Martedì 27 Marzo (ore 20.00) Auditorium di Milano
Mercoledì 28 Marzo (ore 19.30) Duomo
Venerdì 30 Marzo (ore 20.00) Auditorium di Milano
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È una tradizione nordeuropea felicemente importata a Milano da laVerdi, quella di eseguire le Passioni di Bach nel periodo pasquale.
E anche nel 2018, per il quinto anno consecutivo, grazie alla collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e il Comune di Milano, il consueto appuntamento – vero e proprio must del cartellone milanese per la Pasqua – diventa un evento eccezionale offerto alla città o – meglio – un evento nell’evento, perché il Duomo tornerà ad aprire le proprie porte alla musica immortale del Genio di Eisenach.
Ensemble laBarocca – che nel 2018 compie dieci anni di attività – e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti rispettivamente da Ruben Jais ed Erina Gambarini, porteranno infatti in Cattedrale la Passione secondo Giovanni (Johannespassion) per soli, coro e orchestra (BWV 245), mercoledì 28 Marzo (ore 19,30, ingresso libero fino a esaurimento posti). Lo scorso anno venne eseguita la Passione secondo Matteo, nel segno della tradizione de laVerdi, che vuole l’alternanza nell’esecuzione delle due Passioni bachiane.
Doppia replica invece all’Auditorium di Milano in largo Mahler: martedì 27 (ore 20.00) e venerdì 30 (ore 20.00) Marzo.
Un cast internazionale di specialisti del genere completa le formazioni in scena: Bernhard Berchtold (Evangelista), Camille Poul (Soprano), Pascal Bertin (Alto), Fernando Guimarães (Tenore), Lars Johansson Brissman (Baritono), Simon Schnorr (Baritono) e Lukáš Zeman (Baritono).
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(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00. Tel. 02.83389401/2, on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.
Biglietti: per le date di martedì 27 e venerdì 30 all’Auditorium di Milano: euro 42,00/16,00; la rappresentazione di mercoledì 28 in Duomo sarà a ingresso libero, fino a esaurimento posti, a partire dalle ore 19.00).
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Lasciamo la parola a Ruben Jais per accompagnarci all’ascolto della Passione bachiana:
“Quando Bach esegue per la prima volta la Johannespassion a Lipsia nel 1724 aveva da un solo anno intrapreso il nuovo incarico di Thomaskantor, dovendosi subito scontrare con un ambiente di lavoro molto più complesso e limitante rispetto al precedente impiego presso la Corte di Cöthen. Tuttavia, una forza creativa propulsiva lo induce ad iniziare il progetto di comporre tre cicli di cantate annuali e coronare ogni anno tali cicli con la stesura di una Passione: la prima, appunto nel 1724, la Johannespassion. E Bach, in qualche modo, aveva cercato di prepara attraverso le cantate il suo nuovo ‘pubblico’, la congregazione luterana delle chiese di Lipsia, al linguaggio che avrebbero ascoltato per il Venerdì Santo: un salto complesso nel futuro del linguaggio musicale, religioso e drammatico, se comparato con ciò cui erano abituati i suoi contemporanei (se pensiamo che ancora 50 anni prima la musica era interdetta dalle chiese durante la settimana Santa e solo poco a poco si era introdotta con l’accompagnamento del solo organo, comprendiamo l’arditezza della proposta bachiana). Bach stesso scrive, poi, al consiglio, che lo aveva fortemente criticato dopo la prima esecuzione, che lo stile della Johannespassion ‘è incomparabilmente più difficile ed intricato’ di quello di qualsiasi altra musica eseguita prima di lui. Bach sceglie la strada della Passione-Oratorio e costruisce una partitura complessa sia da un punto di vista musicale che liturgico. Utilizza esclusivamente il Vangelo di Giovanni per la narrazione dei fatti (ad eccezione di due frammenti tratti dal Vangelo di Matteo) cui affianca testi poetici negli ariosi/arie e corali per guidare alla riflessione teologica il credente-ascoltatore. La struttura contrappone drammaticamente la folla, animata dal desiderio di vendetta, e Jesus che, nella sua serenità costante, esprime il suo trionfo finale. Contrappeso alla sete di sangue della folla sono le riflessioni che il popolo attua nei corali, introduzione calibrata della teologia luterana nell’azione del Vangelo.
