fino ad arrivare al cosiddetto “vortice di estinzione”, ossia quella condizione in cui i pochi esemplari superstiti non riescono a mantenere in vita la specie neppure all’interno di un programma di riproduzione.
Gli animali sono a rischio per una lunga serie di motivazioni, ed entro il 2100 la metà delle specie esistenti sulla terra potrebbe essere scomparsa. L’inquinamento, la pressione degli insediamenti umani, i cambiamenti climatici, la caccia, il traffico illegale di fauna selvatica, la deforestazione, il bracconaggio, l’introduzione di specie concorrenti: l’elenco è davvero infinito. Il pangolino del Borneo è in pericolo per la tradizione cinese di ricavare presunte “medicine” da alcune parti del suo corpo, l’orice dalle corna a sciabola si è estinto a livello selvatico a causa di un mix di caccia, cambiamento climatico e competizione con il bestiame, così come la tortora di Socorro (un arcipelago nella parte messicana dell’Oceano Pacifico), estinta in natura dai primi anni settanta a causa dell’introduzione nell’isola dei gatti. O come la tartaruga di Kemp, piccolo rettile del Nordamerica, decimata negli anni cinquanta e sessanta dal prelievo delle uova perché ritenute afrodisiache, e oggi in serio pericolo per la pratica della pesca con le reti a strascico.
Nel corso dell’esposizione si possono anche guardare dei video e soprattutto scoprire, mediante dei grandi schermi interattivi “touch screen”, gran parte dell’intero archivio di Sartore, fornito di ogni genere di informazione e curiosità. Ma la grande novità di Photo Ark è la stanza della “realtà aumentata”: posizionati davanti a un grande schermo (da sala cinematografica), dove scorre un filmato nel quale di continuo entrano ed escono dalla scena numerosi animali, si viene ripresi e proiettati direttamente dentro il filmato, avendo così la possibilità – ovviamente virtuale – di accarezzare un leopardo, saltare nell’acqua insieme ai delfini o fare il solletico a un orso polare. Un “gioco”, davvero ben costruito, che i bambini sembrano particolarmente apprezzare.