“Bach viene tacciato dai contemporanei di aver scritto un dramma e non musica sacra, ma ai nostri occhi sembra impossibile che un pensiero così intriso di teologia potesse venir scambiato per gusto teatrale. La Johannespassion è l’unico lavoro che Bach rielabora per tutta la sua vita lasciandocene un’ultima versione proprio nel 1749/50, anno della sua morte, a significare di quanto complessa e fondamentale per il pensiero competitivo del compositore fosse questa Passione”.
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La Passione secondo Giovanni (Johannespassion)
La Johannespassion (BWV 245) è la prima delle due grandi Passionsmusiken oggi conosciute di Johann Sebastian Bach (1685-1750). L’altra è la Matthäus-Passion (BWV 244).
La prima esecuzione della Johannes-Passion avvenne il 7 aprile 1724 a Lipsia – chiesa di San Nicola – durante la Settimana Santa, anche se non si esclude una precedente versione composta negli anni di Weimar (1717). E’ la più grandiosa trasposizione in musica della Passione di Cristo scritta fino a quel momento.
La Johannes-Passion venne revisionata più volte da Bach (arie sostituite, strumentazione modificata, cori spostati) però l’essenza dell’opera è rimasta immutata.
Il genere musicale della “Passione” vanta tradizioni molto antiche. La recitazione della Historia Passionis costituì fin dai primi secoli del Cristianesimo uno dei momenti più importanti della liturgia della Settimana Santa. Col tempo la Passione divenne un genere musicale autonomo: la ripartizione del testo fra più cantori e l’introduzione della polifonia diede alla Passione ampie possibilità compositive.
Nacque così intorno al XVII secolo la Passione oratoriale; al testo biblico, affidato principalmente all’Evangelista, vennero aggiunte parti testuali non evangeliche utilizzate per le arie, gli ariosi e i cori accompagnati dal basso continuo e da altri strumenti. Questo genere di Passione ebbe particolare fortuna anche nella musica sacra protestante e trovò il suo apice nelle Passioni di Johann Sebastian Bach.
La Johannes-Passion è articolata in due parti (originariamente tra la prima e la seconda parte si teneva una predica). La composizione, ricca di grande drammaticità, inizia e termina con due grandi brani corali; la passione di Cristo è raccontata dall’Evangelista, con interventi di altri personaggi (Gesù, Pilato, Simon Pietro ecc.). L’azione si svolge attraverso le loro voci con la forma del recitativo, sorretto dal basso continuo (organo). In partitura sono presenti anche molti corali, ben 11, per ottemperare alla tradizione luterana, così come arie e ariosi cantati dalle voci di soprano, alto, tenore e basso. Durante questi momenti musicali, dedicati alla riflessione, l’azione si ferma. Le caratteristiche di questi pezzi solistici e l’importanza dell’organico strumentale avvicinano il genere della Passione a quello del melodramma.
Laura Nicora
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Biografie
Ruben Jais, Direttore. Nato a Milano, contemporaneamente agli studi universitari, ha compiuto quelli musicali presso il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” della sua città, diplomandosi in Musica corale e Direzione di Coro e in Composizione Polifonica Vocale, entrambi i diplomi ottenuti con il massimo dei voti. Si è inoltre diplomato in Composizione, sempre presso lo stesso Conservatorio, dove ha anche compiuto gli studi di Direzione d’Orchestra, perfezionandosi, in seguito, con masterclass all’estero.
È stato Maestro del Coro presso il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi dalla sua fondazione nel 1998 al 2007. Con tale ruolo ha collaborato, tra gli altri, con Romano Gandolfi, Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Luciano Berio, Oleg Caetani, Claus Peter Flor, Christopher Hogwood, Vladimir Jurowski, Helmuth Rilling.
È Direttore Residente e Responsabile delle Attività Artistiche della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. Il suo repertorio spazia dai grandi capolavori della musica barocca (da L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi al Requiem di Jean Gilles, dallo Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi alle Passioni ed alla Messa in Si minore di Johann Sebastian Bach) a quelli della musica classica (sinfonie e musica sacra di Haydn, Mozart, Beethoven), nonché alla riscoperta di brani meno conosciuti di compositori dal XVI al XIX secolo (Zelenka, Scarlatti, Durante, Sammartini). Dirige musica contemporanea, soprattutto di autori italiani, da Castiglioni a Zanolini, da Anzaghi a Nova, da Ligeti a Messiaen, da Califano a Vacchi.
Nel 2008 ha istituito laBarocca, ensemble specializzato nell’esecuzione della musica di tale periodo storico, con la quale affronta i maggiori capolavori del repertorio sia sinfonico che operistico: dal 2009 laBarocca affianca le altre stagioni della Fondazione con una serie di concerti-appuntamenti dedicati ai capolavori dei secoli XVI-XVIII.
È Direttore Musicale della Mailänder Kantorei, formazione legata alla comunità tedesca di Milano, con la quale si dedica soprattutto al repertorio di tale nazione, dal Barocco al Romanticismo, affrontando, inoltre, l’esecuzione integrale delle Cantate sacre di J.S. Bach. Dirige musica strumentale, corale e sinfonica presso varie istituzioni italiane ed estere, quali Biennale di Venezia, Teatro Comunale di Bologna, Milano Musica, Teatro alla Scala, RTSI di Lugano, Radio Ungherese Budapest, Festival di Saint Moritz, Teatro Real di Madrid, Orchestra Nazionale del Cile, UiS Stavanger Norway.
Nel 2016, ha debuttato presso la prestigiosa Wigmore Hall a Londra con Sonia Prina e laBarocca e presso il Festival MiTo sempre con laBarocca con concerti a Milano e Torino.
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Erina Gambarini, Maestro del Coro. Figlia d’arte, ha iniziato la sua attività artistica a 13 anni al Teatro alla Scala di Milano, come voce bianca, protagonista nell’opera di Britten Il giro di vite.
Dopo alcuni anni di intensa attività solistica, ha proseguito lo studio del pianoforte con il padre, lo studio del canto, come soprano, con Teresa Stich Randall a Vienna, direzione interpretazione corale e musica da camera con Marcel Couraud, tecnica vocale e interpretazione con Schmidt-Gaden. Ha collaborato con la RSI, la RAI, la Fenice di Venezia, Teatro Sociale di Como, Teatro Olimpico e Valle di Roma, Teatro Carignano di Torino, Verdi di Trieste, La Pergola di Firenze, Teatro Grande di Brescia. Ha inciso numerosi cd per Nuova Era, Carrara e Ricordi.
Nel 1989 fonda il gruppo corale Canticum Novum, che in pochi anni si distingue per la qualificata e ricca attività artistica e parallelamente dirige vari gruppi strumentali. Nel 1996 inizia la sua collaborazione con il Maestro Romano Gandolfi, che nel 1998 la chiama come sua assistente e Maestro del Coro in occasione della costituzione del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, incarico che ricopre tuttora.
Ha collaborato con molti direttori d’orchestra, tra i quali Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Aldo Ceccato, Ettore Gracis, Oleg Caetani, Claus Peter Flor, Christopher Hogwood, Rudolf Barshai, Vladimir Jurowski, Helmuth Rilling, Leonard Slatkin, Nevil Marriner, Roger Norrington, Vladimir Fedoseyev, Robert King.
Dal 1997 è membro dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo per i suoi meriti artistici.
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laBarocca è un ensemble di musicisti specializzati, esterni alla formazione sinfonica (tranne Gianfranco Ricci, uno dei primi violini de laVerdi con esperienza avendo suonato con l’Accademia Bizantina), e di coristi (16 elementi, 4 per parte) diretti da Gianluca Capuano, conoscitore del repertorio Cinque-Seicentesco per il quale “il punto di forza del complesso barocco è quello di essere tutto giovane, tutto italiano e molto motivato”. Insomma, una nuova generazione specializzata nell’antico repertorio e inserita nella struttura “madre” de laVerdi. Direttore de laVerdi Barocca è Ruben Jais, Responsabile delle Attività artistiche de laVerdi, esperto del repertorio Sei-Settecentesco, che intende affrontare le opere in termini filologici, con strumenti originali o copie di epoca barocca.
L’ensemble è costituito da musicisti e coristi che hanno svolto il loro percorso di studi approfondendo le pratiche di esecuzione barocca, suonando strumenti originali o copie di strumenti del ‘600/’700, applicando le regole del canto esplicate nei trattati coevi. Questo approccio offre, ovviamente, la possibilità di misurarsi in modo più diretto con le caratteristiche di un repertorio vastissimo e ricco di capolavori strumentali e corali, di avvicinarsi con occhio più attento all’estrema ricchezza di dettagli di tale repertorio.
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Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. Nasce nell’autunno del 1998 sotto la direzione musicale di Romano Gandolfi ed è una delle compagini della Fondazione Orchestra e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. Il coro è formato da 100 elementi che affrontano il repertorio lirico-sinfonico, cameristico e polifonico, spaziando dal Barocco al Novecento.
Al suo primo concerto nell’Auditorium di Milano, l’8 ottobre 1998, ottiene un grande successo di pubblico e di critica con i Quattro pezzi sacri di Verdi diretti da Riccardo Chailly.
Ha affrontato importanti pagine del repertorio, tra cui la Sinfonia n. 2 di Šostakovič, Ein Deutsches Requiem di Brahms, le Sinfonie n. 2, n. 3 e n. 8 di Mahler, Johannespassion e Matthäuspassion di Bach, Suor Angelica e Messa di Gloria di Puccini, Requiem e Messa in Do minore di Mozart, Aleksandr Nevskij di Prokof’ev, Danze Polovesiane di Borodin, Carmina Burana di Orff, Gloria di Poulenc, Petite Messe Solennelle e Stabat Mater di Rossini, Paulus di Felix Mendelssohn Bartholdy, Apokalypsis di Marcello Panni, War Requiem di Britten, Sinfonia Kaddish di Bernstein, Messa di Gran di Liszt, Mysterium di Nino Rota, Nona sinfonia e Missa Solemnis di Beethoven e Messa di Requiem di Verdi.
È stato guidato da direttori del calibro di Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Ennio Morricone, Sir Neville Marriner, Leonard Slatkin, Vladimir Jurowski, Oleg Caetani, Christian Arming, Helmuth Rilling, Zhang Xian, Jader Bignamini, Aldo Ceccato, Patrick Fournillier, Richard Hickox, Giuseppe Grazioli, Stéphane Denève, Riccardo Frizza, György Győriványi Ráth, Thomas Dausgaard, Eugene Kohn, John Axelrod e Claus Peter Flor.
Si è esibito a Parma, Bolzano, Bologna, Lucca, Udine, Treviso, Ferrara con il Simon Boccanegra di Verdi in forma scenica (diretto da Claudio Abbado) ed è stato invitato al Festival MiTo, al Festival MilanoMusica, al Festival di Spoleto con il Macbeth di Verdi in forma scenica, al Festival di Città di Castello, al Festival di Bergamo e Brescia, Mstislav Rostropovich International Festival e in teatri e auditorium come il Teatro alla Scala, il Lingotto e l’Auditorium della RAI di Torino.
Nel 2008 e 2009 si è esibito nella Sala Nervi del Vaticano nei concerti offerti dal Presidente Giorgio Napolitano per gli anniversari del Pontificato di Sua Santità Benedetto XVI.
All’estero ha cantato all’Opera di Lipsia, alla NHK Hall di Tokyo, alla Alte Oper di Francoforte, al Konzerthaus di Vienna, alla National Concert Hall di Budapest, alla Sala Rondò di Pontresina, alle Isole Canarie, nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, a Baku e Royal Opera House di Muscat in Oman con la Carmen di Bizet.
Dal 2006 il Coro Sinfonico è diretto dal Maestro Erina Gambarini.